Abruzzo, giovani democratici e “ diritto” di aborto

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*“Corpi liberi, scelte libere”: grande partecipazione all’iniziativa dei Giovani Democratici Abruzzo a Pescara per difendere e rilanciare il diritto all’IVG*
Ma sì LIBERI TUTTI! Ma non è che a forza di liberarci di tutto, finiremo per liberarci anche del nostro intelletto? Troppo spesso infatti assistiamo a manifestazioni ed eventi dai contenuti illogici e dissociati dalla realtà.
“Il corpo è mio e scelgo io” recita lo slogan, peccato che nel caso di aborto il corpo che muore non è il tuo, ma quello di tuo figlio, sī, quel piccolo feto con gambe, braccia e un cuore che batte, è Lui che con l’aborto viene soppresso, eliminato.
Che bello vedere sventolare  in piazza le bandiere del partito democratico (o forse dovrei dire ex-democratico) per (citando l’articolo ) “costruire una rete transfemminista e intersezionale che resista agli attacchi della destra”. Ah quindi i piddini in maglia rosa non sono in piazza per difendere le donne da un reale pericolo, ma solo per strumentalizzarle politicamente nella loro azione di opposizione al governo…niente di nuovo, solo propaganda.
Per Marielisa Serone D’Alò, responsabile Diritti (non si sa quali ..forse anche quello di uccidere) del PD Abruzzo, “L’aborto non è per forza un’esperienza tragica” e con questa affermazione approfitta del suo ruolo politico per inserire la sua esperienza personale soggettiva al solo scopo di desacralizzare la vita, un dono prezioso del quale essere riconoscente. Anche la Serone D’Alò infatti, a meno che non sia nata sotto un cavolo, è venuta al mondo grazie ai suoi genitori che l’hanno fatta nascere. Forse è proprio la sacralità della vita e la riconoscenza del dono della vita ricevuto che spinge tanti medici a scegliere di essere obiettori di coscienza, scelta nobile e onesta che noi del Comitato “Prolife Insieme” stimiamo nei medici e li incoraggiamo ad avere il coraggio di essere fedeli ai valori fondamentali universali di cui il primo è la Vita.
Invitiamo questi esponenti politici a confrontarsi con il nostro comitato, magari prendendo visione insieme di un documentario sulla completa procedura di aborto, senza censure, dove emerge tutta la sofferenza fisica, psicologica ed emotiva della rottura volontaria del legame più viscerale e profondo che esista, quello della madre e del suo bambino: una tragedia.
Anche se le attiviste come la Serone D’Alò considerano questi documentari una violenza contro la donna, è importante vedere la verità anche quando questa fa male, perché solo attraverso di lei saremo veramente liberi.

Manuela Ferraro
Per “Prolife Insieme”
http://www.prolifeinsieme.it