Aborto, i numeri non mentono. La veglia di 40 giorni per la vita

Egregio Direttore,
Questa vuol essere una cortese replica al Sindaco di Modena e al suo appello contro la veglia di preghiera, della quale ho letto e visto il video sul suo giornale:
https://www.tvqui.it/veglia-al-policlinico-e-polemica-per-la-manifestazione-anti-aborto/

Veniamo ai numeri, che mai mentono:
63.653 sono i bimbi uccisi con l’aborto nel 2021.
194 è la legge che lo permette.
40 sono i giorni di preghiera perché questo genocidio si interrompa.

Signor Sindaco, dove vede la prevaricazione e la violenza nel numero 40?
La 194 permette l’aborto a determinate condizioni, delle quali nulla è dato sapere perché non è previsto dalla legge stessa che vengano esplicitati al medico i motivi che portano la donna a interrompere la vita del figlio, sebbene l’articolo 5 sia chiarissimo in merito.
https://www.medicoeleggi.com/argomenti/11412.htm
( Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.
Quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi compie gli accertamenti sanitari necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna; valuta con la donna stessa e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, anche sulla base dell’esito degli accertamenti di cui sopra, le circostanze che la determinano a chiedere l’interruzione della gravidanza; la informa sui diritti a lei spettanti e sugli interventi di carattere sociale cui può fare ricorso, nonché sui consultori e le strutture socio-sanitarie.)

Se nessuna forza politica intende dedicarsi alla ingiustizia perpetrata quotidianamente ai danni del più fragile tra i fragili, avallando invece il diritto del più forte, non restano altro che la cultura e la preghiera.
La cultura con il Comitato “Pro-life insieme “( www.prolifeinsieme.it ) e la preghiera di “40 giorni per la vita”.
Sperando in un riscontro
Cordialmente
Prof. Vittoria Criscuolo