Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di replicare all’articolo https://www.altoadigeinnovazione.it/aborto-obiettori/
Io non so se chi parla in questa intervista abbia chiaro cosa significhi realmente interruzione di gravidanza. Non so nemmeno se chi si esprime abbia a cuore la salute delle donne.
Quando leggo articoli sul tema aborto espresso in sovrapposizioni di numeri, percentuali e via dicendo resto di sale.
Ci si rende conto che si sta parlando di vita?
Si riesce a realizzare che si sta per mettere fine alla vita di un futuro uomo?
Aborto deriva dal latino abortus, composto da aboriri, «perire» e formato da ab, «via da», e oriri, «nascere».
La parola stessa ne indica l’orrore, ossia via dalla vita e cosa porta via dalla vita? La morte!
Anziché quindi aborrire una simile pratica se ne discute, si cerca di capire perché mai un medico non se la senta di eseguirla appellandosi alla legittima obiezione di coscienza. Addirittura si decide che la scelta dell’obiettore sia una scelta di comodo, un modo per levarsi di torno un’incombenza noiosa.
Mettendo quindi in dubbio la serietà del professionista dandogli del “furbacchione”…
La legge 194 si è trasformata in un mezzo di controllo delle nascite, purtroppo.
Ogni ospedale deve garantire un numero ragionevole di medici abortisti perché ormai si dà per scontato che ce ne sarà bisogno e si pensa a come fare affinché, chi proprio non ne vuole sentire parlare, cambi idea.
Si vorrebbe eliminare l’obiezione di coscienza e
rendere obbligatorio per un medico eseguire aborti, per evitare così che le donne siano obbligate a percorrere la penisola per trovare chi le aiuti a liberarsi del peso.
Insomma si discute di tutto fuorché della vita del bambino, si fanno i conti sulla pelle di altri.
Che ci sia un cuore pulsante, organi formati in crescita è un dettaglio che si può superare.
Purtroppo la legge 194, pensata per evitare aborti procurati nella mancanza più totale di assistenza medica, si è trasformata in una ecatombe.
Sostenuta dalla propaganda del pensiero unico che vuole
l’assenza della differenziazione delle idee. Tutti uguali, incasellati ed educati per rispondere al bisogno dell’uomo moderno che è esigenza di libertà, di totale libero arbitrio sul proprio corpo anche se in realtà, quando si parla di donna gravida i corpi sono due, due le teste ecc…
Si pensa a come poter affinare e rendere sempre più semplice il servizio dell’ivg per tutti. Ma, dietro a chi non si fa problemi ad interrompere una vita appellandosi al “diritto”, c’è un esercito che ha a cuore la vita stessa. Che crede che dietro ad ogni bambino cancellato ci sia una donna, un uomo che soffre.
Che crede che un germoglio debba poter diventare fiore, frutto maturo. Che abbia il diritto di poter crescere, nascere, vivere.
Ci sono milioni di persone che non vogliono essere incasellate in una forma mentis che non appartiene loro perché hanno una idea differente della vita.
Perché danno alla vita una sacralità e credono che nessuno possa decidere per la vita di un altro.
A queste persone è impedito però di esprimere il proprio pensiero, non sono gradite negli ospedali dove si esegue l’ IVG in quanto tacciati di moralismo, etichettati come obsoleti, manipolatori di coscienze.
Quando si parla di interruzione di gravidanza non si può fare riferimento solo all’eliminazione del feto, si dovrebbe pensare anche alla donna che sta per sottoporvisi.
È troppo spesso sottovalutato il peso che porta dentro e che porterà tutta la vita.
Per questo affermo che, chi pensa all’ ivg esprimendola solo in percentuali, non tiene conto della salute delle donne.
Basterebbe leggere le storie di madri negate per capire che dietro ogni storia di aborto c’è quella di una donna che ne subirà le conseguenze.
La vigna di Rachele ne dà testimonianza (wwwvignadirachele.org) in quanto raccoglie queste anime ferite, segnate da una scelta sbagliata di cui hanno recepito l’orrore con il senno di poi. Donne in affanno, piegate a leccarsi le ferite a cui i volontari tentano di dare un aiuto per fare pace con la loro storia.
Angela D’Alessandro. Bolzano
Comitato “Prolife insieme”
http://www.prolifeinsieme.it