Egregio Direttore, seguo spesso Fanpage e mi permetto di rispondere in merito all’articolo (https://www.fanpage.it/attualita/pressioni-psicologiche-e-bugie-cosa-succede-davvero-negli-ospedali-a-una-donna-che-vuole-abortire/) “Pressioni psicologiche e bugie: cosa succede davvero negli ospedali a una donna che vuole abortire”, in cui chi scrive avrebbe l’intenzione di fare luce sulla mancanza di dati reali circa l’ applicazione della legge 194/78, visto che la relazione presentata al Parlamento, con un ritardo di due anni, non spiegherebbe cosa succede realmente negli ospedali e nei consultori italiani, quando una donna si presenta per chiedere una IGV.
C’è un solo dato certo, le 60.000 donne che nel nostro Paese vi fanno ricorso, ogni anno, le quali devono affrontare un calvario burocratico e sanitario tra intimidazioni, strategie manipolatorie e informazioni scorrette.
Quando ecco che interviene il nuovo Report di Medici del Mondo e la campagna The Unheard Voice, che provvedono a mostrare la realtà, cioè le politiche di deterrenza con cui queste numerosissime donne si troverebbero a fare i conti.
Tanto per cominciare, si cita la Legge 194/78 istitutiva dell’aborto che non sarebbe abbastanza “moderna” per i nostri tempi; e ciò non basta, in quanto essa, di volta in volta ,sarebbe avversata da iniziative che ne ostacolano la pratica come i recenti Fondi PNRR agli antiabortisti nei consultori, il Fondo Vita Nascente della Regione Piemonte e la Stanza dell’Ascolto dell’Ospedale Sant’ Anna di Torino, o anche l’obbligo di sottoporsi ad ecografie che fanno ascoltare il battito del piccolo, oppure a colloqui con i volontari antiabortisti ecc., ecc… e tutte le altre iniziative messe in atto anche dal personale sanitario per convincere la malcapitata a non liberarsi del proprio bambino.
Partiamo da un presupposto.
La gravidanza non è certo una malattia che arriva e che si deve curare!
Detto ciò, come possono i medici, che col Giuramento di Ippocrate hanno promesso di fare tutto il possibile per salvare la vita umana, occuparsi di più di 60.000 aborti all’ anno praticati nel 2021 nella sola Italia? Ovvero, eliminare 60.000 piccole vite che, da sole, potrebbero riempire una cittadina di capoluogo di provincia della nostra Nazione, e nonostante ciò, sostenere che siamo lontani dalle Raccomandazioni dell’ OMS e dalla Costituzione circa il rispetto del diritto alla salute?
E’ lecito chiedersi, piuttosto, se non ci troviamo davanti ad una cieca politica della Morte che, dall’istituzione della legge in poi, si è battuta (quella sì) in tutti i modi possibili, per manipolare le donne, inducendole a distruggere se stesse e la preziosa vita che portavano in grembo, dato attestato dalle statistiche che elencano le VERE conseguenze sulla salute mentale del trauma post- aborto: ansia, depressione, tentativi di suicidio, avvio di dipendenze da sostanze e alcol.
Si aggiunga che alcune di queste donne riportano traumi fisici e riproduttivi tali da segnarle per tutta la vita. D’altro canto,se si legge con attenzione, ciò si evince anche dall’esperienza riportata nell’articolo che racconta, descrivendola molto bene, la violenza dell’atto abortivo e il dolore atroce provato subito dopo( a cui si cerca, purtroppo, rimedio con gli antidolorifici).
Concludendo, riportiamo le parole di un’altra donna che ha vissuto tale esperienza :-“L’agonia psicologica e spirituale conseguente all’aborto viene soffocata dalla società perchè impopolare, ignorata dai mezzi di comunicazione, rifiutata dagli psicologi e disprezzata dai movimenti femminili”;ma questo, purtroppo, ogni madre, perchè si è già madri con il primo test di gravidanza, lo dovrà scoprire a proprie spese.
La saluto cordialmente.
Per Comitato “Pro-life insieme “
Maria Cariati
Insegnante