All’articolo del Dottor Alberto Virgolino
“Contraccezione di emergenza”, l’analisi del Dott. Alberto Virgolino Giu 30, 2025
è stata inviata via mail (*) una risposta alla quale il Dottor Virgolino compiutamente replica.
Gentili Autori,
anche se non ho potuto farlo prima, desidero rispondere alla vostra mail che ho ricevuto privatamente con la quale avete commentato la mia replica al vostro articolo del 25 giugno scorso sulla “contraccezione d’emergenza”. Come gli stessi autori dei lavori scientifici da voi citati, ammettono (Rosato et al., 2016: “To date the majority of the evidence concurs in excluding a post-fertilization effect of UPA, even though more studies are needed to clarify its mechanism of action), la questione sugli effettivi meccanismi di azione delle pillole post-coitali di emergenza (ECP) – LNG (Levonorgestrel, pillola del giorno dopo, Norlevo) e UPA (Ulipristal acetato, pillola dei 5 giorni dopo, ellaOne) – è ancora dibattuta tra i vari ricercatori nella letteratura scientifica. Ritengo pertanto quanto mai opportuno e doveroso considerare anche le altre maggiori revews che hanno studiato questo aspetto scientifico e che, forse, le agenzie internazionali più influenti sull’ OMS non hanno saputo o voluto prendere in considerazione. Del resto, gli interessi economici su questi prodotti chimici, sono indubbiamente notevoli; per questo è naturale il sospetto che vengano accreditate le pubblicazioni che negano l’effetto abortivo di queste sostanze.
Sappiamo come già negli anni ’60 l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) aveva voluto cambiare il significato del termine “concepimento”, quale momento d’inizio della vita di un nuovo essere umano e quindi della gravidanza (la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo) facendolo invece coincidere con l’impianto successivo della blastocisti nell’utero. In tal modo surrettizio ed arbitrario rispetto alle conoscenze genetiche, biologiche ed embriologiche universalmente riconosciute, è stato annullato il valore e il rispetto dovuto all’essere umano nelle sue primissime fasi di sviluppo. Tutto questo nella logica di rendere accettabili sia la contraccezione ormonale che già in quegli anni cominciava ad essere sospettata di un meccanismo anche anti-nidatorio, sia la fecondazione extracorporea con la manipolazione dell’embrione prodotto in vitro. E questa neo-definizione di inizio-vita e gravidanza ha influenzato ed influenza tuttora le Società scientifiche di Ginecologia di tutto il mondo, così che gli effetti ormonali delle pillole e quelli dei sistemi (IUD o spirale) che “intercettano” l’embrione prima del suo impianto nell’utero non vengono considerati abortivi precoci ma semplicemente contraccettivi.
Allora non stupisce che nel 2012 il Comitato ACOG abbia dichiarato che la contraccezione d’emergenza non è efficace dopo l’impianto; pertanto non è un abortivo.
Come gli organismi scientifici internazionali abbiano condizionato, falsandola, la conoscenza dei meccanismi di azione della pillola LNG-EC è dimostrata nel seguente lavoro di Bruno Mozzanega ed Erich Cosmi. How do levonorgestrel-only emergency contraceptive pills prevent pregnancy? Some considerations. Gynecol Endocrinol. 2011 Jun;27(6):439-42. doi: 10.3109/09513590.2010.501885. Epub 2010 Jul 29. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20670097/
Anche un’ampia review condotta da questi autori: Juan R. Vélez, Rebecca Peck. The Postovulatory Mechanism of Action of Plan B, A Review of the Scientific Literature. January 2013. The National Catholic Bioethics Quarterly 13. (Winter 2013):677-716. DOI:10.5840/ncbq201313410 https://www.researchgate.net/publication/271134726_The_Postouvlatory_Mechanism_of_Action_of_Plan_B_A_Review_of_the_Scientific_Literatureha dimostrato quanto il LNG della “pillola del giorno dopo” abbia effetti sulla fase post-concepimento, agendo a vari livelli: rallentamento del trasporto dell’embrione nella tuba verso l’utero con conseguente possibilità di causare una gravidanza ectopica extrauterina o determinare l’arrivo ritardato dell’embrione in utero (dopo la breve finestra di 4 giorni dal concepimento, utili all’impianto); riduzione dei livelli di LH e di Progesterone da parte del corpo luteo, con abbreviazione della fase luteale, tale da prevenire le modificazioni dell’endometrio, necessarie per consentire l’impianto; ma anche un possibile effetto diretto sull’endometrio rendendolo inospitale all’embrione.
