Aborto, medici americani pentiti davanti all’orrore

https://trendsanita.it/la-commissione-esaminera-liniziativa-dei-cittadini-europei-che-chiede-un-sostegno-finanziario-dellue-per-un-aborto-sicuro-e-accessibile/
La Commissione esaminerà l’iniziativa dei cittadini europei che chiede un sostegno finanziario dell’UE per un aborto sicuro e accessibile.
Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista  Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Bernard Nathanson, promotore della Roe vs Wade negli USA per la legalizzazione del procurato aborto e dopo aver diretto la più grande clinica abortiva e dopo aver eseguito migliaia di aborti, persino sui suoi stessi figli, di fronte alle immagini ecografiche del concepito ammise che la sua condotta era profondamente sbagliata e divenne un paladino del diritto del concepito ad essere tutelato e a nascere. Lasciò la sua autobiografia: “La mano di Dio” e il documentario ecografico The silent scream Il grido silenzioso. https://www.youtube.com/watch?v=LU_SuV1xQMI&t=49s   Tutto questo avveniva decenni fa.
E’ soltanto il primo di una lunga serie di praticanti aborto pentiti: Anthony Levatino  https://www.provitaefamiglia.it/blog/levatino-lex-medico-abortista-fa-commuovere-una-giornalista-della-fox, Beverly McMillan https://www.iltimone.org/news-timone/medico-abortista-attivista-pro-life/, Kathi Aultman https://www.tempi.it/kathi-aultman-america-ho-abortito-e-fatto-aborti-per-decenni-senza-vederci-esseri-umani/
Persino Norma McCorvey, dopo essersi prestata alla mistificazione che aveva portato alla sentenza Jane Roe vs Wade (dove Jane Roe era suo pseudonimo per tutelarne la privacy) nel 2005 è tornata presso la Corte Suprema Statunitense per sostenere l’azione legale McCorvey vs Hill contro il procurato aborto.
Come medico e come cittadino rimango attonito davanti all’assurdità di pretese di un inesistente “diritto all’aborto”, al suo inserimento nella costituzione della Francia, e alla iniziativa in oggetto.
Sottolineo che comunque non esiste un “procurato aborto sicuro”, poiché esso è gravato da effetti avversi immediati e tardivi.
Molte donne, che hanno creduto che il procurato aborto costituisse una “libera scelta”, anziché la negazione della loro stessa natura di madri, hanno sperimentato sulla loro psiche e sul loro corpo gli effetti avversi del procurato aborto: emorragie, sepsi, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress, etc. Effetti avversi cui va aggiunto il drammatico incremento di cancro della mammella a causa del Link ABC cioè il rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer.
Queste donne per esercitare quella che ritenevano una “libera scelta”, avevano o non avevano ricevuto ampie informazioni sia riguardo al fatto che si prestavano ad uccidere un loro figlio, sia riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto poteva avere sul loro corpo e sulla loro psiche nell’immediato e a distanza di tempo?
Una ricerca effettuata da David Reardon, Katherine Rafferty, Tessa Longbons (Cureus 2023; due Autrici sono donne) su 226 donne statunitensi che si erano sottoposte a procurato aborto: almeno il 60% ha dichiarato che, se soltanto avesse trovato maggiore aiuto ed assistenza, avrebbe preferito avere il bambino; parimenti altro studio del Medical Science Monitor riporta che il 79%  delle donne reduci da un procurato aborto lamenta di non essere stata preventivamente informata di alternative alla eliminazione del bambino: il ripensamento ed il fardello del procurato aborto è quindi percentualmente preponderante. Riguardo a gravidanze indesiderate ma poi portate a termine, invece, Corinne Rocca, Heidi Moseson, Heather Gould, Diana Foster, Katrina Kimport (Social Science & Medicine 2021; tutte Autrici donne) hanno seguito per cinque anni 161 donne, le quali avevano chiesto di abortire, ma per un qualche motivo erano state costrette a proseguire la gravidanza: ad una settimana dal rifiuto dell’aborto il 65% di queste donne avrebbe ancora desiderato abortire; ma subito dopo il parto la percentuale si riduceva al 12%, dopo il primo anno al 7%, a distanza di cinque anni al 4% appena. Si può dunque concludere che solo in una infima percentuale di casi una gravidanza non desiderata, ma portata a termine colla nascita del bambino, genera un qualche disagio, mentre uno scottante 79% di rimorsi grava sulle donne che hanno abortito.
Perché le donne vengono ingannate e non si vuole mostrare loro la realtà? Come ad esempio la realtà del battito cardiaco fetale che con le attuali strumentazioni è verificabile già alla 5^-6^ settimana dal concepimento.
Le energie e le risorse economiche che vengono spese per promuovere il procurato aborto, andrebbero invece sapientemente erogate per aiutare le madri a realizzarsi come madri.

Dott.Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
http://www.prolifeinsieme.it