Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo https://www.cronachepicene.it/2024/12/05/legge-194-e-consultori-il-consiglio-comunale-boccia-la-mozione-dellopposizione-grave-passo-indietro-per-la-citta/500490/
“continueremo a sostenere le donne nel loro diritto di decidere del loro corpo e della loro vita”
Mi soffermo sulla conclusione dell’articolo in cui, dopo un puntuale resoconto del dibattito avvenuto, si finisce col tornare a un luogo comune e ormai insostenibile anche per le scienze biologiche e psicologiche.
Per la biologia: il corpo del nascituro è un’appendice come le altre del corpo della donna o è un Altro? Il suo dna è un altro, il suo sviluppo procede in modo naturale e dopo la nascita potrà vivere con chiunque si occupi di lui/lei che non sia la sua madre biologica.
Per la psicologia: le donne aiutate a diventare madri (sia che poi si curino del figlio o lo lascino in affido) possono trovare la pace, mentre quelle lasciate sole e indotte ad abortire come “soluzione migliore” si portano un peso enorme come molti psicologi possono testimoniare. Ma l’aiuto alle donne che hanno interrotto la vita del nascituro e la loro stessa maternità non si ferma: da parecchi anni, per esempio, l’opera internazionale
La Vigna di Rachele accoglie chi sull’onda di una illusoria libertà ha messo madri e/o padri contro i loro stessi innocenti figli.
Per aiutare bisogna affiancare chi ha bisogno e non egoisticamente lavarsene le mani (proporre semplicemente una facilità di accesso all’aborto con leggi omicide non è un vero sostegno alla donna).
Prof. Mariantonietta Pini
www.prolifeinsieme.it