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*Aborto farmacologico senza ricovero*
Chi propone oggi di manifestare per promuovere campagne a favore dell’ aborto farmacologico a domicilio, sono quelle associazioni che dicevano che la legge 194 doveva servire ad eliminare gli aborti clandestini, cosa che tra l’altro non si è avverata neppure lontanamente, basterebbe guardare le statistiche per accorgersene.
L’associazione Luca Coscioni si vanta di voler eliminare il ricovero della donna in ospedale durante l’ivg come se fosse una conquista per la donna. In realtà, con questo sistema, strutture quali consultori e sportelli di ascolto potrebbero senza supporto medico, dopo aver somministrato la prima pillola abortiva, mettere nelle mani di donne fragili poiché in difficoltà, la seconda pillolina killer affinché possano portare a termine la procedura di aborto “fai da te” a domicilio, dove probabilmente faranno in modo di essere sole, in quanto in quei momenti è sempre presente un profondo sentimento di vergogna anche se talvolta mascherato.
Certo queste associazioni devono considerare esaltante in termini di “diritto alla salute riproduttiva” da loro tanto decantato, favorire l’abbandono della donna alla completa solitudine proprio mentre espelle il feto, il proprio figlio, dal grembo materno e lo osserva galleggiare nel wc o nella doccia circondato da una enorme pozza di sangue.
Ecco, quando leggo che esistono associazioni come quelle di Luca Coscioni che lanciano delle campagne contronatura totalmente illogiche e persino autolesioniste e vengono subito seguite da altre associazioni come “My voice my choice Italia”, “Una nessuna centomila” e gli immancabili sindacati CGIL e UIL che sembrano più impegnati a parlare di temi sessuali e riproduttivi piuttosto che di dignità dei lavoratori: lo sdegno mi assale.
Poi continuo la lettura e intravedo come un miraggio: qualcuno ha ancora un barlume di lucidità! Sembra che gran parte delle Regioni italiane continui ad “imporre” ricoveri alle donne che hanno abortito proprio a tutela della loro salute. Ma questo per le associazioni come Luca Coscioni costituirebbe solo uno spreco di risorse del servizio sanitario e perfino un pericolo per la salute!
A questo punto noi del Comitato “Prolife Insieme” ci domandiamo: ma queste associazioni da che parte stanno? Non erano quelle che urlavano slogan come “aborto libero e sicuro”? Forse per risparmiare hanno tolto “sicuro” ed hanno lasciato solo “libero”, ma questa “libertà di non essere curate” le donne rischiano di pagarla a caro prezzo. Sono infatti molto frequenti le complicazioni come emorragie e perdita di conoscenza e le donne, senza poter accedere ad un ricovero ospedaliero, sarebbero davvero in pericolo, oltre al fatto di non avere neppure il supporto psicologico indispensabile in un momento così tragico e devastante.
Insomma, anche sforzandomi, non sono riuscita a trovare in questa “campagna a favore dell’ aborto farmacologico senza ricovero” nessun vantaggio per la donna. Gli unici ad avere un possibile vantaggio sarebbero forse quei politici che hanno bisogno di giustificare gli enormi tagli nella sanità, magari per invenstire in armamenti come oggi va molto di moda.
Si dice spesso che seguendo il giro dei soldi si riesca a trovare la verità e in effetti purtroppo molto spesso è proprio così.
Noi di “Prolife Insieme” e tutta la rete di associazioni che difendono la vita, vogliamo mettere in guardia le donne da queste campagne che si dicono a favore della donna, ma in realtà sono spesso basate su false ideologie strumentalizzate per interessi politici.
Le donne non devono essere abbandonate in un momento così delicato come quello dell’aborto: aiutiamole a tutelare davvero la loro salute!
E magari, perché no, sentendosi AMATE potranno – se lo vorranno – scegliere la vita!
Manuela Ferraro
Per Prolife Insieme
http://www.prolifeinsieme.it