Due ampi studi condotti da Gabriela Noè nel 2010 e 2011 (Gabriela Noé et al. Contraceptive efficacy of emergency contraception with levonorgestrel given before or after ovulation. Contraception. 2010 May;81(5):414-20. doi: 10.1016/j.contraception.2009.12.015. Epub 2010 Jan 27. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20399948/
Gabriela Noé et al. Contraceptive efficacy of emergency contraception with levonorgestrel given before or after ovulation. Contraception. 2011 Nov;84(5):486-92. doi: 10.1016/j.contraception.2011.03.006. Epub 2011 Apr 27. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22018122/ )
hanno in sintesi dimostrato quanto segue: “E’ possibile che il Piano B (l’utilizzo del LNG-EC come contraccettivo d’emergenza) possa ritardare l’ovulazione quando la pillola è assunta prima o all’inizio del periodo fertile, quando la probabilità di gravidanza è scarsa o nulla, e perciò, non è “necessario” prevenire una gravidanza. Quando la pillola viene data dopo un rapporto nel periodo fertile e prima del picco dell’LH che innesca l’ovulazione, il Piano B fallisce nell’azione come contraccettivo nell’80-92% delle volte; agisce invece come un abortivo, eliminando tutti gli embrioni che probabilmente sono stati concepiti. Quando la pillola viene data il giorno dell’ovulazione o più tardi per prevenire la gravidanza dopo un rapporto nel periodo fertile, quasi sempre fallisce nel prevenire gravidanze stabilite”.
Nel lavoro di Vivian Brache et al. Ulipristal acetate prevents ovulation more effectively than levonorgestrel: analysis of pooled data from three randomized trials of emergency contraception regimens. Contraception. 2013 Nov;88(5):611-8. doi: 10.1016/j.contraception.2013.05.010. Epub 2013 May 22. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23809278/ è stato valutato e messo a confronto l’effetto anti-ovulatorio del LNG-EC, dell’UPA, di un terzo EC (Meloxicam), del LNG + Meloxicam, e del placebo. E’ stato verificato quanto già Mozzanega/Cosmi e Peck/ Vèlez avevano considerato per il LNG, cioè che questo è minimamente efficace nel ritardare l’ovulazione se assunto nel periodo fertile immediatamente precedente l’ovulazione. Inoltre il LNG-EC era meno efficace del placebo nel ritardare/inibire l’ovulazione a causa del progesterone che induce l’ovulazione entro 48 ore.
Queste sopra riportate sono integrazioni della letteratura scientifica sul meccanismo di azione del LNG-EC, pillola del giorno dopo, che meritano attenzione. Sugli effetti dell’UPA, pillola dei 5 giorni dopo (ellaOne), ho già dato sufficienti riferimenti bibliografici nella mia precedente comunicazione, meritevoli di altrettanta considerazione.
Mi permetto comunque di rilevare che nelle espressioni degli autori, sia nell’articolo di Neodemos che nella mail inviatami privatamente, rilevo delle contraddizioni concettuali.
Se l’efficacia contraccettiva della ECP è inferiore a quella della contraccezione ordinaria nel prevenire il concepimento (Glasier, 2010), tanto da sconsigliarne l’uso come prevenzione delle gravidanze, quale sarebbe allora il reale meccanismo d’azione che porterebbe ad abbassare il tasso di gravidanze indesiderate e, quindi, gli aborti volontari?
Perché sostenere una diffusione maggiore della EC, addirittura permettendo l’acquisto senza ricetta medica alle minorenni anche della “pillola del giorno dopo”, se i dati della letteratura (Raymond EG et al. Population effect of increased access to emergency contraceptive pills: a systematic review”. Obstet Gynecol. 2007 Jan;109(1):181-8. doi: 10.1097/01.AOG.0000250904.06923.4a. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17197603/ dicono che un maggiore accesso alle pillole per la contraccezione d’emergenza ne aumenta l’uso, ma non riduce i tassi di gravidanze indesiderate e, quindi, l’abortività: «Increased access to emergency contraceptive pills enhances use but has not been shown to reduce unintended pregnancy rates. Further research is needed to explain this finding and to define the best ways to use emergency contraception to produce a public health benefit»?
