https://www.orticaweb.it/giunta-regionale-lazio-proposta-irricevibile/
Le femministe del Lazio sembrano sconvolte dall’idea che qualcuno “osi mettere al centro il nascituro”.
Ma chi è questo fastidioso ‘esserino’ che ruba la scena alla donna-divina?
Si tratta dell’ essere umano più innocente, fragile ed indifeso in assoluto, il bimbo non nato.
La proposta di legge della giunta regionale del lazio n.207/25 riguarda interventi a favore della famiglia e della maternità.
Ma le donne non dovrebbero essere felici di tale proposta? Cosa indigna maggiormente queste attiviste? La famiglia? La maternità? La Vita?
Care femministe del Lazio, considerando che siete donne, dovreste sentire naturalmente l’inclinazione a proteggere la creatura che portate in grembo ed anche qualora non abbiate senso materno, sarebbe carino dimostrarvi solidali con le donne che vivono gravidanze difficili aiutandole a sostenere la vita e non indirizzandole ad un percorso di morte.
La maternità, infatti, non si subisce, ma si vive.
La gravidanza non è una violenza, ma un dono di altissima responsabilità. Come sarebbe bello fare rete tra donne per aiutarci!
Invece le femministe perdono tempo a parlare di “destre conservatrici, patriarcali e bigotte” che “non possono tollerare che le donne possano decidere del loro corpo, che la famiglia non sia solo composta da un padre e da una madre.” e come sempre si perdono in slogan illogici ed inconcludenti che chiudono le porte al dialogo ed al semplice ragionamento.
Noi di Prolife Insieme in questi casi ci limitiamo a porre sempre la solita domanda: perché non possiamo amarli entrambi?
Perché non possiamo rispettare la madre senza sopprimere la vita del bambino?
Esistono progetti come le Culle per la Vita dove in anonimato è possibile lasciare il proprio figlio in adozione, offrendogli una possibilità di vivere la sua vita, unica ed irripetibile.
Ma anche questo non va bene per le femministe, talmente schiave della propria autodeterminazione da sembrare perfino votate all’autodistruzione.
Approposito di autodeterminazione, sfatiamo il solito mito di “my body my choice” il mio corpo e la mia scelta, perché se davvero si trattasse SOLO del corpo della donna, sarebbe lei ad essere soppressa durante l’aborto e non il corpicino del suo stesso figlio.
Concludo citando la frase finale di queste attiviste: LOTTIAMO PER LA NOSTRA LIBERTA’ – NON LASCIAMOCI INGANNARE DALLE PAROLE: FAMIGLIA – AMORE”.
Questo slogan suona bene e all’apparenza sembrerebbe quasi condivisibile perché spesso le parole ‘amore e famiglia’ messe sotto l’ombrellone della moderna INCLUSIVITÀ vengono spesso distorte proprio dagli stessi movimenti trans-femministi e lgbt per imporre ideologie ambigue e pericolose soprattutto per i più piccoli e innocenti.
È però doveroso ricordare che non possiamo separare la LIBERTÀ DALLA VERITÀ.
Saremo davvero donne libere quando accetteremo la reale presenza di un essere umano nel grembo materno, non un grumo di cellule, ma un bimbo con un cuore che batte già a 7 settimane.
Non si puo scegliere se essere madri quando lo si è già diventate. Dal concepimento quel bimbo sarà nostro figlio per sempre, non importa se la nostra scelta sarà l’aborto o il parto: lui sarà per sempre il nostro bambino.
Ed è lui – quel piccolo e indifeso essere umano – che dobbiamo mettere al centro non solamente in lodevoli e ragionevoli iniziative politiche di buon senso, ma prima di tutto al centro del nostro stesso cuore di donna.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme
