Aborto e dramma delle donne: non si può negare la verità

https://ilgiornalepopolare.it/aborto-la-relazione-sulla-legge-194-polemiche-sui-dati-vecchi-e-incompleti/

Egregio Direttore,
Mi consenta una riflessione in merito alla foto che avete pubblicato sotto il titolo dell’articolo, e che mostra chiaramente quale sia l’impostazione ideologica dello stesso: “Vogliamo aborti felici”…anche solo pensare che un aborto possa essere felice rappresenta una totale disconnessione dalla realtà.

L’evento traumatico e drammatico della interruzione volontaria di gravidanza è ampiamente documentato scientificamente, in quanto esiste un legame biochimico e organico che si crea sin dal concepimento tra la donna e l’embrione..sì, perché l’embrione, non importa se voluto o non voluto, resta un figlio per sempre.
Cit https://www.alessandragraziottin.it/it/a_scientific_update.php/Attaccamento-mamma-bambino-il-soprendente-ruolo-biologico-del-feto?ID=35445

Infatti, per chi ha a che fare quotidianamente con le persone – non con le ideologie – sarebbe sufficiente ascoltare il dolore delle donne che, a distanza di anni, ancora si portano dentro, come un vuoto.
Ma questo dolore non va raccontato nella stampa, nelle TV, nei media, viene negato e taciuto, spesso mascherato da slogan quali “ho abortito e sto benissimo” quasi per banalizzare una scelta così delicata.
Ma il dolore si può negare anche a noi stesse, scegliendo di non ascoltarlo, ciò non significa che non esista. Questo dolore agisce comunque nella donna e porta delle conseguenze, che la donna ne sia consapevole o che decida di restare inconsapevole a riguardo.

Dietro i numeri il dolore delle donne

Invece di educarci tutti all’ascolto delle esperienze vissute dalle donne, ci si limita a leggere dei numeri e delle statistiche, inneggiando a presunti “diritti”, distorcendo perfino la stessa 194 che prevede la tutela della maternità e proibisce l’ aborto come mezzo per il controllo delle nascite.
I dati dovrebbero servire a porci dei quesiti più profondi, non a creare una “mappa di geolocalizzazione” dove poter accedere “facilmente” all’aborto, come se si stesse parlando di un servizio sanitario legato alla cura di una malattia.
La gravidanza – tranne casi specifici nei quali la donna già soffre di una patologia – non è una malattia! Nella gravidanza infatti la donna, per natura, sviluppa una forza enorme nel suo organismo proprio per accogliere la vita! Ricerche scientifiche parlano infatti di cellule che continuano a riparare i tessuti danneggiati anche per anni dopo la gravidanza.
cit National Library of Medicine “Cell Migration from Baby to Mother”

Un dato allarmante, inoltre, è rappresentato dall’ aumento degli aborti farmacologici con la pillola abortiva RU486. Chi difende la 194 sostiene l’importanza di combattere gli aborti clandestini, ma con la RU486 cade ogni maschera, in quanto la donna è lasciata sola con enormi rischi di salute fisica e psicologica.

Il mistero della Vita merita rispetto e non banalizzazione.

Manuela Ferraro
Poggibonsi Siena

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