https://www.zonalocale.it/2025/05/24/diritto-allinterruzione-di-gravidanza/
Egregio Direttore,
Chiedo di poter replicare all’articolo pubblicato sulla sua testata.
È ora di sfatare un mito: non esiste nessun diritto all’aborto.
Chi si ostina a parlare di diritto, è bene sappia che dietro ad ogni diritto vi è un dovere.
Chiedere allo stato di garantire un diritto, implica la possibilità per lo stesso Stato di imporre il corrispondente dovere.
Ad esempio in Cina, a proposito di regimi, il governo aveva imposto alla popolazione, non in rari casi, l’aborto delle figlie femmine per le politiche di controllo della natalità, praticando una vera e propria selezione genetica.
Mi domando se l’attivista Francesca Pirocchi abbia mai ragionato in questi termini, cioè mettendosi dall’altra parte della barricata, per cercare di comprendere perché molti cittadini ritengano che la 194 non abbia portato “libertà”, bensì in realtà abbia reso schiavi gli italiani.
L’attivista lamenta che circa l’ 80/90% dei medici sia obiettore. Attraverso questa sorta di denuncia sociale si alimenta disprezzo verso questi professionisti e nello stesso tempo si crea uno stigma su quegli individui che mettono al primo posto loro coscienza.
Mettiamoci nei panni dei medici obbiettori: vengono costantemente e pubblicamente presi di mira dalle associazioni transfemministe che li minacciano con una folle violenza verbale ed una inaudita aggressività, quasi patologica, solo perché questi professionisti esercitano la libertà di agire secondo la loro coscienza. Molte associazioni pubblicano sui loro siti delle vere e proprie mappature degli obiettori con commenti volgari, offensivi e indecenti, proprio con l’obbiettivo di squalificare queste figure professionali, dipingendoli come mostri contro le donne, disumanizzandoli.
Sappiamo bene che quando una categoria di individui viene disumanizzata da una ideologia, non si prova più empatia e compassione, ma ci autorizza persino ad eliminarla se non è conforme alla nostra volontà.
Così accade con il feto, il piccolo bimbo nel grembo materno, che dipinto dai media ideologizzati come un grumo di cellule, ha plasmato nel pensiero dominante la convinzione che il feto non sia un essere umano e quindi che la sua vita non valga tanto quanto la mia o la vostra.
Anche i medici obiettori sono nel mirino di questa ideologia, secondo la quale in nome di una libertà assoluta che contempla anche la soppressione della vita umana nelle sue fasi iniziali, queste donne vorrebbero eliminare la libertà di coscienza di chi non è d’accordo con loro, una vera e propria dittatura.
Tornando all’alto numero di medici obiettori, mi domando se la Pirocchi si sia mai chiesta perché questa percentuale sia cosí elevata in Abruzzo: forse proprio perché in certe regioni italiane sono ancora vive quelle sane e profonde tradizioni che ci insegnano a custodire il mistero della sacralità della Vita, valore universale per la continuazione della specie umana.
Noi di “Prolife Insieme” siamo fermamente convinti che l’esaltazione del presunto diritto di aborto rappresenti una condanna per la donna che esercita la libertà contro il proprio figlio e quindi contro sé stessa, una ideologia di morte che opprime, proprio come un regime, gli animi degli individui e divide la popolazione in una battaglia dove non ci sono vincitori, ma solo vittime.
Quanta rabbia incontriamo ogni giorno, noi che facciamo parte della rete di associazioni in difesa della vita, nelle donne che hanno abortito: se solo avessimo saputo che non era un grumo di cellule ma che era nostro figlio non avremmo mai permesso che ciò accadesse.
Molti medici ex abortisti testimoniano infatti che hanno smesso di praticare l’ivg solo dopo aver riconosciuto in quel piccolo feto l’immagine del proprio figlio, nipote, fratello ed hanno provato finalmente amore per la vita. Ma prima non vedevano, avvolti dalla nebbia di questa ideologia.
Guardando la storia sappiamo che ogni ideologia è destinata a crollare, in quanto basata su menzogne che ingannano e feriscono proprio coloro che mette al centro, in questo caso le donne.
La speranza resta accesa: molte donne che hanno abortito oggi fanno parte della rete che difende la vita nascente, proprio con l’intento di mostrare la verità e smascherare queste bugie che si sa, come tutte le bugie, hanno le gambe corte.
Manuela Ferraro
Per “Prolife Insieme”
http://www.prolifeinsieme.it