*Riaprire ambulatori per uccidere. Perché?*
“Come Donne Democratiche continuiamo e continueremo a vigilare e a batterci per i diritti delle donne, per la costruzione di una società senza discriminazioni di genere, senza sopraffazione e senza violenza coinvolgendo anche le istituzioni che, a livello locale e regionale, possono dare il proprio contributo”, concludono le Democratiche.
Egregio Direttore,
mi sorprende molto la conclusione di questo articolo per la contraddizione palese che si evidenzia a supporto della richiesta di riapertura dell’ambulatorio per l’interruzione farmacologica di gravidanza.
Nello specifico si parla di diritti. Ovviamente delle donne che hanno, a differenza della creatura già presente e viva nel grembo materno, la possibilità di decidere per se stesse se e come prevenire una gravidanza. ( diritti del piu forte )
Si cita una società senza discriminazioni di genere. Forse chi ha un orientamento sessuale per il quale si sente discriminato ha la possibilità di difendere le proprie ragioni, lottando per quelli che ritiene suoi diritti. Ma una creatura indifesa che viene uccisa per volontà altrui non subisce forse discriminazione?
Una società senza sopraffazione e violenza. Qui proprio emerge tutta l’ipocrisia del pensiero abortista. Chiediamoci se fare a pezzi un bambino per estrarlo dall’utero, bruciarlo con l’acido, avvelenarlo con pillole che, diciamo la verità tutta intera, sono pericolose anche per la madre, non è violenza o sopraffazione.
Credo che ci sia urgente bisogno di informazione onesta e corretta. Occorre riportare le persone a un’umanità scevra da condizionamenti ideologici che oscurano la percezione dell’altro come individuo da rispettare in qualunque situazione e a qualsiasi età. Dobbiamo riconoscere e accettare che la vita, dal suo concepimento alla morte naturale, è un bene indisponibile sul quale nessuno, credente oppure no, ha diritto di decidere.
Per “Prolife Insieme”
Diana Barigelletti
Vicepresidente e Portavoce di Democrazia e Sussidiarietà