Se nei Paesi del Nord Europa, come anche in Francia e Regno Unito, nei quali la contraccezione sia ordinaria sia d’emergenza è diffusa in maniera capillare e massiccia, e i giovani sono bombardati, sin dalle scuole, con programmi e campagne pubbliche di educazione sessuale, non solo gravidanze indesiderate e aborti volontari non diminuiscono, ma addirittura raddoppiano e triplicano (come scrivono giustamente i tre autori), e aumenta persino la ripetitività abortiva, perché allora plaudire ad una “disseminazione della ECP” anche in Italia?
L’analisi del fenomeno ci dice piuttosto che più aumenta il ricorso alla contraccezione (ordinaria e d’emergenza), più aumentano le gravidanze indesiderate e gli aborti indotti. Questo fenomeno è stato spiegato con la fallacia propria della contraccezione (a oggi non esiste un contraccettivo, nemmeno tra quelli ormonali considerati più sicuri, che abbia un indice pearl uguale a zero) unitamente al fenomeno detto “risk compensation” o “effetto cinture di sicurezza”. Risultato? Contraccezione e aborto sono due facce della stessa medaglia.
Ben venga allora la raccomandazione di Dalla Zuanna, Giraldo e Loghi che le “pillole d’emergenza” non siano distribuite gratuitamente dai Consultori e vendute come prodotto da banco, anche se essi auspicano – in modo contraddittorio – la loro dispensazione in farmacia senza ricetta medica anche per le ragazze.
Sarebbe invece opportuno e segno di vera promozione della salute pubblica, e delle donne in particolare, il controllo sanitario della assunzione di queste sostanze – non basta la raccomandazione del farmacista di non farne un uso abituale! – sia per poter verificare i loro rispettivi effetti collaterali immediati e a distanza sulla salute delle donne, sia per prevenirne l’abuso; in particolare per l’UPA, la pillola dei 5 giorni dopo (ellaOne), essendo dimostrato l’effetto abortivo chimico, simile a quello del Mifepristone (Ru486), se assunta in doppia dose, e per i suoi dimostrati e possibili effetti epatotossici (Mozzanega 2020).
In conclusione, la cosiddetta “contraccezione d’emergenza” (EC), lungi dall’essere un nuovo traguardo di evoluzione e di benessere sociale, rappresenta invece una grande sfida etica e sanitaria sia per la singola donna che per il costume sociale: non viene riconosciuto e rispettato, in primis, l’essere umano fin dal suo concepimento; le relazioni affettive e sessuali scadono nel piacere edonistico e consumistico, incentivando una mentalità individualistica e votata alla sterilità. La donna, credendosi libera ed emancipata, è invece il primo bersaglio, il più facile da colpire, per diventarne tristemente vittima. E la società precipita sempre di più nella denatalità.
Dott. Alberto Virgolino
Presidente Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici
Per Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it
* Mail degli Autori di Neodemos
Gentile dottore
Grazie per la sua mail, cui rispondiamo per punti.
Le sue obiezioni sugli effetti collaterali e abortivi della
contraccezione d’emergenza contrastano con la parte preponderante della
lettertura internazionale, che citiamo nell’articolo citato in calce a
Neodemos:
Dalla-Zuanna G., A. Giraldo and M. Loghi (2025) “Ten years of emergency
contraception in Italy (2012-21) in the context of the second
contraceptive revolution”, Popolazione e Storia,
https://popolazioneestoria.it/article/view/1696
vedi in particolare per i presunti effetti abortivi di UPA questa review
sistematica: E. Rosato, M. Farris, C. Bastianelli 2016, Mechanism of
Action of Ulipristal Acetate for Emergency Contraception: A Systematic
Review, «Frontiers in Pharmacology», 6: 315, di cui riportiamo il
riassunto.
Ulipristal acetate (UPA) is now recommended as first choice hormonal
emergency contraception (EC), due to its higher efficacy and similar
safety compared to Levonorgestrel – EC. Even though all trials
demonstrated that the first mechanism of action is inhibition of
ovulation, some authors still postulate that a post fertilization effect
is also possible, raising the alert on medication and fostering the
ethical debate. A Medline database search was performed in order to find
recent articles related to UPA’s effects on ovulation, on fallopian tube
and on endometrium. We also analyzed the effects on sperm function and
pregnancy. All studies conclude that UPA is effective in inhibition of
ovulation even when administered shortly before LH peak. The effects on
fallopian tube are unclear: according to some authors UPA inhibits
ciliar beat through an agonistic effect on progesterone receptors,
according to others it antagonizes the progesterone-induced ciliar beat
decrease. Concerning the action on endometrium and on embryo
implantation most of the studies concluded that low dose UPA used for EC
has no significant effect on the decrease of endometrial thickness and
on embryo’s attachment, but these results are still matter of debate.
