Crisi demografica, tra le cause anche la legge 194/78

Egregio Direttore,
Trovo molto interessante l’articolo https://www.corriere.it/opinioni/25_giugno_20/le-nascite-in-calo-e-perche-a1b5609f-c012-49b5-9533-6bcb9247cxlk.shtmldedicato alla crisi demografica: un fenomeno così complesso inevitabilmente non può essere analizzato in tutte le sue componenti in un semplice articolo e neppure in queste considerazioni aggiuntive.
Notevole l’osservazione che “persone più istruite, occupate, con alto reddito” siano “Dinks: double income, no kids”, affiancati tuttavia da molte altre persone “in tutte le fasce socio-economiche”. Porrei a questo punto il quesito se l’assenza di figli sia in congrua misura il risultato di una scolarità farraginosa e protratta; di “egoismo, edonismo” per i pochi fortunati, che celermente approdano ad occupazioni redditizie; di precarietà nel lavoro per tutti gli altri. Riguardo alla scolarità è evidente l’inconsistenza di anni trascorsi sui banchi senza sviluppare solide capacità critiche né capacità professionali; ultimo ritrovato per tale lungaggine la laurea triennale seguita dalla laurea magistrale biennale,cosicché lauree di quattro anni sono diventate come minimo di cinque; unico risultato tangibile la distribuzione di nuove cattedre, la produzione di un maggior numero di testi.

D’altra parte la volontà di rispedire celermente le madri al lavoro crea strutture come asili nido e scuole materne, che cospirano all’esproprio dei figli: bambini piccoli trasformati in pacchi, che genitori affannati scaricano in queste strutture prima di correre al loro lavoro. Li scaricano da automobili gelide l’inverno, da automobili infuocate l’estate: e qui in alcuni terribili casi li dimenticano cosicché bambini piccoli muoiono legati al loro seggiolino.

In realtà nei “Paesi con culture più orientate all’individualismo” la natalità è stata incentivata non da questi “robusti servizi” di asili nido e scuole materne, bensì dalla introduzione di periodi di congedo parentale molto più lunghi, ben retribuiti, con restituzione alle famiglie di denaro precedentemente sottratto proprio per questi  “robusti servizi” alienanti. Il congedo parentale (con diverse coperture retributive) raggiunge i due anni in Austria e Romania, i tre anni in Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Spagna, e addirittura i sei anni in Germania.

In questo momento in Italia sarebbero comunque presenti oltre sei milioni di cittadini in più, di età compresa tra 47 anni e meno di un anno,  se essi non fossero stati eliminati con il procurato aborto, consentito ed incentivato dalla 194/1978, ( Legge 194, un fallimento totale nelle cifre ) dal titolo ossimoro “Norme per la tutela sociale della maternità (sic) e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. In realtà gli Italiani sarebbero in numero ancor maggiore se agli aborti censiti si aggiungessero quelli derivanti da pillole abortive come quelle “del 1° o del 5° giorno dopo”.

Proporre quale soluzione l’importazione più o meno selvaggia di immigrati, conforme ai progetti destabilizzanti di Kalergi, significa aggravare la situazione. Guardiano alla situazione in Francia: Nicolas Pouvreau-Monti , dell’Osservatorio sull’Immigrazione e la Demografia di Parigi, riporta: “L’immigrazione erode ogni anno il 3,4% del PIL della Francia, aggravando le difficoltà dell’economia: bassa occupazione, minore produttività, squilibri di bilancio. Il 31% degli immigrati di età tra 30 e 40 anni non ha qualifiche contro il 10% dei Francesi. Solo l’86% dei costi generati dall’immigrazione è coperto dalle relative entrate fiscali. Gli immigrati pesano come una tassa da 105 miliardi di euro.”
Fra sabato 21 e domenica 22 nelle città francesi dove si teneva la Festa della Musica, gli immigranti hanno scatenato pesanti disordini: 51 incendi, 1500 passanti feriti, 21 violenze sessuali denunciate, risse, aggressioni, furti, negozi devastati.
Riguardo alla 194/1978 lascerei le conclusioni a Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista  Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Grazie. Cordiali saluti:

Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
www.prolifeinsieme.it