Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente diritto di replica all’articolo https://associali.it/tutelare-leducazione-sessuale-comprensiva-nelle-scuole-lappello-di-associali/
Tutelare l’educazione sessuale comprensiva nelle scuole: l’appello di Associali
Un aforisma inconfutabile recita: Contra factum non valet argumentum, cioè contro la realtà dei fatti non esiste argomentazione valida: il fatto resta un fatto. Guardiamo allora alla realtà tangibile della cosiddetta “educazione sessuale e all’affettività” scolastica CSE Comprehensive sexuality education di OMS ed UNESCO https://whocc.bioeg.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/BZgA_GuidanceImplementation_Italian.pdfche riporta: “gioco del dottore” per i bambini più piccoli, “prime esperienze sessuali e contraccezione” per età 9-12 anni, con solerti spiegazioni riguardo ad “età per il consenso legalmente valido ai rapporti sessuali, fare esperienze sessuali protette e gratificanti; procurarsi e utilizzare correttamente preservativi e contraccettivi” per età 12-15 anni;, immancabilmente “gravidanza (anche nelle relazioni omosessuali), aborto, contraccezione, contraccezione d’emergenza” per età 15 anni e successivi. In altri termini promuove sessualizzazione precoce e grooming, esperienze destruenti.
Allora tocchiamo con mano il Paradosso Nordico: la Svezia detiene il primato assoluto per femminicidi, per stupri, il 30% delle svedesi lamenta violenze domestiche. Violenza sulle donne assai maggiore nei Paesi cosiddetti più sviluppati: USA, UK, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, in Italia in Emilia Romagna. (1) (2) (3) (4)
Il tasso di abortività in Svezia è superiore al 20%, in Francia 16,8/mille: 223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 2023. Nella diseducata Italia: 5,4/mille.
Ciliegina sulla torta della cosiddetta educazione sessuale è il rilievo statistico che i paesi dove essa è stata ampiamente diffusa attraverso i programmi scolastici, da anni registrano incremento, e non certo riduzione, di malattie sessualmente trasmesse, di gravidanze indesiderate, di procurato aborto in giovanissime.
La CSE e l’educazione sessuale scolastica sembrano proprio “uno strumento essenziale per promuovere il benessere fisico, mentale e sociale” non degli alunni, bensì di coloro che la promuovono, della ditte che producono preservativi, ormoni e pillole, di coloro che lucrano sul procurato aborto.
Qualsiasi trattato di criminologia riporta che la pubblicità data ad un certo tipo di crimini incentiva presso menti malate la ripetizione imitativa: il mantra dei femminicidi serve soltanto ad incentivarli e alle speculazioni di alcuni.
Questi sono fatti. Le argomentazioni dei fautori della cosiddetta “educazione sessuale e all’affettività” scolastica sono ideologia. Il Lettore potrebbe anche approfondire ad esempio con https://www.lafionda.org/2025/05/16/educazione-sessuale-a-scuola-la-storiaccia-infinita/ Educazione sessuale a scuola. La storia(ccia) infinita.
In conclusione: Costituzione art.30: E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.” Sono i genitori che devono offrire ai figli esempio di affettività e rispetto, e prendere l’iniziativa di parlare con i figlioli in rapporto con la loro peculiare fase di sviluppo. Sono semmai i genitori che dovrebbero essere sensibilizzati, non certo bambini e adolescenti affidato ad “esperti”, la cui preparazione e moralità può ben essere criticata.
L’Italia, distaccandosi dall’andazzo dei Paesi che hanno sperimentato e continuano a sperimentare il fallimento delle loro politiche di sessualizzazione precoce, può costituire esempio trainante per una sana inversione di tendenza.
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
