Abruzzo e diritto di aborto. L’amore non può essere amore se annulla la vita

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Da persona che crede che la vita di un uomo abbia inizio con il concepimento, mi sento profondamente offesa quando invece leggo che uno dei principali ostacoli all’ ivg sia rappresentato dell’obiezione di coscienza.
Quest’ultima viene considerata una “questione culturale legata a valori religiosi, morali e sociali che ancora influenzano l’ aborto” (cit. da Abruzzosera)
L’obiezione di coscienza, consentita in questo caso dallo stesso ordinamento giuridico, rappresenta il principio della libertà di pensiero.
Non è il rifiuto o il dispetto da parte di un medico “capriccioso” nei confronti di una donna che vuole abortire.
Essa è soprattutto il rifiuto all’ obbedienza ad una legge perché considerata in netto contrasto con i propri principi e le proprie convinzioni, le quali affondano le proprie radici nella coscienza personale.
Se un professionista o un operatore sanitario non si sente di praticare l’aborto né di collaborare perché lo considera omicidio, va rispettato, la legge gliene dà facoltà.
Come si può affermare che nelle prime settimane di vita dell’embrione non ci possa essere battito cardiaco e che quello rilevato è solo un impulso elettrico? Con quali evidenze scientifiche si sostiene questa tesi?
Intorno alla quinta settimana di gestazione il battito cardiaco fetale si può rilevare con l’apparecchio ecografico anche se l’embrione è piccolissimo, misura circa 5 mm ma il suo cuore batte a 100-110 bpm.

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Perché mai la donna citata nell’articolo che racconta, restando nell’anonimato, di essersi sentita giudicata dal personale ospedaliero per la scelta di abortire, non ha il coraggio di denunciare?
Questi  sono discorsi che lasciano lo spazio che trovano.
La scienza indica in modo evidente, attraverso lo studio del patrimonio genetico che dal momento del concepimento inizia una nuova vita, che va tutelata giuridicamente perché il diritto alla vita è  un diritto umano fondamentale.
Esiste un “periodo di attesa” di sette giorni stabilito dalla legge tra il rilascio dei documenti e l’esecuzione dell’interruzione di gravidanza.
In questo periodo offrire alla futura mamma alternative di scelta può portarla a riflettere e a tornare sui suoi passi.
Può impedirle di compiere un gesto di cui porterà dentro sé i segni e la letteratura è ricca ahimè di pagine che raccontano esperienze di disperazione. Mai i volontari dei centri di aiuto alla vita hanno fatto leva sul senso di colpa della donna; questa è un’offesa all’intelligenza di queste persone. Chi parla così dimostra di essere privo di onestà intellettuale.

La scienza ha validato inconfutabilmente che l’embrione è vita umana.

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Esistono ancora, anche se c’è chi sta facendo di tutto affinché vengano eliminati, coloro che credono nella vita. Chi considera l’aborto un genocidio sta cercando con tutte le sue forze di lottare contro questo vero e proprio tsunami, buttando scialuppe di salvataggio affinché milioni di bambini e migliaia di vite fragili siano strappate dall’aborto e dall’eutanasia.

“Per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto un omicidio. L’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza”.

.https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
(testimonianza di un abortista dott. Giorgio Pardi).

Sono poi moltissimi gli effetti avversi del procurato aborto sia chirurgico che chimico.
Emorragie, sepsi, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei, parti pre termine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, ansia, depressione, rimpianto, disturbo post traumatico da stress ecc…
Sono tante le testimonianze di donne che a fatica si riprendono da una interruzione volontaria di gravidanza.

Post Aborto – La Vigna di Rachele https://share.google/BkWRpWLPZoqLqsCFV

Con quale coraggio ancora si considera l’aborto come un diritto all’autodeterminazione?
Uccidere una vita nascente dovrebbe essere vietato dalla legge così come eliminare una vita fragile attraverso l’eutanasia o la pena capitale.
Si fa un gran parlare di amore, di rispetto ma che amore è se annulla la vita?
Non è amore e nemmeno una sua pallida imitazione.

Angela D’Alessandro
Comitato “ Prolife insieme”

http://www.prolifeinsieme.it

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