Addolora leggere la valanga di accuse infondate mosse ad associazioni che da anni si prodigano per aiutare donne in gravidanza che non vogliono rinunciare al loro bambino. Anzitutto è sbagliata la premessa: non si tratta di donne ricattate o violentate psicologicamente al fine di non abortire. Si tratta sempre più spesso di donne che si trovano in circostanze di così grande solitudine e disperazione alle quali è di consolazione e sollievo anche il solo fatto di sapere che esistono altre donne, che le aiuteranno a risolvere i vari problemi che via via si presenteranno, ivi compresa una gravidanza difficile.
Si tratta di donne che vogliono un’alternativa all’aborto, nonostante mariti violenti, ignoranza e povertà, ma non trovano nessuno che tenda loro una mano per far nascere il loro bambino in un mare in tempesta.
Donne così povere alle quali anche soltanto una lavatrice puo’ cambiare la vita.
Ma la cosa non finisce con la lavatrice. L’elettrodomestico è soltanto un bene materiale che come gli altri aiuti materiali, che si tratti di latte, vestitini, pannolini etc, tampona inizialmente una carenza economica. Ciò che non viene scritto in quegli aridi bilanci annuali, è tutta la serie di azioni gratuite, fondate unicamente sulla solidarietà, il sacrificio e l’amore spassionato per l’essere umano (sia esso una mamma o il suo bambino concepito) che costituiscono la vera realizzazione dello scopo delle associazioni pro vita. Non ci sono ricatti ma soltanto consigli e informazione, non c’è violenza psicologica ma pura amicizia che si sviluppa tra donne che si aiutano, non c’è rigido fanatismo ma affetto sincero verso una mamma che non vuole rinunciare al suo bambino, non c’è ideologia ma profonda fiducia nella capacità di queste donne di riuscire a sollevarsi, con sempre maggior consapevolezza, da situazioni disumane.
Non fermiamoci ai bilanci.
Avv. Elisabetta Veltroni
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it