Ginecologa abortista e codice etico: dubbi sul rispetto dei principi

https://www.lastampa.it/cronaca/2025/03/28/news/aborto_basta_steccati_ideologici_le_parole_violente_rivolte_alle_donne_violano_la_costituzione-15076800/

Gent.mo Direttore,
l’associazione Medici del mondo manifesta contro il fatto che alla madre che richiede abortire il bambino venga praticata ecografia e fatto ascoltare il battito cardiaco del bambino. Tale ecografia appare indispensabile per tutelare la salute della madre, poiché esclude ad esempio una gravidanza ectopica, e integra certamente un reale consenso informato.
In Italia il persistente ricorso al procurato aborto smentisce le false premesse della 194/1978 “Norme per la tutela sociale della maternità” che “riconosce  il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio” e relegherebbe a casi estremi l’IVG. Se questo fosse vero ed applicato, reparti ostetrici e consultori dovrebbero vantare ampie casistiche di aborti evitati e di neonati felici. Lamentare una “difficoltà di accesso” all’aborto sottintende una volontà abortista, contraria alla Legge citata e persino all’affermazione di Enrico Berlinguer : «Noi non lottiamo per la libertà di abortire, non riteniamo l’aborto una conquista civile né tantomeno un fatto positivo. Noi non siamo abortisti, l’aborto resta per noi un male».”
Le testimonianze delle quattro donne riportate, ammesso che siano conformi alla realtà dei fatti (ogni accusa dovrebbe avere riscontro in una equa difesa), non riportano due dati scottanti: Quali informazioni sono state fornite alle interessate ai fini del consenso informato? Quali erano le gravi motivazioni di salute (art.6 della 194/1978) oppure economiche  sociali (art.2 e 5) che rendessero compatibile il procurato aborto con i criteri di legge?
Come scrive Alessandra Kustermann “i professionisti che lavorano nel Sistema Sanitario devono sottostare a codici etici di comportamento verso gli utenti”: a me almeno sembra che codici etici e persino criteri di legge vengano ampiamente calpestati proprio dai sostenitori del procurato aborto.
In realtà sembra che sia in atto un’offerta commerciale di aborto praticamente libero e gratuito (a spese di tutti i contribuenti), o mascherato da contraccezione di emergenza, e di sostanze abortive a portata di mano e senza alcun controllo neppure per la salute della madre. L’eufemismo IVG nasconde la realtà sia della soppressione del bambino concepito, sia degli effetti devastanti sulla madre. Coloro che sono responsabili della procedura, rispettano gli estremi di legge? espongono veramente a madri minorenni e maggiorenni rischi e sequele per ottenere il consenso informato?  Ogni donna ha il diritto di ricevere ampie informazioni sia riguardo al fatto che si presta ad uccidere un suo figlio, sia riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto può avere sul suo corpo e sulla sua psiche nell’immediato e a distanza di tempo: emorragie, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress.  Se non venga messa al corrente di queste informazioni la donna nella realtà non è in grado di fornire un vero consenso informato. In Cina e in India le donne, cavie della diffusione del procurato aborto, hanno presentato incidenza catastrofica di carcinoma mammario a dimostrazione del link ABC rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer: statistiche scomode che vengono occultate.

Dott. Luciano Leone. Medico chirurgo.
Comitato “ Pro-life insieme “

http://www.prolifeinsieme.it