“Diritto” all’aborto: conquista di civiltà o ritorno alla barbarie?

https://www.iodonna.it/attualita/costume-e-societa/2025/10/07/my-voice-my-choice-porta-il-diritto-allaborto-sicuro-in-commissione-ue/

https://demografica.adnkronos.com/popolazione/aborto-sicuro-europa-iniziativa-my-voice-my-choice/

Nika Kovač che collabora con la Obama Foundation, nel 2024, ha iniziato a coordinare la campagna “My Voice, My Choice” in tutta Europa. Nel 2021, Nika ha vinto i premi di Slovena dell’anno e Personalità dell’anno. Nel 2024, ha ricevuto il Global Leadership Award da Vital Vices per le donne leader in prima linea nel cambiamento.
Insomma con una portavoce di tale influenza mediatica non si può proprio dire che my voice my choice sia una “iniziativa partita dal basso”.
Sicuramente la promozione su larga scala che ha avuto questa campagna ne ha determinato l’obbiettivo raggiunto.
Ma per quanto  la pubblicità sia “l’anima del commercio”, proviamo prima ad assicurarci che il prodotto che ci vogliono vendere non sia una fregatura.

Questa cosiddetta “lotta per i diritti civili” potrebbe rappresentare davvero una conquista per noi donne?

Sembra una domanda retorica ma come donna e membro del Comitato Prolife Insieme non è di certo la prima volta che trovandomi ad analizzare iniziative che si firmano di stampo “femminista”, noto con disappunto che di fatto risultano essere contro al vero interesse della donna stessa.
Questo curioso fenomeno potrebbe essere influenzato dal fatto che negli ultimi decenni il femminismo è stato inghiottito dal transfemminismo, che lo ha di gran lunga superato in termini di facili consensi nell’opinione pubblica. Sembra perciò che il vero obbiettivo del mondo femminista non sia più quello di difendere la dignità della donna, bensì abbia assunto il ruolo di  megafono atto a ripetere slogan neutri e quindi vuoti che si adattino al genere fluido che oggi va tanto di moda, spesso accontentando per assurdo tutti tranne le donne, come nel caso degli uomini trans ammessi nelle competizioni sportive femminili.
Con la campagna My voice my choice si porta avanti il tentativo di introdurre un presunto Diritto di Aborto nello statuto dell’Unione Europea che, oltre a banalizzare ulteriormente l’eliminazione di una vita umana non voluta,  comporterebbe un adeguamento di tutti gli stati membri su un tema assai spinoso.
Infatti Nika e le sue compagne forse non hanno pensato al fatto che l’imposizione prepotente di un Diritto all’aborto per la donna porterebbe con sé automaticamente la possibilità per i singoli governi di imporre a loro discrezione l’ OBBLIGO DI ABORTO contro la stessa donna, in circostanze quali ad esempio il controllo delle nascite con l’eliminazione dei secondogeniti o delle figlie femmine o in caso di possibili problemi di salute del piccolo che comporterebbe spese troppo elevate per la sanità pubblica.
Di fatto l’OBBLIGO di aborto viene imposto anche oggi in molti paesi che noi definiamo oppressi da regimi totalitari.
Attenzione quindi a giocare a fare le “ribelli” perché pretendendo il DIRITTO DI UCCIDERE e facendo la guerra ai medici obiettori, proponendo contro di loro addirittura l’apertura di concorsi solo per medici abortisti, minacciandoli così in maniera vigliacca di restare senza lavoro, noi donne rischiamo di ritrovarci sole e abbandonate in un  momento davvero delicato e terribile come quello della interruzione volontaria di gravidanza.
La continua spinta propagandistica portata avanti da molte associazioni  che si dichiarano “femministe” anche qui in Italia per distribuire liberamente a domicilio la pillola abortiva è un chiaro esempio di come l’ideologia offuschi le menti di queste sedicenti attiviste. Alcune di queste saranno forse candidate al  prossimo “Nobel per la Pace” per progetti dall’altra parte del mondo, ma di fatto promuovendo la pillola RU 486 a domicilio stanno facendo sì che le loro concittadine italiane ricadano nel baratro di una nuova forma di “aborto clandestino”, contro il quale proprio il mondo femminista si vantava di combattere spingendo alla approvazione della stessa 194.
Queste donne infatti nella maggior parte dei casi faranno in modo di essere sole quando assumono la pillola abortiva a causa del naturale senso di vergogna e resteranno così  prive di cure mediche in caso di possibili complicazioni anche gravi, costrette ad espellere con il sangue, il piccolo feto, abbandonate nel bagno di casa propria.
Per approfondire le conseguenze dell’ aborto chirurgico e farmacologico clicca qui
https://www.alessandragraziottin.it/it/div_scheda.php/Aborto-farmacologico-come-funziona-la-RU486?ID=6852
https://www.prodonna.ch/it/gravidanza-non-voluta/aborto-rischi-conseguenze/rischi-di-aborto-per-aspirazione-e-raschiatura/
https://www.istitutopsicoterapie.com/conseguenze-psicologiche-dellinterruzione-di-gravidanza-volontaria/
Per noi di Prolife Insieme e per chi ancora crede nella giustizia, non conta quante firme si riescono a raccogliere per una iniziativa ma se di fatto questa è rivolta a garantire una vera conquista di civiltà.

L’aborto non potrà mai essere un diritto.

Anche se l’UE, oggi palesemente impregnata di ideologia in tutti gli ambiti, decidesse di dichiararlo tale, l’eliminazione dell’essere umano più innocente, più fragile e indifeso resterà sempre e comunque una tragica sconfitta per la donna, l’uomo, il medico e la società intera.
Non provare compassione verso i nostri figli, i bimbi non nati, significa non amare la nostra nazione e non provare empatia neppure con gli altri esseri umani.
Pertanto si può concludere che iniziative come quelle di “my choice my voice” alimentino nella realtà dei fatti una cultura di morte nella nostra società .
Di fronte alle sempre più numerose iniziative di questo calibro, la domanda che come cittadini europei dovremmo porci è questa: vogliamo davvero che l’Europa sia popolata da individui sempre più soli e alienati che rifiutano sistematicamente di prendersi la responsabilità delle loro scelte sessuali, diventando tristemente schiavi di istinti dettati dal puro egoismo?
È necessario riflettere bene sul fatto che ogni azione porta con sé delle conseguenze. All’aumento esasperante delle campagne di promozione dell’ ABORTO LIBERO si accompagna un tragico e costante aggravarsi  dei conflitti mondiali,  di sanguinose guerre e di traffico di essere umani specialmente di bambini nel mercato sessuale.
È ora di avere il coraggio di gettare la maschera:  abbandoniamo le bandiere della finta pace e impugniamo il DIRITTO solo per DIFENDERE LA DIGNITÀ DELLA VITA.
Vedremo così nel ritrovato amore per la vita nascente, aprirsi molti scenari di luce in questa tenebra, luce che si sprigiona nei colori dell’arcobaleno, simbolo della rinascita della speranza accompagnata dalla giustizia.

Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme

http://www.prolifeinsieme.it