Egregio Direttore,
Le chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo https://www.iltirreno.it/cecina/cronaca/2024/12/25/news/vedere-una-vita-che-arriva-e-un-grandissimo-privilegio-1.100637486
Vorrei partire dalle parole del ginecologo dott.Masoni:
“Agli inizi della carriera mi capitava di vedere donne che mi confessavano aborti clandestini negli anni precedenti o si sapeva di ostetriche o medici che avevano questo tipo di attività, anche dopo la legge”.
Purtroppo, come emerge dai dati ISTAT , l’introduzione della 194 non ha portato ad una diminuzione degli aborti clandestini, che di fatto continuano il loro trend nella drammatica speculazione sulla morte fisica del feto e psicologica della madre da parte di tanti operatori sanitari, che si definiscono medici o ostetriche ma che, di fatto, tradiscono il senso più profondo della loro professione, ovvero “non nuocere”.
Certo è necessario specificare che anche i medici non obiettori di fatto sopprimono la vita, anche se in un contesto ospedaliero e di legalità contemporanea, pertanto ridurre l’obiezione di coscienza ad una “scelta di comodo” come l’ha definita il dottore in questo articolo crea quantomeno perplessità .
Ma non è l’unica incongruenza che emerge nelle parole del Dott.Masoni che, pur definendo il parto una “magia” e quindi riconoscendo il mistero della vita nascente, non si dichiara obiettore e quindi garante e difensore di questo incomprensibile dono.
Infatti, è proprio la testimonianza di un medico o di un operatore sanitario obiettore di coscienza che può contribuire a far rifiorire la cultura della vita: un feto, indipendentemente che sia voluto o non voluto, resta un figlio per sempre, la madre resta madre per sempre.
Questa non è magia, ma la realtà.
Superficialmente si pensa invece, come cita anche il dottor Masoni, che la cultura di Vita si faccia attraverso un indottrinamento sulla contraccezione intesa come prevenzione, ma la gravidanza non è una malattia, salvo casi patologici della madre già esistenti in precedenza rispetto alla gravidanza stessa, come tra l’altro afferma anche Masoni nell’articolo.
Le giovani donne andrebbero sensibilizzate proprio su questo punto: la gravidanza non è una malattia: l’organismo in maniera naturale sviluppa una forza sorprendente e, come dimostrano anche recenti studi scientifici, si innescano dei meccanismi di riparazione dei tessuti nella madre che continuano per anni ad agire, come una sorta di ringraziamento del bimbo ospitato nel grembo materno verso la madre.
(Tra i tanti studi citiamo “Cell Migration from Baby to Mother” pubblicata sul National Library of Medicine )
Per ciscun essere umano, medici inclusi, la Vita resta un mistero che merita rispetto sempre.
Manuela Ferraro
Poggibonsi ( Siena)