Le parole di Papa Francesco hanno suscitato un coro di sdegno da parte dei medici, definiti “ sicari” in riferimento all’aborto che è un omicidio.
Il risentimento per la parola “sicario”, rivolta ai medici non obiettori, origina da una posizione sostanzialmente ideologica che purtroppo non si fonda sul riconoscimento scientifico della realtà viva di un essere umano, un figlio, nelle sue prime fasi di sviluppo nell’ utero materno. A questa evidenza scientifica, oggettiva, indipendentemente da ogni qualsivoglia confessione religiosa, anche cattolica come quella rappresentata dal Papa, si fa prevalere invece il principio soggettivo di scelta della donna, secondo il quale la L.194 dovrebbe rispettare in modo assoluto; ma la stessa legge prevede comunque delle condizioni particolari: “seri motivi” entro le 12 settimane, “gravi motivi” di salute psicofisici dopo le 12 settimane fino al 180mo giorno di gravidanza.. Pertanto è chiaro “e non si discute” che è in gioco in modo inequivocabile la vita di un essere umano. Il medico dunque non può prescindere da questa evidenza, innanzitutto, cattolico o agnostico, perché la nostra professione si fonda sul principio ippocratico del rispetto assoluto della vita umana in tutte le sue fasi di sviluppo e condizioni di salute. Tanto che la stessa L.194 riconosce al medico la legittimità, liberamente dichiarata, di porre “obiezione di coscienza” nei confronti dell’ aborto volontario.
Salvaguardare la salute psicofisica della donna, da un punto di vista medico che intende rispettare la vita della donna e del figlio vivente nel suo utero, non significa pertanto assicurarle una semplice prestazione medica, detta IVG, effettuata gratuitamente, ma a spese della comunità e quindi retribuita ai medici impiegati in questo specifico servizio pubblico sanitario. Significa invece garantire alla donna -madre tutta l’ assistenza psicologica, sociale, economica di cui necessita, proprio per darle la consapevolezza del valore intangibile del figlio, ma anche per evitarle la sofferenza psichica post-aborto che nel tempo può assumere anche conseguenze gravi, fino al suicidio.
Inviterei i colleghi ginecologi a prendere in considerazione queste realtà cliniche, e non continuare a raccontare dati falsi in merito al numero degli aborti clandestini e conseguenti mortalità delle donne prima della L. 194 in Italia.
Dott. Alberto Virgolino
Presidente dell’ AIGOC
Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici
Per Comitato “ Pro-life insieme “
“Aborto,omicidio,sicario: il Papa e il presidente Ginecologi Cattolici” e Prolife Insieme
Sull’aborto noi stiamo con Papa Francesco! Comunicato stampa