Egregio direttore,
ho guardato l’intervista al regista e all’attrice pubblicata sul suo
giornale e le chiedo cortesemente di concedermi una replica.
https://lavalledeitempli.net/2024/12/13/il-corto-sette-settimane-di-enrico-acciani-sullinterruzione-di-gravidanza-in-concorso-allafrodite-shorts/
Mi chiedo: varrà davvero la pena di vedere questo cortometraggio? La mia
non è una domanda retorica e non intende essere offensiva, ma non sono
sicura che la narrazione del film possa davvero essere rivoluzionaria,
perché dall’intervista emergono i soliti luoghi comuni sull’aborto:
prima di tutto il regista ha affermato che questa è una questione che
riguarda la donna, dimostrando come ancora una volta l’uomo non voglia
assumersi responsabilità sul figlio che insieme alla donna ha concepito;
poi,la seconda affermazione è stata dell’attrice, anche qui solito luogo
comune sulla “difficile scelta della donna, forse la più difficile della
sua vita”. Questo non è vero, è ora che si squarci il velo sulla verità:
gli aborti, dalla relazione sulla 194 presentata dal ministero, con più
di un anno di ritardo (si riferisce al 2022)
sono aumentati moltissimo (63.651 bambini cui è stato negato il diritto
di vita) ma soprattutto sono aumentati tra le minorenni e c’è stato un
incremento spaventoso della vendita delle pillole del giorno dopo e dei
cinque giorni dopo, che possono avere anche effetto abortivo. Chi
guadagna da tutto ciò? Le case farmaceutiche evidentemente, alle quali
si paga il prezzo di questa sudditanza nei confronti dell’aborto. I
numeri sono spaventosi, sono dati scientifici, statistici, sarebbe il
caso di partire dalla verità per fare affermazioni che invece, da quello
che ho sentito, corrispondono semplicemente alla ideologia corrente.
Quanto sarebbe stato bello e utile per il nostro Paese avere invece un
cortometraggio che spaccasse, completamente controcorrente!
Mi dispiace vedere ancora una volta uomini e donne in ginocchio davanti
alla mentalità abortista che ormai ha permeato l’Italia , da quasi mezzo
secolo, dall’approvazione della legge 194/78. Sarebbe il momento di
alzarsi in piedi a dire che forse, questa impostazione preistorica, per
il bene delle nostre generazioni future, andrebbe abbandonata.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato ” Pro-life insieme ”
www.prolifeinsieme.it