https://www.vanityfair.it/article/educazione-sessuoaffettiva-gli-svedesi-lo-fanno-meglio
La Dr.ssa Restivo sostiene la strenua necessità di “educazione sessuale e all’affettività” scolastica. Ma ogni intervento di sanità pubblica richiede la verifica della sua efficacia. In Svezia, scrive la Dr.ssa Restivo, “negli anni Trenta veniva promosso l’uso dei contraccettivi e legalizzato l’aborto” e dal 1955 la citata “educazione sessuale e all’affettività” veniva imposta nelle scuole (sottolineo: imposta, il contrario della decantata democrazia): la Dr.ssa Restivo riporta che così sarebbe stato ottenuto una “bassa incidenza di gravidanze adolescenziali. Al contrario Epicentro di Istituto Superiore della Sanità riporta che il tasso di abortività in Svezia è del 18,7% https://www.epicentro.iss.it/ben/2001/aprile/2#:~:text=L‘incidenza%20del%20fenomeno%20%C3%A8,%2C9%20per%201%20000).
e AI Overview addirittura del 20,8% per le donne di età 15-44 anni, comprese quindi le adolescenti:
https://www.google.com/search?q=tasso+di+abortivit%C3%A0+in+svezia+oggi&oq=tasso+di+abortivit%C3%A0+in+svezia&aqs=chrome.1.69i57j33i160.8044j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8
Non si comprende dunque da quali fonti la Dr.ssa Restivo attinga le sue informazioni e il suo ottimismo, come possa dipingere in modo idilliaco i risultati della “educazione sessuale e all’affettività” scolastica.
In Francia, altra patria dell’educazione sessuale scolastica, il procurato aborto è libero da 50 anni con questi brillanti risultati: 223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 202; con un tasso di abortività di 16,8/mille donne in età fertile (nella diseducata Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un terzo: 5,4/mille donne in età fertile).
I programmi di “educazione sessuale” scolastica, avviati fin dagli anni Cinquanta in Svezia, Regno Unito, Francia, hanno fallito negli scopi dichiarati di evitare comportamenti asociali, gravidanze indesiderate, procurato aborto, malattie infettive sessualmente trasmesse: tale fallimento è noto da tempo immemorabile, ma viene opportunamente occultato. Essi spesso veicolano soltanto contenuti ideologici su contraccezione, aborto, omosessualità, transessualità, nomadismo sessuale. Espongono i bambini a sessualizzazione precoce, li inducono ad interessarsi alla pornografia, alla quale purtroppo internet offre facile accesso con conseguenze perniciose a qualsiasi età. Pornografia, prostituzione, droga sono poi strettamente collegate: il mercato della pornografia attira e sfrutta, con enormi introiti, giovani uomini e giovani donne che si prostituiscono, anche per accedere alla droga: tanti di questi infelici chiudono la loro triste esistenza col suicidio.
E’ cosiddetto Paradosso Nordico: la Svezia detiene il primato assoluto per femminicidi, per stupri, ed è anche il paese in cui almeno il 30% delle donne lamenta violenze domestiche. Questi dati poissono essere ottenuti on-line anche da siti femministi come Cosmopolitan. I tassi di violenza sulle donne più alti si riscontrino nei Paesi (considerati) cosiddetti più sviluppati, come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Olanda, con punte inquietanti negli ultra-moderni, ultra-civili Stati del Nord: Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca. In Italia in base ai dati 2021 il primato delle violenze sessuali spetta alla avanzatissima Emilia Romagna.
Si fa pubblicità alla doppia contraccezione: la femminuccia deve assumere la pillola anticoncezionale e pretendere che il ragazzo usi il preservativo. Non soltanto si riduce la cosiddetta educazione sessuale non alla costruzione responsabile di rapporti rispettosi di sé e dell’altra persona, bensì alla disinvolta fruizione di rapporti sessuali anche in età precoci o precocissime, cosicché più facilmente si verificano nell’animo degli adolescenti sentimenti di insufficienza e di disorientamento, si spingono cioè questi adolescenti verso la disforia di genere.
Si aggiunga che i profilattici o almeno numerosi di essi risultano permeabili ai virus, cosicché non costituiscono reale protezione rispetto a malattie virali sessualmente trasmesse, AIDS compreso, neppure quando siano perfettamente integri. La somministrazione di ormoni contenuti negli anticoncezionali femminili è tutt’altro che scevra di rischi, in primis quelli cardiovascolari, e può anche interferire con il normale sviluppo puberale.
Ciliegina sulla torta della cosiddetta educazione sessuale è il rilievo statistico che i paesi dove essa è stata ampiamente diffusa attraverso i programmi scolastici, da anni registrano incremento, e non certo riduzione, di malattie sessualmente trasmesse, di gravidanze indesiderate, di procurato aborto in giovanissime.
Se proprio oggi si assiste all’incremento di varie forme di violenza (dalla predazione sessuale sui minori alla violenza sessuale sino allo stupro, dal bullismo al cyberbullismo, dal mobbing alla induzione al suicidio), la conseguenza logica è che la violenza deriva ed è incentivata proprio dal venir meno da quei sani modelli di relazioni familiari, che costituivano la normale educazione in una società ben ordinata e responsabile, che non sentiva e non aveva nessuna necessità di corsi specifici e di psicologi.
Infine qualche quesito: Perché dovremmo affidare noi stessi e i nostri figli a psicologi o ad altre figure estranee? Chi li sceglie? Chui li qualifica come esperti? In base a quali parametri di etica e di morale?
Quanto costano in termini di tempo impegnato questi fallimentari e controproducenti interventi di “educazione sessuale”? Quali stipendi incassano gli operatori coinvolti? E quanto costano in termini di denaro pubblico?
Direi proprio che anziché “Gli Svedesi lo fanno meglio”, occorrerebbe scrivere un saggio dal titolo: “Il fallimento della educazione sessuale e all’affettività in Svezia” col sottotitolo: “E’ ora di parlare di rispetto per tutti, di rispetto per il proprio corpo, e di amore vero, anziché di sesso brado”.
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
www.prolifeinsieme.it