Aborto come “ realizzazione di un superpotere “? Unica arma il Rosario

Un rosario contro l’ultima follia abortista

All’industria dell’aborto non basta più sopprimere i bambini nel grembo materno, adesso, sin dai primi anni d’età, li vuole convincere che l’aborto è tutto, è lo strumento che consente agli uomini di “plasmare il proprio destino e il mondo intero”.

Difficile immaginare un pervertimento della ragione altrettanto violento e folle.

A tal scopo, da gennaio 2026 sarà disponibile per l’acquisto online “Abortion Is Everything” di Amelia Bonow e Rachel Kessler, edito da Lindy West. È un libro riccamente illustrato, destinato ai bambini a partire da cinque anni per insegnare loro che l’aborto è “la realizzazione di un superpotere unicamente umano”.

Le autrici sono militanti femministe, aderenti al gruppo ‘ShoutYour Abortion’ (SYA), costituito nel 2015, quando a seguito dello scandalo sul commercio illegale di tessuti fetali da parte della Planned Parenthood, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti aveva votato in favore della soppressione dei fondi governativi a sostegno della multinazionale abortista.

SYA, che inizialmente doveva essere un chiassoso “sfogatoio” in favore della soppressione dei bambini nel grembo materno su forum online e su pubblicazioni dedicate, ha rapidamente esteso il suo raggio d’azione a murales, abbigliamento, libri, video musicali e arti visive, diventando un movimento internazionale che persegue l’obiettivo di normalizzare l’aborto, “armare gli attivisti esistenti, crearne di nuovi e promuovere la partecipazione collettiva all’accesso all’aborto”.

È evidente come negli ultimi vent’anni il movimento abortista abbia progressivamente cambiato strategia: l’aborto non è più giustificato come un male necessario, ma viene spacciato come un bene incondizionato e liberatorio.

Sin dalla costituzione di SYA, Amelia Bonow, Lindy West e altri attivisti hanno dichiarato l’intenzione di promuovere l’aborto tra i bambini.

Già nel 2015 l’artista femminista Mary Walling Blackburn, fondatrice della scuola sperimentale Anhoek di New York, pubblica “Sister Apple, Sister Pig”, dove il protagonista è Lee, un bambino di tre anni.

“Lee è l’unico figlio di papà e mamma, anche se una volta aveva una sorella”, inizia il libro. “Dove vive ora la sorella?”. Lee risponde: “Prima viveva con la mamma, ma ora non più. Lei viveva prima di me, ma la mamma non poteva tenerla con sé. La mamma dice che è un fantasma”.

E quando il papà gli chiede se questo lo renda triste o lo spaventi, il bambino replica: “Non sono triste che mia sorella sia un fantasma! Se avessi tenuto mia sorella, saresti stanco, triste e arrabbiato! Saremmo stati selvaggi e rumorosi e a volte avremmo litigato. La mamma avrebbe potuto avere paura di non riuscire a comprare abbastanza cibo per noi. La mamma avrebbe potuto non avere abbastanza tempo per leggermi libri, dipingere con me, giocare con me, parlare con me… “.

Nella nota di ringraziamento, l’autrice avverte: “Masochisti, cercate altrove”, perché “tra queste pagine non troverete il ‘lusso del dolore’, il pungiglione acuto del rimorso o il sale amaro del senso di colpa”.

In una delle sue raccapriccianti mostre d’arte, “Anti-FertilityGarden”, che includeva “una bara delle dimensioni di un feto ricoperta di glassa al cioccolato, la Blackburn ha letto brani scelti di ”Sister Apple, Sister Pig”, che ben si adattavano a fare piazza pulita di ogni possibile sussulto di coscienza di fronte a questa strage degli innocenti lucida e pianificata.

Nel 2019 è apparsa la serie di video “Kids Meet” intitolata “I bambini incontrano qualcuno che ha abortito”. Qui la stessa Amelia Bonow magnifica l’esperienza del suo aborto di fronte a una platea di giovanissimi e per rendere socialmente accettabile un atto così violento e contro natura ricorre a un espediente ben noto alla psicologia sociale: la deumanizzazione, unitamente a un linguaggio impreciso e beffardo.

La deumanizzazione è un processo psicologico e sociale che nega l’umanità dell’altro, trasformando l’individuo o il gruppo percepito in qualcosa di “non-umano”. Questo meccanismo è fondamentale per giustificare la violenza estrema, poiché rimuove i freni inibitori morali ed empatici verso la vittima.

Risucchiare la gravidanza” è il termine utilizzato dalla Bonow per descrivere l’intervento di soppressione del concepito, mentre il bambino nel grembo è ridicolizzato e descritto come una cosa incapace di pensieri complessi, dall’aspetto simile a un “cetriolo di mare”.

Di fronte alla follia abortista, che vuole distruggere le anime dei bambini, di cui non è riuscita ad impedire la nascita è necessario rispondere con un’iniziativa potente di preghiera.

Il prossimo 28 dicembre, giorno in cui la Chiesa Cattolica ricorda i Santi Martiri Innocenti, offriamo un Rosario, o almeno una corona, perché la Santissima Madre di Dio protegga i nostri figli e ci conceda forza, coraggio e determinazione per difenderli dalle insidie di una società sempre più individualistica, egoista, disumana e perciò disperata.

Wanda Massa

Comitato Pro-life insieme

http://www.prolifeinsieme.it