L’URLO PROIBITO
Avete mai sentito parlare della sofferenza intra-uterina? Nei tempi moderni siamo stati convinti che il feto ovvero il bimbo nel ventre materno sia – come il mantra ripete – un grumo di cellule inerme come una patata in un angolo della cucina! Ma siamo sicuri che sia davvero così?
In realtà ciò che avviene nell’embrione a partire dalla fecondazione è un susseguirsi di produzioni e moltiplicazioni di scambi fatti di contatto e ricezione.
Come spiegato molto bene nel libro “I primi 1000 giorni d’oro” del Prof.Bellieni Primario di Neonatologia a Siena, l’embrione manda al corpo della mamma messaggi fatti di ormoni, cioè sostanze che servono a comunicare a distanza. Ed è proprio grazie a questa comunicazione che l’embrione pur essendo un corpo estraneo non è distrutto dal corpo della madre. Questa comunicazione non è a senso unico, bensì il corpo dell mamma invia un’altra serie di ormoni all’ embrione affinché possa attecchire all’utero e promuoverne la crescita.
Raggiunte le 8 settimane l’embrione sarà chiamato feto in quanto inizia una nuova fase di sviluppo nella quale la frenesia di moltiplicazione cellulare sarà più lenta: il cuore già batte, il sesso è già determinato, così come tante altre informazioni nel suo DNA.
Il piccolo è in completa simbiosi con la mamma, un aggrovigliamento senza paragoni, tanto che recentissimi studi hanno dimostrato che durante la gravidanza alcune cellule, poche ma con grande influenza, passano attraverso la placenta e dal feto entrano a far parte del corpo della mamma e crescono nel suo sangue e nei suoi organi, specialmente nel cervello. Questo fenomeno è detto “microchimerismo”.
Alcune ricerche pubblicate sul National Library of Medicine (come – ma non è l’unica – “Cell Migration from Baby to Mother”) hanno dimostrato come le cellule fetali del figlio restino anche per decenni all’interno del corpo della madre, e non senza motivo: pare infatti che partecipino alla riparazione dei tessuti materni.
Questo dialogo biologico d’amore viene crudelmente interrotto dall’ aborto volontario, dove il feto non è l’ unica vittima, bensì la stessa madre risulta di fatto essere la seconda vittima di questa tragica scelta.
Ma oggi è proibito far ascoltare l’URLO PROIBITO di queste creature soppresse nel grembo materno, così come l’urlo disperato delle madri che soffrono nel post-aborto.
Semplicemente non si può dire! Una sorta di “mafia del pensiero” che protegge il presunto “DIRITTO DI ABORTIRE” mietendo vittime su tutti i fronti della nostra società.
Il comitato Prolife Insieme e tantissime altre associazioni hanno deciso di non cadere in atteggiamenti omertosi che rappresenterebbero una collaborazione con chi non vuole il vero bene della donna e della società intera, ma di testimoniare questo urlo di dolore.
Non fermiamo questo Urlo Proibito ma facciamo in modo che raggiunga più persone possibili per poter smantellare quello che alcuni definiscono Diritto ma che in realtà è un vero e proprio Delitto.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Comitato Pro-life insieme
www.prolifeinsieme.it