Evangelium vitae e ruolo dei Pro-life,di don Gabriele Mangiarotti

Evangelium Vitae: l’attualità di una enciclica ( trasmissione a Radio Maria del 19/5/2025) https://radiomaria.it/puntata/tavolo-pro-life-19-05-2025/

Il 25 marzo 1995 s. Giovanni Paolo II pubblicava questa enciclica, sul valore e l’inviolabilità della vita umana. Sono passati 30 anni, ma la sua attualità permane e deve ancora venire riscoperta, in un approfondimento che ne colga l’intenzione e i singoli passaggi, di proposta e di giudizio.

La vita umana, dal suo inizio, è anche oggi minacciata, oggi ancora più di ieri, e all’orizzonte la tragedia dell’eutanasia non cessa di portare i suoi frutti malvagi.

Il testo magisteriale del grande papa si comprende adeguatamente se lo si inserisce nel contesto del suo ricco pensiero.

Possiamo pensare che sia lespressione del grido lanciato nellOmelia durante il Viaggio Apostolico negli Stati Uniti dAmerica, nella Santa Messa nel Capitoll Mall a Washington, domenica 7 ottobre 1979:«Quindi ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana è minacciata.

Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, ci alzeremo in piedi per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita.

Ecco come si presenta a noi l’Enciclica «Evangelium Vitae» già nel suo inizio:

«Il Vangelo della vita sta al cuore del messaggio di Gesù. Accolto dalla Chiesa ogni giorno con amore, esso va annunciato con coraggiosa fedeltà come buona novella agli uomini di ogni epoca e cultura… La Chiesa sa che questo Vangelo della vita, consegnatole dal suo Signore, ha uneco profonda e persuasiva nel cuore di ogni persona, credente e anche non credente, perché esso, mentre ne supera infinitamente le attese, vi corrisponde in modo sorprendente. Pur tra difficoltà e incertezze, ogni uomo sinceramente aperto alla verità e al bene, con la luce della ragione e non senza il segreto influsso della grazia, può arrivare a riconoscere nella legge naturale scritta nel cuore (cf. Rm 2, 14-15) il valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine, e ad affermare il diritto di ogni essere umano a vedere sommamente rispettato questo suo bene primario. Sul riconoscimento di tale diritto si fonda lumana convivenza e la stessa comunità politica.»

Ogni uomo sinceramente aperto alla verità e al bene. Leggevo in questi giorni un testo di un grande medico, laico, difensore della vita e contrario per questo alla Eutanasia, che mi ha commosso per il riconoscimento del valore di ogni vita umana.

Scrive, rispondendo alla domanda di Elisabeth Lévy: «La sua opera La vie jusqu’au bout spiegava già chiaramente le ragioni del suo opporsi all’eutanasia. Qual è, per lei, la motivazione principale che sta alla base di questa sua lotta costante?

Lucien Israël: Questa domanda mi consente di affrontare una questione fondamentale. Ricordiamoci innanzitutto che l’eutanasia non è, per quanto possano dire i suoi sostenitori, una richiesta dei malati, ma risponde a un desiderio di benpensanti e persone sane. Ecco, quindi, la mia motivazione fondamentale: il cervello umano contiene 100 miliardi di neuroni. Ognuna di queste cellule può instaurare 10.000 connessioni con le altre e tali connessioni sono variabili, mutevoli. Il matematico valuta il numero di circuiti potenziali a 1080, un numero uguale a quello delle particelle nell’universo secondo Roger Penrose, il collega di Stephen Hawking. E anche questi circuiti sono plastici. Alcune vie da essi privilegiate sono collegate all’esperienza, alle abitudini, ai concetti… Altre differenze sono legate ai geni. Quindi, quando la Terra scomparirà tra 5 miliardi di anni, a seguito della trasformazione del sole in supernova, non saranno esistiti due individui uguali. Ciò significa che ogni essere è assolutamente unico.

Elisabeth Lévy: E il medico è, per così dire, il custode di questa unicità?

Lucien Israël: Esattamente. Dobbiamo essere consapevoli di questo «miracolo». Allora, o il medico, che costituisce il riparo dalle avversità durante il soggiorno terrestre, comprende questo statuto unico, singolare, e manifesta di averlo capito mediante le cure, la volontà, la capacità di rispetto, di compassione e di guida, oppure rifiuta di prendere in considerazione il fatto di avere in consegna un’esistenza unica, insostituibile, con la conseguenza di una grave minaccia per le culture in generale e per lo statuto di homo sapiens sapiens in particolare.»

E dobbiamo subito notare che questo Vangelo (che significa buona notizia) proprio perché si colloca nel campo della comunicazione, chiama in causa tutti gli uomini e chiede ai cristiani di essere testimoni.

Con una sottolineatura che non smetteremo mai di riproporre:l’orizzonte del cristianesimo è universale, Gesù ci ha raccomandato “andate in tutto il mondo e fate discepole tutte le genti”. È la libertà degli interlocutori che è in gioco e che può rifiutarsi ma non l’impegno a comunicare ciò che abbiamo incontrato.

