Egergio Direttore,
Leggo con tristezza della decisione di non rendere pubblici nei cimiteri, i nomi delle donne che hanno abortito i propri bambini, per tutelare la privacy di chi ha esercitato il “diritto” sancito dalla legge 194. Sottolineo, leggo con tristezza perché vedo che si sbandiera il diritto della donna, e nulla si dice del diritto di nascere dei piccoli, eliminati nel silenzio e spesso all’insaputa dei padri, privati anch’essi del diritto di esprimere la propria opinione in merito al figlio che con la donna avevano concepito.
Non posso, da docente, non ricordare sia l’editto di Saint Cloud, del 1804 con il quale Napoleone escludeva le tombe dalla città, sia tutte le volte in cui i defunti venivano scaricati in fosse comuni senza una epigrafe che li ricordasse. Sembra di essere ripiombati in un’epoca barbara, quando non c’era la possibilità di piangere per i defunti.
Mi chiedo però quale sia il motivo di tale accanimento, di una insistente esigenza di privacy per le donne che ogni giorno urlano invece il diritto di aborto, che non darebbe loro alcuna sofferenza, visto che ad essere eliminato sarebbe, secondo loro, solo un grumo di cellule.
C’è una palese contraddizione tra una libertà esasperata e un desiderio di nascondimento, come se si volesse in realtà camuffare il dolore sotto la bandiera dell’autodeterminazione.
Che cosa costerebbe alle donne concedere almeno l’onore e la pietà ai bimbi che hanno deciso di non far nascere? ( Bimbi abortiti, l’onore e la pietà di una degna sepoltura)
Se davvero i piccoli figli cui hanno rinunciato, non sono, per loro, nulla di vivo, perché non esporsi e con un estremo atto di generosità non riconoscere un luogo dove piangerli?
Forse perché sanno, dentro di sé, che quel bimbo allo stadio embrionale, il cui cuore batteva a 18 giorni dal concepimento, era vivo ed era il loro figlioletto.
Una lapide sulla quale riconoscere il proprio errore potrebbe dare loro sollievo, dopo la decisione più tragica della loro esistenza. Serve un atto di coraggio per inginocchiarsi e chiedere perdono.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it