Egregio direttore, mi consenta una cortese replica all’articolo sul podcast nei cimiteri dei feti. https://www.editorialedomani.it/fatti/20-settimane-podcast-cimiteri-dei-feti-ibs18mi8
Posso capire il desiderio di privacy di una donna che ha deciso di abortire, giunta probabilmente alla consapevolezza di quello che ha fatto. Non si tratta tanto di uno stigma sociale, quanto piuttosto della presa di coscienza del rifiuto di maternità, cioè di un privilegio tutto femminile, soprattutto in questi tempi nei quali tutto acquista un nome e un cognome fortissimo. Non per niente le parole del Papa sull’aborto che è un omicidio hanno suscitato tante reazioni.
Scrivo però per un altro motivo: il cimitero dei feti. Mi sento di dire che ogni città dovrebbe avere un cimitero di feti perché siano concessi almeno l’onore e la pietà a questi bambini, ai quali la vita è stata strappata così brutalmente prima della nascita. I cimiteri come testimonianza che un minimo di civiltà (ammesso che si possa parlare di atto civile quando si sopprime un feto) sia ancora viva. Ecco qui https://x.com/libsoftiktok/status/1848739110166692006
un video che ho avuto modo di vedere, girato in una delle cliniche abortiste americane, durante il quale medici e infermiere ridono parlando dei pezzi di feto abortito, delle piccole gambe, delle piccole mani alle quali potrebbero prendere le impronte, dei reni e del fegato, probabilmente venduti a ricchi acquirenti.
Allora mi sembra che il silenzio di un cimitero, che richiama il dolore, sia decisamente più appropriato delle risa sguaiate di chi sugli aborti ci guadagna.
Cordiali saluti
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente “ Pro-life insieme “