Nel 2024, l’aborto si è confermato come la principale causa di morte a livello mondiale, con un totale di oltre 45 milioni di bambini non ancora nati, secondo i dati riportati da Worldometer. Queste cifre rappresentano una realtà impressionante, superando di gran lunga i decessi causati da malattie gravi come il cancro, l’HIV/AIDS, e altri fattori come incidenti stradali e suicidi.

Dati globali sull’aborto

A mezzogiorno del 31 dicembre 2024, erano stati eseguiti 45,1 milioni di aborti nel corso dell’anno. Questo numero si confronta con:

 
  • 8,2 milioni di morti per cancro,
  • 5 milioni di decessi legati al fumo,
  • 1,7 milioni per HIV/AIDS,
  • 1,35 milioni per incidenti stradali,
  • 1,1 milioni per suicidi.

Complessivamente, i decessi per cause diverse dall’aborto ammontano a 62,5 milioni, il che significa che gli aborti hanno rappresentato oltre il 42% di tutte le morti globali nel 2024. Questo fenomeno ha suscitato allarmi tra osservatori e sostenitori dei diritti umani, alcuni dei quali hanno definito l’aborto “la causa di giustizia sociale del nostro tempo”

Numeri spaventosi, l’immagine visiva dell’orrore

Non ci sono parole per descrivere l’orrore. Milioni di piccoli esseri viventi trucidati sull’altare dell’ egoismo e della superficialità.  Se si prova ad immaginare di visualizzare l’ecatombe si può credere di vivere in un incubo. Bimbi concepiti, che avevano un futuro davanti a sé e che non hanno visto la luce, a loro volta, probabilmente , futuri  padri e madri di altri bimbi che non nasceranno mai.
Corpi e anime cancellati, per chi è credente c’è solo una soluzione: piangere e pregare.

Due sorprese che aprono alla speranza, ci sono però in questo articolo, tratto da “Stampa Parlamento”, cioè da una testata non “ connotata”.

1) “Nel 2024, l’aborto si è confermato come la principale causa di morte a livello mondiale, con un totale di oltre 45 milioni di bambini non ancora nati…”

Il modo di esprimersi, l’uso di un lessico veritiero, può denotare un cambiamento di mentalità : non si è scritto “45 milioni di aborti” bensì “ di bambini non ancora nati”.
Su questa strada è opportuno incamminarsi, per ribaltare la convinzione errata, scientificamente parlando, che l’aborto sia l’eliminazione di un grumo di cellule, come è stato diffuso a mo’ di mantra infinito dai sostenitori della IVG, cioè i “ pro-morte”.

Serve quindi anche una rivoluzione nel parlare, per scardinare l’anti lingua che era stata profetizzata da Orwell, in “1984”, come è proprio delle dittature pronte a cancellare il libero pensiero.

La lingua è il veicolo dei pensieri, è indispensabile scegliere con cura i termini del nostro eloquio, per poter sperare di promuovere una cultura accogliente nei confronti della vita nascente.

2) Questo fenomeno ha suscitato allarmi tra osservatori e sostenitori dei diritti umani, alcuni dei quali hanno definito l’aborto “la causa di giustizia sociale del nostro tempo”

Chi sarebbero i “sostenitori dei diritti umani”? Di sicuro non si definiscono così  i pro-life, notoriamente e comunemente considerati integralisti, non oggettivi: anche in questo caso i termini usati dalla testata sono interessanti, indicatori di una virata espressiva certamente da considerarsi positiva e segno di un probabile quanto necessario cambiamento di sensibilità nei confronti della questione aborto.
Ed è assolutamente corretto parlare di “ giustizia sociale” del nostro tempo.

La rivoluzione parte dal riconoscimento del valore della persona appena concepita

Serve ritornare a “ pensare”, a studiare, a superare la tendenza a vivere “ hic et nunc” e a riflettere sulle parole dei grandi del passato, che hanno fornito la chiave per capire come leggere la realtà : il concetto di “ persona”, originato laicamente nel mondo greco e latino, trova la piena realizzazione nel pensiero cristiano di Severino Boezio e di San Tommaso, con la definizione “ Individuum subsistens in rationali natura”.
Dal momento del concepimento è presente un essere vivente unico e irripetibile, appartenente alla specie umana. Non esiste un momento in cui non si è persona e un momento in cui si diventa persona. Ecco perché lo zigote, prima cellula frutto dell’unione di uomo e donna, è già degno di rispetto e qualunque atto volto a interrompere il processo evolutivo dell’individuo appena sbocciato alla vita è da considerarsi  omicidio.

L’amore è la soluzione all’aborto

Non l’assistenzialismo, non il pietismo, non l’apparente disponibilità di chi è pronto ad accompagnare la donna ad uccidere il proprio figlio, nessuna di queste opzioni offrirà la soluzione alla odierna strage degli innocenti, bensì la capacità di guardare con amore al piccolo essere indifeso, generato da un uomo e da una donna, come dono infinito, quale che sia il modo in cui il concepito si presenta alla vita.

Il bimbo non ancora nato va considerato per la sua preziosissima essenza, “ è già uomo colui che lo sarà”.

Vittoria Criscuolo

 

Il Comitato “ Pro-life insieme “riunisce le varie realtà che hanno a cuore il bambino non nato, per poter ricostruire una mentalità aperta alla vita e al rispetto del piu fragile tra i fragili.