Bolzano, Cav: la bellezza della maternità.Intervista a Radio Maria

Ospiti Patrizia Gamberoni e Angela D’Alessandro, volontarie pro-life di Bolzano.

Storia della presidente del Cav di Bolzano, Patrizia Gamberoni, sposata con Diego da 27 anni e mamma di 6 figli.

MI sono avvicinata al Cav di Bolzano perchè mio marito ed io siamo stati chiamati dalla presidente Anna Ravelli. Si era rivolta al Centro una famiglia in attesa del 4 bimbo e i genitori erano in dubbio se portare avanti la gravidanza. Abbiamo avuto un colloquio con loro e abbiamo raccontato la nostra esperienza di famiglia numerosa, esperienza non sempre facile. Abbiamo anche noi avuto le nostre crisi e i nostri dubbi ma grazie alla Fede e consci che il disegno di Dio su di noi superava le nostre aspettative.

Quando hai preso in mano la presidenza del Cav?

Dopo quel colloquio ho cominciato a collaborare con il centro, facendo i turni di distribuzione insieme alle altre volontarie e la cosa ha preso il sopravvento. La vecchia presidente, vista l’età avanzata e dei problemi di salute, ha espresso il desiderio di essere sostituita e mi è stato chiesto di subentrare. Ci ho pesano un po’ su e poi ho acconsentito perchè vedo la necessità di svecchiare un pochino la realtà.

Cosa intendi per svecchiare?

Intendo avvicinare i giovani al mondo del volontariato e in particolare ai temi etici che contraddistinguono l’attività del Cav. Mi sono accorta che molte persone della mia età non sapevano nemmeno dell’esistenza del Centro.

Quali strategie avete messo in atto?

Innanzitutto, ho voluto cambiare la sede dell’associazione, in primo luogo per l’affitto diventato troppo alto e poi perchèprima si trovava al piano seminterrato di una palazzina in un cortile interno, difficilmente visibile e raggiungibile. Ora abbiamo una sede fronte strada, molto luminosa, su una via di passaggio e soprattutto di fronte ad una scuola superiore.

Come pensate di coinvolgere i giovani?

Grazie ai progetti di p.c.t.o. (alternanza scuola lavoro) abbiamo avuto 2 ragazze che studiano all’indirizzo sociosanitario e che sono rimaste con noi 3 settimane. Hanno partecipato ai turni delle volontarie e hanno conosciuto la rete di cui facciamo parte: il servizio sanitario, il servizio sociale, andando di persona a conoscere gli esperti con i quali ci confrontiamo molto spesso. Poi è venuta una ragazza dell’indirizzo economico/social media marketing, che oltre a prendere parte ai turni ci ha fornito molte idee sulla gestione del nostro sito web e ha creato dei volantini da distribuire.

Quali altre iniziative portate avanti?

Abbiamo già selezionato 2 studenti che ci affiancheranno durante l’estate con il progetto del “volontariato estivo per ragazzi”. Insieme a loro terremo degli incontri con mamme che hanno partorito da poco, per una tavola rotonda dove potersi confrontare in un omento della donna molto delicato. Stiamo inoltre prendendo accordi per il servizio civile.

Oltre a questo in cosa consiste l’attività del centro?

Abbiamo dei turni nei quali accogliamo le donne con bambini piccoli; forniamo beni di prima necessità per i bimbi come pannolini, latte in polvere, se prescritto dal pediatra, vestitini e passeggini, lettini ecc, che noi riceviamo regalati. Durante il turno ascoltiamo le varie difficoltà che incontrano le nostre mamme, le tranquilliziamo e le aiutiamo per quel che possibile.

Quante donne avete incontrato che si sono rivolte a voi con il foglio del dottore per interrompere la gravidanza?

Devo essere sincera, io ne ho incontrata solo 1. Nei 45 anni di attività però ce ne sono state parecchie e nessuna di loro si è pentita della scelta. Al giorno d’oggi, forse la troppa leggerezza, la poca consapevolezza di quello che si sta facendo e le pressioni della famiglia, portano la donna a riflettere troppo poco sulla scelta di abortire. Non riusciamo nemmeno ad intercettarle. Per questo secondo me il passaparole tra i giovani è importante. Sapere che da noi possono trovare un aiuto, senza mai essere giudicate.

Angela D’Alessandro, impegnata nel Cav e anche nell’ associazione “ Vita in una Culla”,oltre che nel Comitato “ Pro-life insieme “

Quali sono i dati raccolti secondo il ministero della salute sull’ IVG in Italia?

