Egregio Direttore,
Vorrei cortesemente replicare all’articolo pubblicato sulla sua testata https://www.lapressa.it/articoli/politica/modena-gi-le-mani-dal-diritto-allaborto
nel quale si definisce “ grottesca” la manifestazione contro l’aborto di chi prega per le vittime dell’interruzione volontaria di gravidanza.
Non si parla – come sostenete giustamente- delle donne vittima di aborto. Infatti, le vittime sono almeno due, oltre ai bimbi fatti a pezzi anche le donne, ma non quelle morte per aborto clandestino, bensì – di queste bisognerebbe parlare- di quelle “ morte dentro” per aver deciso di rinunciare al proprio bimbo. Migliaia di mamme mancate rimpiangono per sempre di non aver avuto il coraggio di portare avanti la gravidanza che, per solitudine o per motivi economici, hanno interrotto, spesso mal consigliate o dal compagno o dalla famiglia.
Nel nostro Paese c’è libertà di opinione e pensiero, quindi la preghiera è lecita, però indigna, perché è chiaro che ha il potere anche di smuovere le coscienze. Sono i biologi di tutto il modo a dichiarare che la vita umana inizia dal concepimento e le mamme lo confermano: sentono immediatamente di attendere un bimbo, non un grumo di cellule, come si tenta disperatamente di far credere per promuovere un’ideologia cieca e retriva.
A quasi mezzo secolo dall’approvazione della legge 194/78 è ora di ripensare ai danni causati da una visione misogina e ormai datata, che considera la maternità un peso e l’aborto un “ diritto” ( la ratio della legge è tutt’altro).
Ed è ora che l’uomo si assuma le responsabilità che gli competono e dalle quali è riuscito a svincolarsi grazie alla legge, che lo ha di fatto reso libero di non aiutare la donna ad accogliere il bimbo che insieme hanno concepito.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it