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Esorcismi e identità di genere: oltre la narrazione ideologica
Nei giorni scorsi alcuni media hanno riportato il caso di una ragazza trans di Bari sottoposta a esorcismi “per guarirla dall’influenza maligna”. La notizia è stata presentata come denuncia di “pratiche di conversione” considerate abusi, senza però offrire un reale contraddittorio: nessuna intervista alla famiglia, nessuna voce della Chiesa, solo la testimonianza di associazioni LGBTQ+. È lecito dunque chiedersi se la narrazione non sia in realtà parziale e ideologica, piuttosto che un’inchiesta equilibrata.
Una lettura cattolica dei fatti
La Chiesa cattolica non ha mai definito l’omosessualità o la disforia di genere come malattie cliniche. Tuttavia, ricorda che atti e scelte contrari alla legge naturale sono peccato (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2357-2359). Il Creatore ha voluto l’uomo “maschio e femmina” (Gen 1,27), e il rifiuto di questa identità data porta inevitabilmente sofferenza interiore.
Ogni peccato, insegna il Vangelo, ha come padre il diavolo (cfr. Gv 8,44). La spinta a ribellarsi al proprio essere, fino a volerne cambiare i tratti essenziali, non è solo un disagio psicologico ma, in ultima analisi, un inganno del Maligno.
Il senso degli esorcismi
Lontano dalle caricature mediatiche, l’esorcismo non è una pratica superstiziosa. È un sacramentale con cui la Chiesa, in nome di Cristo, allontana il demonio da chi ne è oppresso (CCC 1673).
Don Gabriele Amorth, storico esorcista della diocesi di Roma, affermava che Satana cerca di colpire soprattutto l’ambito della sessualità, perché lì si gioca la verità più profonda dell’uomo e della donna. L’esorcismo non “cura un orientamento”, ma libera da colui che spinge al peccato e alla confusione. È un atto di misericordia spirituale, che la Chiesa offre a chi liberamente lo chiede.
Libertà e discernimento
Una famiglia che, vedendo un figlio intraprendere scelte contrarie alla propria identità naturale, decide di affidarsi alla preghiera, esercita un diritto fondamentale: la libertà religiosa. Non è “violenza” ricorrere alla Chiesa, ma anzi sarebbe violenza ideologica negare a chi crede questa possibilità.
La Chiesa non obbliga nessuno, ma annuncia una verità: ogni scelta contro la natura voluta da Dio porta alla schiavitù, non alla libertà.
La vera misericordia
Il mondo propone spesso l’accettazione acritica di ogni desiderio. La Chiesa, invece, accompagna con la pazienza e con la preghiera, ricordando che la vera carità non è assecondare tutto, ma condurre alla verità che libera (cfr. Gv 8,32). Benedetto XVI lo ha ribadito: la carità senza verità diventa sentimentalismo; solo la verità apre al bene autentico.
In conclusione, l’articolo che denuncia gli esorcismi come abusi manca di equilibrio e di rispetto per chi vede nella fede una risposta. La Chiesa non opprime ma offre un cammino: riconoscere che dietro le spinte contro natura si cela il nemico dell’uomo, e che solo Cristo, attraverso la preghiera e i sacramentali, può riportare pace e libertà autentica.
La Redazione del Comitato “ Pro-life insieme “