Ben venga una strategia che miri all’eguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini. Siamo ben lontani da questo sogno disatteso ormai da troppo tempo . Non si può parlare di eguaglianza senza creare opportunità , opportunità di lavoro , di studio , di servizi e sussidi. Molte, troppe donne si licenziano dal lavoro ogni anno in favore della famiglia. Conciliare lavoro , maternità e famiglia diventa sempre più arduo e dispendioso. Mancano gli asili nido, le scuole a tempo pieno, i centri estivi . Non esiste una politica di supporto e aiuto alla maternità come in alcuni paesi europei dove alla donna viene consentito di rimanere a casa per crescere i figli per i primi tre anni di vita del bambino pur percependo lo stipendio. Eppure, l’Italia fa parte dell’Europa ma le disparità fra gli stati dell’Unione Europea sono fin troppo evidenti. Se la donna italiana non ha le stesse opportunità della donna tedesca o francese, parlare di strategie comunitarie rimane un’utopia e il divario fra le nazioni diventerà sempre più evidente, con tutte le conseguenze che tutto ciò comporta .
Non c’è dunque da meravigliarsi se in Italia nascono ogni anno meno bambini e se il numero degli aborti aumenta vertiginosamente.
Crescere figli per una donna che lavora è molto complicato se non impossibile, specie in certe realtà cittadine dove non c’è il supporto della cerchia parentale e dove i costi dei servizi per l’infanzia sono esorbitanti. Che dire? Ci vuole un’inversione di rotta , una strategia di supporto economico e sociale strutturato in favore delle donne madri, per garantire non solo il lavoro delle donne ma anche la loro partecipazione alla vita sociale e politica delle nostre comunità .
Dott. Isabella Di Giovanna, psicologa , Taranto.
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it