Censura ai manifesti di Provita: replica della Prof. Francesca Poleggi

Spett. GIORNALESM,

un vostro articolo del 3 aprile u.s. https://giornalesm.com/rimini-vieta-i-manifesti-con-trump-contro-lideologia-gender-messaggio-discriminatorio-e-allarmistico/ accusa ProVita & Famiglia e l’Ass. San Michele Arcangelo, di mentire e discriminare attraverso certi manifesti, censurati dalla Giunta comunale di Rimini e dalla Ravenna Entrate Spa, che invitavano il Governo a seguire l’esempio di Trump il quale intende impedire la “mutilazione dei giovani causata dall’ideologia gender”.
Sembra che il vostro portale – come l’Amministrazione in questione – ignori che le cosiddette “terapie per l’affermazione di genere”, cioè per il “cambiamento di sesso”, sono al centro di un dibattito scientifico internazionale che ha posto seri dubbi sulla loro efficacia nell’aiutare le persone che soffrono per disforia. Anzi. I Paesi del Nord Europa e diversi Stati federati americani, molto prima delle elezioni di Trump, le hanno messe seriamente in discussione, soprattutto alla luce delle cause intentate contro le cliniche “di genere” dai “detransitioner” come Luka Hein – che ProVita & Famiglia ha portato in giro per l’Italia a dare la sua dolorosa testimonianza: giovani che hanno subito danni psico-fisici gravi e irrimediabili.  I tanti che non hanno la forza di “detransizionare” vivono una vita disperata: Joshua E Lewis, et al., Examining gender-specific mental health risks after gender-affirming surgery: a national database study, in  The Journal of Sexual Medicine, 2025;, qdaf026, https://doi.org/10.1093/jsxmed/qdaf026
è solo uno degli ultimi tra i tanti studi scientifici (conoscerete senz’altro il celebre “Cass Report”) che rilevano come sia molto più facile il suicidio dopo la transizione che prima. E lo scandalo dei “Wpath files” è solo una delle più evidenti prove della mala fede dei professionisti del “cambiamento di sesso” che in ossequio a una ideologia priva di qualsiasi fondamento scientifico hanno rovinato migliaia di giovani.
Una discriminazione ingiusta e dolorosa, perciò, è perpetrata non dai manifesti di ProVita & Famiglia, ma da chi vuole nascondere queste evidenze a persone fragili, sofferenti, che vengono ingannate facendo loro credere di essere nate nel corpo sbagliato.
Inoltre, il Comune di Rimini e la Ravenna Entrate Spa calpestano il diritto alla libertà di manifestazione di pensiero e parola sancito dall’art. 21 Cost. Non ci sorprende.
Già nel 2020, a Rimini, avevano censurato dei manifesti di ProVita & Famiglia tesi alla tutela della salute delle donne con argomentazioni illiberali, pretestuose ed ideologiche, avallate da giudici che pervicacemente ed erroneamente continuano ad applicare alle campagne di utilità sociale di ProVita & Famiglia norme destinate alle pubblicità commerciali, ignorando sfacciatamente le decisioni della Corte costituzionale che considera tali manifesti come espressione della libertà di stampa, con la tutela rafforzata ai sensi dei commi 2 e seguenti dell’art. 21 Cost., il che rende illegittima la censura da parte delle pubbliche amministrazioni.
Parafrasando il Grande Fratello di Orwell («la pace è guerra, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza») è evidente che secondo molti, giudici e politici compresi, oggi la censura è libertà.

Prof. Francesca Romana Poleggi, direttivo ProVita & Famiglia
per il Comitato Prolife Insieme
http://www.prolifeinsieme.it

https://giornalesm.com/rimini-vieta-i-manifesti-con-trump-contro-lideologia-gender-la-replica-di-provita-famiglia/