Culle termiche per salvare i neonati, un progetto in tutti gli ospedali

Egregio Direttore,
Vorrei commentare l’articolo https://www.editorialedomani.it/fatti/le-culle-termiche-strumentalizzate-dai-movimenti-antiscelta-il-parto-in-anonimato-in-ospedale-e-un-diritto-v9iext0n

Un obiettivo della nostra associazione VITA IN UNA CULLA è quello di attivare, in diversi punti nascita delle province, una culla termica dotata di allarme che consenta di posare il neonato prima del riconoscimento del “figlio biologico” che, per legge, deve avvenire entro i 10 giorni dal parto.

Questo accorgimento assicura al bambino le ideali condizioni termiche nonché garantisce il tempestivo intervento dei sanitari e l’anonimato dei genitori biologici.
Inoltre c’è la possibilità, da parte del giudice tutelare del tribunale dei minori, di identificare una famiglia affidataria o adottiva.
VITA IN UNA CULLA  può evitare casi di infanticidio come, peraltro, già avvenuto in diverse città italiane dotate di questa misura di cui probabilmente non c’era conoscenza.

Importante è promuovere una proposta di legge che equipari questi preziosi ausili al parto in anonimato per definirne l’importanza e garantirne la vigilanza da parte dell’ ASL competenti sul territorio.

La culla termica è segnale di un cambio di paradigma rispetto alla vita nascente che non può più essere ignorata o trascurata. Se il parto anonimo è tutelato dalla legge la culla è lasciata alla buona volontà del singolo e questo non va bene. Gli incidenti sono dietro l’angolo come purtroppo si è visto a Bari.

L’obiettivo è dunque quello di diffondere la consapevolezza che il modo per tutelare e difendere la vita c’è e va sfruttato.

Non tutte le donne hanno il coraggio di “metterci la faccia” partorendo in ospedale e poi affidando il bambino.
Alcune poi cambiano idea dopo qualche tempo perché non ce la fanno a prendersi cura di una vita.
Spesso sono donne sole ma non sempre.

Le culle non hanno come obiettivo quello di mettere in secondo piano il parto anonimo, che tutela la salute di mamma e bambino garantendo sicurezza e ambiente favorevole e che quindi va fatto conoscere.
Sono  solo strumenti in più.

Importante è accompagnare la donna che manifesti il bisogno di partorire in anonimato costituendo, nei punti nascita, équipe di personale socio-sanitario dedicato all’accoglienza.

Noi ci auguriamo che cambiamenti a favore della vita avvengano.
L’iniziativa della nostra associazione non è risolutiva ma concreta e rappresenta un’opportunità per la collettività.
Parto anonimo e culle per la vita vanno viste in un ottica complementare e vanno entrambi tutelati dallo Stato.

Angela D’Alessandro
Per Comitato “ Pro-life insieme “