In Italia, secondo il ministero della salute, si calcolano nel 2022.   65.661 IVG con un aumento del 3,2 % rispetto al 2021.
È in aumento anche il ricorso all’aborto farmacologico con l’assunzione della pillola sia del giorno dopo che dei cinque giorni dopo.
Questa forma è ritenuta meno invasiva in quanto non richiede ospedalizzazione ma nel caso dell’assunzione del farmaco RU 486  basta il controllo del medico.
La pillola del giorno dopo può essere distribuita dalle farmacie senza ricetta. Questi interventi chimici non sono però privi di effetti collaterali anche gravi.
Nella città in cui io presto il mio servizio di volontariato in aiuto alla vita nascente ( Bolzano), secondo i DATI ASTAT si calcolano nel 2022   521 IVG con un aumento del 5,5 % rispetto all’anno precedente. Un terzo di queste donne è composto da straniere con un’età media di 30 anni.
Molte altoatesine però scelgono di fare l’ ivg fuori provincia quindi avere dati certi è difficile.
Quando si parla di aborto è bene tenere presente che si sta valutando di impedire ad un bambino di nascere.
L’aborto legittimato dalla l 194 del 78 permette di intervenire fino alla fine del primo trimestre di gestazione quando il feto ha già un cuore pulsante, organi abbozzati ed irrorati da un sistema cardiocircolatorio funzionante.
È scientificamente dimostrato che non si tratta di cellule senza vita ma di cellule vibranti in crescita e con un DNA formato…quindi esseri umani viventi.
Quindi si parla di uccisione di un bambino.

Come esce una donna dopo questa scelta secondo le esperienze raccolte dai centri di aiuto alla vita?

L’aborto lascia ferite profonde nell’anima non solo delle mamme mancate ma anche nei padri mancati i quali sono troppo spesso non considerati nella scelta ma lasciati a guardare.
Anche per loro è uno strappo. Una gravidanza è il frutto di una relazione e come tale dovrebbe avere il coinvolgimento di entrambi i protagonisti.
Adesso va di moda parlare di autodeterminazione…il corpo è mio e decido io.
A guardare bene però è palese che non si può pensare di farne un problema solo personale in quanto i corpi in questione sono due.
Si mette fine alla vita nascente , questo è quello che l’aborto fa.
Quando nel 1978 il legislatore pensò di scrivere la legge che ora è la 194 lo fece con l’intenzione di mettere un freno agli interventi di mammane senza scrupoli, eseguiti quasi sempre nella più totale indigenza e questo poteva causare la morte anche della donna.
Ora però questa legge è diventata un mezzo di controllo delle nascite, cosa che non doveva assolutamente essere e ciò è ben specificato nei primi due commi, in cui si evidenzia il fatto che la vita deve essere sempre salvaguardata e il concepimento dà inizio alla vita.

In che modo provano ad intervenire i centri di aiuto alla vita in queste situazioni?

I centri di aiuto alla vita sono nati con l’obiettivo di aiutare e sostenere le donne che si trovano a dover scegliere se portare o meno avanti la gravidanza.
Offrono aiuti morali e concreti attraverso varie iniziative.
Il lavoro dei volontari è fondamentale perché davvero può aiutare una mamma a scegliere la vita e questo negli anni è stato fatto con grande soddisfazione perché quando si salva una vita è sempre una gioia.
Purtroppo però queste realtà fanno molta fatica ad esercitare quello per cui sono state pensate.
È difficile  avere nei reparti ospedalieri dedicati uno sportello attraverso cui poter offrire alle donne una via d’uscita all’IVG.
Molte non sono a conoscenza che esiste una realtà che va loro incontro con aiuti concreti.
È molto facile invece che queste donne, una volta interrotta la gravidanza vengano lasciate sole a leccarsi le ferite.
Una decisione così non è infatti esente da strascichi e questo lo possono confermare gli operatori della “Vigna di Rachele” i quali raccolgono queste anime ferite e lacerate e le aiutano a fare pace con la loro storia.
Molte sono le donne infatti che entrano in crisi e fanno fatica a superare il trauma che spesso le accompagna per tutta la vita.

Cosa si pensa del fatto che molti medici siano obiettori di coscienza?

Questo è un tasto dolente in quanto si vorrebbe impedire a questi professionisti di esprimersi in tal senso attraverso un disegno di legge che li obblighi ad eseguire aborti, il che non è possibile perché calpesterebbe il loro diritto di scelta libera e personale.
Un medico è consapevole di cosa l’ ivg rappresenti, da qui nasce l’astensione ad eseguirla e va rispettata.
Questa dell’aborto è una ferita aperta.
Noi cattolici crediamo nella sacralità della vita e quindi la difendiamo.
Questo decidere di non accoglierla rappresenta oltre che un dolore una sconfitta.
( link a Radio Maria)
Comitato “ Pro-life insieme “