Donne pro choice: “Vietare la preghiera di 40 giorni per la vita!”

Egregio Direttore,
Cortesemente chiedo di replicare  a La Bastiglia MODENA / Dal 5 marzo veglia anti-aborto davanti al Policlinico. https://www.labastigliaweb.it/modena-dal-5-marzo-veglia-anti-aborto-al-policlinico-le-attiviste-pro-choice-va-vietata/
Le donne Pro-Choice al sindaco: “Va vietata” partendo da questa affermazione “L’Emilia Romagna è la Regione italiana più all’avanguardia sui protocolli medici e assistenziali per l’Ivg, ma anche la più frequentata da “veglie anti-abortiste” davanti ad ospedali pubblici.”
Chiunque abbia ancora la capacità di sviluppare un pensiero logico deduttivo può chiaramente comprendere il diretto rapporto di causa/effetto in ogni circostanza, anche nel tema dell’aborto. Infatti, più viene esasperata l’idolatria dell’aborto come emancipazione, libertà e addirittura diritto, tanto più crescerà la profonda esigenza in molti individui di opporre resistenza a questa squallida banalizzazione della sacralità della vita.
L’aborto è sempre una tragica sconfitta non solo per le donne ma per la società intera.
Purtroppo è così, oggi ci troviamo talmente impregnati da questa cultura di morte che le attiviste, che si definiscono “pro-choice”, quindi teoricamente a favore della libertà di scelta, in realtà spingono a livello sociale e politico affinché siano proibite tutte quelle azioni che offrono supporto alle donne che vogliono fare nascere i loro i figli. Quindi, di fatto, questi movimenti si dimostrano incoerenti con quanto si prefiggono, poiché senza una alternativa non può essere esercitata una scelta davvero libera e consapevole.
Il linguaggio promosso da questi movimenti, poiché spesso corrotto dalla ideologia, trasforma l’aborto in una cura medica, ma la donna incinta – tranne il caso di patologia pregressa – non è malata, anzi in natura la donna sviluppa una forza eccezionale per potersi preparare ad accogliere la vita.
La maternità è un dono e una grande responsabilità, aiutarsi tra noi donne è un dovere non solo per le future generazioni ma anche per la attuale pace sociale.
Infatti la nostra società sembra quasi immersa in una tragica battaglia nella quale la donna, in realtà, combatte contro se stessa con la presunzione di innalzare a diritto la soppressione di una parte di sé, il feto, suo figlio e soffrendo, spesso in silenzio, o addirittura negando a se stessa le cicatrici che questa violenza lascia in maniera indelebile sulla sua “pelle” e nel suo cuore.
Sì, perché la fonte della violenza non può certo essere una preghiera che valorizza l’amore e il rispetto di ogni  Vita umana unica e irripetibile, come invece purtroppo ha affermato in maniera oserei direi tragicomica, il sindaco Mezzetti definendola “fonte di turbamento”.
L’aborto è la violenza ed è la fonte del turbamento che avviene nell’animo di ogni donna, l’ IVG è una violenza non solo sul feto soppresso ma anche sulla madre che, essendo il bimbo tale dal concepimento, resta madre di un figlio mai nato.
È opportuno ricordare ai nostri politici la gravità degli effetti collaterali devastanti della INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA, che ormai da anni  sono dimostrati da numerosa letteratura scientifica, ma sembra che questi movimenti transfemministi non tengano conto neppure della scienza, quando questa contrasta con la loro ideologia.
Per chi invoca la libertà a senso unico e vuole addirittura proibire la preghiera, dimostrando la propria falsa inclusività, non resta altro che augurare di non ritrovarsi in futuro ad essere una minoranza, perché ricordiamoci che dietro ad ogni diritto o presunto tale si nasconde un dovere, che domani potrebbe prevedere proprio la soppressione delle loro più “intoccabili”libertà.
La nostra proposta, come “Prolife insieme”, è di lavorare uniti per la pace: difendiamo i diritti fondamentali di tutti, proteggiamo la Vita di tutte le donne, anche quelle nel grembo materno!

Manuela Ferraro
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it