https://www.uaar.it/appuntamenti/2025-09-27-catania-raccolta-firme-iniziativa-aborto-senza-ricovero/
“Aborto senza ricovero”, in apparenza, è una campagna per la difesa dell’autodeterminazione della donna che vuole interrompere la sua gravidanza con aborto farmacologico.
Per i suoi sostenitori il ricovero (che poi è un ricovero in day hospital) sarebbe un modo per rendere più difficoltosa la procedura e quindi fare indebitamente pressione sulla volontà della donna che vuole abortire.
E’ un ragionamento ingannevole che puzza fortemente di zolfo.
Basterebbe considerare che il ricovero non è un sequestro di persona, ma una modalità che consente al paziente di avere assistenza medica continuativa: semmai, quindi, è una modalità attuativa del diritto alla salute quando ricorrano le esigenze di tutela.
Nessuno penserebbe che sia meglio mandare a casa un iperteso piuttosto che trattenerlo in ospedale fino alla normalizzazione della pressione.
E invece sarebbe bene rispedire una donna a casa, nella totale assenza di vigilanza circa le sue condizioni fisiche, psicologiche, familiari, ecc., per eseguire in modalità fai da te la fase cruciale dell’aborto, ossia l’espulsione del feto ?
La proposta, tra l’altro, è in aperto contrasto con la L. 194, che vieta che l’aborto si svolga fuori dalle strutture sanitarie e che prescrive un’attività di counseling e di accompagnamento della donna per tutte le fasi dell’IVG.
E’ evidente che l’aborto senza ricovero è un aborto meno sicuro per la salute della donna e per la sua autodeterminazione – perchè la scelta, per essere valida, oltre che informata, deve essere certamente tale per tutta la durata della procedura abortiva, dovendosi sempre preservare le condizioni perchè la donna, fino all’ultimo, possa cambiare idea, esercitando così effettivamente la sua autodeterminazione.
Con l’aborto senza ricovero la donna perde il diritto ad essere adeguatamente assistita, per guadagnare quello di arrangiarsi da sola in un momento difficile.
Chi e cosa guadagna, poi ? Sicuramente ci guadagna la spesa sanitaria, certamente ridotta; e ci guadagna la campagna di banalizzazione dell’aborto, rappresentato come un mal di pancia per il quale non occorre neppure andare in ospedale, essendo sufficiente il bagno di casa.
Che dire: RU486, tutti i vantaggi del caro vecchio aborto clandestino.
Avv. Marilia Peritore. Licata ( Agrigento)
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it