DDL Crisanti, come aumentare il numero degli operatori che praticano aborti

Commento alla proposta di legge Crisanti che coinvolge la Donna e l’Ostetrica, a cura di Rachele Sagramoso, Ostetrica. AS 1399 – CRISANTI

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Il Disegno di Legge N. 399, presentato al Senato, persegue due obiettivi principali: aumentare l’accessibilità all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e ampliare la platea degli operatori sanitari autorizzati a praticarla.

Prosegue così il testo del DDL (in corsivo):

La necessità di tale intervento deriva dalle persistenti difficoltà nell’accesso all’IVG in Italia, dovute in parte all’insufficienza di strutture operative (solo il 61,1% delle strutture autorizzate la praticano effettivamente nel 2022) e, soprattutto, all’elevato numero di medici obiettori di coscienza. Nel 2022, i ginecologi obiettori a livello nazionale erano il 60,7 per cento, un fattore che aggrava il carico sui professionisti non obiettori e limita di fatto l’accesso al servizio (dal testo del DDL).

La soluzione proposta è l’estensione delle competenze delle ostetriche, ritenute idonee per competenze e per il tipo di mansioni già svolte (che includono, ad esempio, l’estrazione manuale della placenta e la revisione uterina manuale d’urgenza, pratiche proceduralmente simili all’IVG chirurgica).

Il disegno di legge, che si compone di due articoli, intende:

1. Modificare la formazione delle ostetriche (Articolo 46 del D.Lgs.206/2007), aggiungendo conoscenze specifiche in materia di salute sessuale, contraccezione e tecniche e modalità di esecuzione dell’IVG.

2. Autorizzare le ostetriche (Articolo 48 del D.Lgs. 206/2007) a praticare la revisione uterina manuale anche nel caso di IVG e ad eseguire l’IVG farmacologica, assistendo la donna in ogni fase della somministrazione del farmaco.

3. Prevedere disposizioni transitorie (Articolo 2) affinché, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, il Ministro della salute definisca programmi formativi specifici per le ostetriche già esercenti, consentendo loro di acquisire le nuove competenze in materia di IVG.

Questa direzione è supportata anche a livello internazionale dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Confederazione Internazionale delle Ostetriche (ICM), che riconoscono l’idoneità delle ostetriche all’esecuzione delle IVG e la necessità di ampliare la platea degli operatori per garantire l’effettività dell’accesso.

Nello specifico:

1. Modificare la formazione delle ostetriche (Articolo 46 del D.Lgs.206/2007), aggiungendo conoscenze specifiche in materia di salute sessuale, contraccezione e tecniche e modalità di esecuzione dell’IVG.

Vuole dire che:

Le ostetriche, che già non ce la fanno a evitare azioni riconducibili alla Violenza Ostetrica semplice-semplice (quella della Sala Parto, per intendersi); che già non riescono a migliorare la qualità della vita delle Puerpere; che già non arrivano a garantire percentuali di allattamento materno dignitose; che già non possono far altro che andare nelle scuole e distribuire preservativi; saranno costrette a svilire la professione tanto da giungere anche anche a evitare conseguenze gravi alle donne che assumono la RU486: “Infatti dovranno saper intervenire a livello chirurgico eseguendo l’estrazione manuale della placenta e la revisione uterina manuale d’urgenza, pratiche proceduralmente simili all’IVG chirurgica” (ma con la vita della donna in pericolo).
RU486 che viene offerta come mezzo per evitare l’ospedalizzazione.

Nello specifico:

2. Autorizzare le ostetriche (Articolo 48 del D.Lgs. 206/2007) a praticare la revisione uterina manuale anche nel caso di IVG e ad eseguire l’IVG farmacologica, assistendo la donna in ogni fase della somministrazione del farmaco.

Vuole dire che:

La revisione uterina (il cosiddetto ‘raschiamento’) non è una passeggiata di salute, ma un vero e proprio atto chirurgico con rischi gravi come: infezioni, emorragie, perforazione dell’utero e la formazione di aderenze (Sindrome di Asherman). Altre complicanze meno comuni possono essere danni alla cervice o agli organi circostanti, reazioni avverse all’anestesia, o la necessità di un secondo intervento a causa di un incompleto svuotamento. Da ricordarsi che va effettuata in sedazione.

Il fatto è che i Medici sono obiettori nel 70% dei casi se non di più, mentre le Ostetriche sono obiettrici nel 30% dei casi se non di meno: questo vuole dire che dando alle ostetriche questa responsabilità, i Medici potranno evitare di essere chiamati e si liberano di un peso penale non indifferente.

Nello specifico:

3. Prevedere disposizioni transitorie (Articolo 2) affinché, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, il Ministro della salute definisca programmi formativi specifici per le ostetriche già esercenti, consentendo loro di acquisire le nuove competenze in materia di IVG.
Questa direzione è supportata anche a livello internazionale dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Confederazione Internazionale delle Ostetriche (ICM), che riconoscono l’idoneità delle ostetriche all’esecuzione delle IVG e la necessità di ampliare la platea degli operatori per garantire l’effettività dell’accesso

Vuole dire che:

Invece che modificare e rinnovare l’intera professione Medica e Ostetrica di modo tale che le Donne vivano davvero in uno stato di benessere la loro vita fertile, le Ostetriche si prendono il peso legale di un’azione – quella abortiva e quella degli effetti conseguenti a quella abortiva – che infanga ulteriormente la professione ostetrica da quando si è voluto implementare il concetto che l’ABORTO (che è l’interruzione di un processo fisiologico) sia un ATTO che promuove la SALUTE.

Quindi i presupposti sono:

1) visto che ci sono troppi pochi aborti, incrementiamoli ancora maggiormente, tanto c’è il Bonus Psicologo: se qualche Donna poi soffre dopo aver scelto l’IVG, ci pensa lo specialista della salute.

2) visto che la RU486 non è così salutare come viene offerta e di effetti negativi ce ne sono diversi (tra qui il rischio di contrarre il Clostridium Sordellii), dividiamo un po’ la responsabilità del “raschiamento”: in questo modo salvaguardiamo la professione Medica (che già ha le sue gatte da pelare a causa della medicalizzazione e della farmacologizzazione massiccia).

La Violenza Ostetrica esiste, ed è l’abuso della medicalizzazione per salvaguardare le Ideologie che hanno: Disconosciuto la salvaguardia della Fisiologia Femminile tenendola legata a doppio filo con la Medicalizzazione;
Rovinato la Fertilità Femminile manipolando la competenza delle Donne;
Reso violenta la Sessualità e la relazione sessuale tra Femminile e Maschile giustificando la pornografia, la prostituzione e la violenza psicologica.
Ucciso la Maternità cancellando tutto ciò che è solo femminile e rendendo la Creatura un oggetto di bramosia.
Incrementato la Violenza Ostetrica e lo stupro delle Donne in Sala Parto/Ambulatorio.
Oscurato la competenza Femminile data dalla Prossimità e dalla Reciprocità tra Donne.

Le donne valgono di più dell’aborto.
Chi lo promuove le vuole sole, addolorate, vuote.

Comitato Pro-life insieme

http://www.prolifeinsieme.it