Aborto, azione atta ad estirpare un cuore che batte

https://www.liberopensiero.eu/29/09/2025/femminismi/interruzione-volontaria-di-gravidanza-ivg-un-diritto-non-per-tutte/

Quando mi imbatto in questi articoli che denunciano di “ostacoli alla 194” e leggo le prime righe , ho già capito tutto.
Iniziano sempre con il presentare il diritto ad abortire sancito dalla l.194 del ‘78, continuano con il ricordare che è un diritto costato anni di lotte e finiscono con il piagnucolare che ancora, ad oggi, questa opportunità venga stigmatizzata socialmente dai soliti bigotti oscurantisti che non riescono proprio a vedere più in là del loro naso, da questi personaggi “cattivi” che giudicano, si mettono di traverso e fanno sentire sbagliate le donne che decidono per l’ivg non giustificata da motivi di salute.
Non riesco più nemmeno ad arrabbiarmi!
Dietro a tutto questo siparietto intravedo sempre la metafora del “grillo parlante” usata da Collodi  (Carlo Lorenzini) nelle “avventure di Pinocchio”.
Nella fiaba di Collodi il Grillo parlante rappresenta la voce della coscienza, la saggezza, il buon senso che sempre suggerisce la strada giusta, che però può essere ignorata. È quella voce interiore che mette in guardia dai pericoli e ci  guida verso soluzioni più giuste anche se più faticose. Rappresenta anche però la coscienza stessa di Pinocchio, che sceglie violentemente di ignorarla, colpendo il grillo per tentare di eliminarlo.

“Quando la coscienza è pulita l’opinione degli altri non conta”(cit. Antonia Gravina)

Quando siamo cioè sicuri di stare agendo in modo etico e onesto non abbiamo necessità di dare peso al giudizio altrui.
Siamo in pace con il nostro agire.
Nessuno potrà influenzare le nostre scelte.
La serenità interiore scaturita da questa consapevolezza dovrebbe portare ad una condizione tale da renderci impermeabili alle critiche, ai giudizi esterni.
Deduco quindi che questo bisogno di colpire da parte delle femministe chi ha idee diverse, cercando di difendere la propria posizione finanche a dire cose non proprio corrispondenti a realtà, forse nasconde una verità inconfessabile, una verità che fa male anche a chi la professa come positiva e necessaria.
La legge 194 dà la possibilità alle donne di interrompere la gravidanza nel primo trimestre.
Questo “diritto” è stato raggiunto.
Metto però la parola diritto virgolettata non a caso.
Abortire significa impedire ad una vita di crescere. È estirpare dalle viscere un cuore che batte, è intervenire con un bisturi o con un intruglio chimico per uccidere.
Parlando di aborto ci riferiamo ad un “problema” etico centrato sul contrasto tra il diritto alla vita del feto e all’autodeterminazione ai diritti della donna.

Bisogna però avere ben chiaro il concetto che la VITA È SACRA

Viene ribadito sempre e ovunque.
Condannando la pena di morte;
Condannando gli assassini;
Condannando chi fa violenza sulla vita mettendola a rischio ecc …
L’aborto viola il principio fondamentale della sacralità della vita in quanto uccide un essere umano.
Chi ha il diritto di decidere sulla vita di un bambino non ancora nato?
La l. 194 dà alle donne la possibilità di abortire in condizioni di sicurezza ma stabilisce anche che, qualora ci fosse personale sanitario contrario a questa pratica per motivi personali, possa astenersi.
Si chiama OBIEZIONE DI COSCIENZA e rappresenta un diritto, il diritto di poter esprimere il proprio pensiero.
Chi potrà impedire ad una donna di interrompere la gravidanza dato che la legge glielo consente?
Questa corrente di pensiero che ritiene fondamentale non perdere tale possibilità fa di tutto affinché l’idea di autodeterminazione prenda il posto del verbo IMPEDIRE ad una vita di nascere.

C’è posto per tutti però nel mondo , anche per chi crede che l’aborto significhi uccidere, per chi crede nella sacralità della vita e pensa vada rispettata sempre.
Queste persone che denunciano azioni incresciose di mancanza di rispetto da parte di chi crede nella vita nascente, nei confronti delle donne che decidono per l’ivg , fa finta di non sapere che molto spesso gli attivisti provita sono pagati con la stessa moneta.
Anzi…a questi ultimi è stata riservata una sorte ben peggiore.
Penso all’uccisione del giovane Kirk o agli atti vandalici nelle sedi di provita e famiglia, alle minacce di morte ricevute.
Violenza gratuita ed ingiustificata in un Paese dove vige democrazia che garantisce il diritto di parola.
Chi crede nella vita deve poterlo dire, deve poter pregare anche nelle piazze se questo rappresenta il modo per dare voce ad un credo.
Chi invece considera l’autodeterminazione come diritto inviolabile continui ad urlare nelle piazze … è libertà.

Cosa veramente però rende libero l’uomo? La verità!

L’aborto è un peccato mortale questa è la verità, una verità però che non tutti accettano.
“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” ( Giovanni 8, 32), liberi dalla schiavitù del peccato che invece impedisce di vedere, acceca e rende l’uomo schiavo delle proprie passioni.
Chi non è in grado di fare sua questa affermazione continuerà a battersi affinché la vita di un bambino valga meno del diritto di scelta  di sua madre!
Essere liberi dalle proprie passioni vuol dire avere la libertà di amare incondizionatamente.
Dare la vita è uscire dall’io per passare al noi.
Una mamma che dona la vita nonostante le difficoltà scoprirà in sé una forza che mai avrebbe creduto di avere.
Una mamma che sarà ostacolata invece dalle proprie paure resterà inchiodata a quelle paure.
Se sceglierà di dare la vita potrà anche poi decidere, se non si sente pronta per crescere quel figlio, di darlo in adozione, la legge le dà il diritto all’oblio. Avrà sperimentato però la grande gioia di aver dato la vita.
Noi di “Prolife insieme”, come molti altri attivisti per la vita, ci proviamo a fare capire che c’è sempre un’alternativa, sempre nel rispetto della scelta individuale della donna che sempre avrà l’ultima parola ma se, dopo aver parlato con un volontario sceglierà la vita, questo significa solo una cosa: nel suo cuore aveva già deciso!

Angela D’Alessandro
Prolife insieme

http://www.prolifeinsieme.it