Giubileo? Un invito personale ad abbandonare l’orgoglio

La parola Giubileo viene dal latino Iubilaeum, tratto da iubilare ‘gridare di gioia’.Ma perché siamo chiamati ad andare a Roma a GRIDARE DI GIOIA? Perché Gesù ci salva! Il nome di Gesú in ebraico YESHUA significa letteralmente DIO SALVA. Certo la via della salvezza non è prerogativa dell’ Anno Giubilare, ma una porta spalancata ma molto stretta che ha aperto il nostro Signore Gesù Cristo morto in Croce per i nostri peccati.

Possiamo quindi dedurre che la nostra gioia abbia origine proprio in Gesù che è venuto a SALVARE L’UMANITÀ DAL PECCATO.
È proprio il perdono dei nostri peccati la fonte della nostra liberazione dalla schiavitù, non come oggi si pensa la rivoluzione francese né tanto meno quella sessuale che invece hanno portato solo frutti marci di orgoglio e presunzione nella società moderna.
Il perdono di Gesù che rappresenta la nostra salvezza può avvenire però soltanto ad una condizione, il sincero pentimento.
Dio infatti ha scelto di agire solo nel rispetto della nostra piena e libera volontà e quindi attenderà pazientemente come un Padre il nostro SCUSA per poter far scendere su di noi la Sua Grazia e Misericordia. Questa è la vera Benedizione del Giubileo.
Che tante persone più o meno credenti si mettano in cammino per giungere a Roma al Giubileo è di fatto una cosa buona, ma quando si tratta di categorie di persone (per esempio come molti FALSAMENTE pubblicizzano la comunità LGBT o altre associazioni o movimenti politici che agiscono palesemente contro la Legge di Cristo) si rischia di fare dell’etichetta una maschera che nasconde la vera intenzione del pellegrinaggio. La differenza infatti sta nell’atteggiamento del nostro cuore di fronte a Dio: la grande battaglia tra orgoglio e umiltà.
Se il nostro cammino verso Roma si trasforma nell’ostentazione delle nostre scelte contro natura e contro la legge di Dio facendo del nostro peccato un vanto, la Grazia di Cristo non potrà agire in noi.
Certo Gesù è venuto per i peccatori non per i giusti, ma in fondo chi di noi può dirsi veramente giusto? Con questo non vuol dire che non si debba condannare il peccato. Proprio come avviene con la mafia, la mancata denuncia del male ci renderà suoi collaboratori.
Non ci sono vie di mezzo, dobbiamo scegliere Dio o mammona.
Si sente spesso dire che la Chiesa è per tutti e questo è senza dubbio vero, ma è indispensabile ricordare che la Chiesa non è di tutti, la Chiesa appartiene a Gesù, Lui è il Capo e così ci insegna: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (Mt 7-21).
Possiamo ingannare noi stessi e gli altri, ma Dio non lo possiamo ingannare. Lui non si ferma a guardare la bandiera con cui sfiliamo ma scruta le profondità della nostra anima.
Il nostro invito come Prolife Insieme è quello di abbandobare le nostre bandiere e metterci in marcia verso Roma, mettendo a nudo (per una volta in senso costruttivo) il nostro essere davanti a Colui che ci ha creato, al Quale dobbiamo TUTTO e a Cui un giorno tutti dovremo fare ritorno.
Il Giubileo infatti non è la chiamata delle masse, ma il dolce invito che Gesù porge ad ogni singolo individuo affinché comprenda l’urgenza di cercare Dio finché ancora c’è tempo.
Che sia un buon cammino per ciascuno di noi!
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme

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