Finally recent evidence suggests that UPA modulates human sperm
functions while it has no effect on established pregnancy. To date the
majority of the evidence concurs in excluding a post-fertilization
effect of UPA, even though more studies are needed to clarify its
mechanism of action.
Crediamo anche in base a questi studi OMS affermi che: “Emergency
contraceptive pills prevent pregnancy by preventing or delaying
ovulation and they do not induce an abortion.”
https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/emergency-contraception
Quanto al recente articolo di Winkoff et al. [2025], ci sembra che
l’aver constatatato un effetto abortivo dell’utilizzo di un dosaggio
doppio di UPA, non sia sufficiente per provare l’effetto abortivo del
dosaggio singolo. Del resto, come scriveva Paracelso: “Omnia venenum
sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non
fit”.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali, lei stesso afferma che non
vi sono studi sufficienti sull’effetto a lungo termine di questi
farmaci, che ovviamente sarebbero benvenuti. Tuttavia, un uso così
esteso e prolungato di questi farmaci in tutto il mondo (dal 1999) non
hanno finora rilevato – a quanto ci consta – problemi tali da mettere in
questione il loro utilizzo. Nella nostra ignoranza in materia, ci
permettiamo di suggerire che il confronto con gli effetti collaterali
della daily pill ci sembra discutibile: una cos è assumere ormoni ogni
giorno per anni, un’altra assumere una pillola d’emergenza in modo
sporadico. Ed è difficile pensare, dato il costo, che la pillola
d’emergenza venga assunta sistematicamente da donne con una vita
sessuale relativamente intensa.
Inoltre, i demografi definiscono “seconda rivoluzione contraccettiva”
quella che fa uso di prodotti chimici, strumenti meccanici,
sterilizzazione chirurgica, oppure dei metodi più sofisticati di
astinenza periodica, mentre la prima faceva uso di coito interrotto, di
metodi folkloristici e, dagli anni Trente, del metodo Ogino Knaus. Per
inciso, noi non inneggiamo a nessuna vecchia o nuova rivoluzione, ma
vogliamo solo raccontarne un piccolo tratto, con riferimento al caso
italiano.
Infine, se la contraccezione di emergenza non ha effetti abortivi – come
dicono la maggioranza degli studi – e se, come accade in Italia, le
pillole debbono essere fornite dal farmacista con raccomandazione di non
farne uso come contraccezione abituale, non credo che il suo uso possa
“disprezzare la salute delle donne, favorire un costume sessuale che
deprime la dignità della persona, resa incapace di scelte responsabili
in una dimensione della vita così fondamentale, quale quella sessuale”.
Noi stessi mettiamo l’accento sullo scarso potere contraccettivo delle
due pillole di emergenza (su questo sviluppiamo i calcoli partendo dati
rigorosi di Lancet:
A.F. Glasier, S.T. Cameron, P.M. Fine et al. 2010, Ulipristal acetate
versus levonorgestrel for emer-
gency contraception: a randomised non-inferiority trial and
meta-analysis, «The Lancet», 375,
9714, 13-19 February 2010, 555-562.
e dagli approfonditi calcoli sulla fecondabilità di Bernardo Colombo e
Guido Masarotto:
B. Colombo, G. Masarotto 2000, Daily Fecundability: First Results from a
New Data Base, «Demo-
graphic Research», 3, 5.
Non prendiamo per buoni i tassi di successo troppo “generosi” riportati
da OMS sul documento prima citato.
Esprimiamo forti perplessità anche sulla cessione gratuita delle pillole
di contraccezione di emergenza nei consultori, o vendita come farmaco da
banco, come si fa specialmente nel Nord Europa. IN quei paesi – non
crediamo a caso – l’uso della contraccezione di emergenza è molto più
esteso, ma anche l’abortività volontaria è doppia o tripla rispetto
all’Italia (vedi i dati dell’ultima relazione al Parlamento sulle IVG).
Se queste pillole, nel nostro paese, hanno evitato un numero non piccolo
di aborti volontari, pensiamo abbiano dato un contribuito importante
alla vita.
Ringraziando per l’attenzione verso il nostro lavoro, salutiamo
cordialmente.
Gli autori
Qui l’articolo pubblicato su Neodemos
https://www.neodemos.info/2025/06/25/dieci-anni-di-contraccezione-di-emergenza-in-italia-2012-21/