L’annuncio cristiano si presenta come compimento dell’uomo: Il Concilio Vaticano II ci ricorda che solo nella luce del verbo incarnato trova luce e significato l’esistenza delluomo.

Le parole di Papa Leone XIV

E qui non possiamo non andare alle straordinarie parole di Papa Leone, all’inizio del suo ministero: «Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere.

Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco».

«78. Così è anche quando si tratta di annunciare il Vangelo della vita, parte integrante del Vangelo che è Gesù Cristo. Di questo Vangelo noi siamo al servizio, sostenuti dalla consapevolezza di averlo ricevuto in dono e di essere inviati a proclamarlo a tutta l’umanità «fino agli estremi confini della terra» (At 1, 8). Nutriamo perciò umile e grata coscienza di essere il popolo della vita e per la vita e in tal modo ci presentiamo davanti a tutti.»

Vediamo ora alcuni passaggi fondamentali dell’insegnamento del Papa.C’è un aspetto fondamentale e decisivo che viene continuamente ricordato sia in molte parti dell’enciclica sia nel magistero ordinario di Giovanni Paolo II ed è il richiamo al fatto che il valore fondamentale dell’uomo, il suo essere persona, sta nell’essere voluto per se stesso.

Il valore della persona umana

“Come afferma il Concilio, luomo «in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa» (Gaudium et Spes, 24). La genesi delluomo non risponde soltanto alle leggi della biologia, bensì direttamente alla volontà creatrice di Dio: è la volontà che riguarda la genealogia dei figli e delle figlie delle famiglie umane. Dio «ha voluto» luomo sin dal principio – e Dio lo «vuole» in ogni concepimento e nascita umana. Dio «vuole» luomo come un essere simile a sé, come persona. Questuomo, ogni uomo, è creato da Dio «per se stesso». Ciò riguarda tutti, anche coloro che nascono con malattie o minorazioni. Nella costituzione personale di ognuno è inscritta la volontà di Dio, che vuole luomo finalizzato in un certo senso a se stesso. Dio consegna luomo a sestesso, affidandolo contemporaneamente alla famiglia e alla società, come loro compito. I genitori, davanti ad un nuovo essere umano, hanno, o dovrebbero avere, piena consapevolezza del fatto che Dio «vuole» questuomo «per se stesso».” (Lettera alle famiglie)

Quando si è persona umana

«Sul riconoscimento di tale diritto si fonda lumana convivenza e la stessa comunità politica.

Questo diritto devono, in modo particolare, difendere e promuovere i credenti in Cristo, consapevoli della meravigliosa verità ricordata dal Concilio Vaticano II: «Con lincarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo». In questo evento di salvezza, infatti, si rivela allumanità non solo lamore sconfinato di Dio che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3, 16), ma anche il valore incomparabile di ogni persona umana.»

Quali sono le minacce alla vita umana

«11. Ma la nostra attenzione intende concentrarsi, in particolare, su un altro genere di attentati, concernenti la vita nascente e terminale, che presentano caratteri nuovi rispetto al passato e sollevano problemi di singolare gravità per il fatto che tendono a perdere, nella coscienza collettiva, il carattere di «delitto» e ad assumere paradossalmente quello del «diritto», al punto che se ne pretende un vero e proprio riconoscimento legale da parte dello Stato e la successiva esecuzione mediante lintervento gratuito degli stessi operatori sanitari. Tali attentati colpiscono la vita umana in situazioni di massima precarietà, quando è priva di ogni capacità di difesa. Ancora più grave è il fatto che essi, in larga parte, sono consumati proprio allinterno e ad opera di quella famiglia che costitutivamente è invece chiamata ad essere «santuario della vita».

Come sè potuta determinare una simile situazione? Occorre prendere in considerazione molteplici fattori. Sullo sfondo cè una profonda crisi della cultura, che ingenera scetticismo sui fondamenti stessi del sapere e delletica e rende sempre più difficile cogliere con chiarezza il senso delluomo, dei suoi diritti e dei suoi doveri. A ciò si aggiungono le più diverse difficoltà esistenziali e relazionali, aggravate dalla realtà di una società complessa, in cui le persone, le coppie, le famiglie rimangono spesso sole con i loro problemi. Non mancano situazioni di particolare povertà, angustia o esasperazione, in cui la fatica della sopravvivenza, il dolore ai limiti della sopportabilità, le violenze subite, specialmente quelle che investono le donne, rendono le scelte di difesa e di promozione della vita esigenti a volte fino alleroismo.

Tutto ciò spiega, almeno in parte, come il valore della vita possa oggi subire una specie di «eclissi», per quanto la coscienza non cessi di additarlo quale valore sacro e intangibile, come dimostra il fatto stesso che si tende a coprire alcuni delitti contro la vita nascente o terminale con locuzioni di tipo sanitario, che distolgono lo sguardo dal fatto che è in gioco il diritto allesistenza di una concreta persona umana.»

Don Gabriele Mangiarotti

Comitato “ Pro-life insieme “

http://www.prolifeinsieme.it