Un articolo che presenta la realtà dell’aborto, riportando i dati oggettivi dell’Istat relativi alle interruzioni volontarie di gravidanza : giovedì 11 luglio la Prealpina, quotidiano storico di Varese, dedica uno spazio assai ampio al grave dramma dell’aborto citando fedelmente anche le parole della vicepresidente di “ Pro-life insieme”. Raramente un giornale laico, non dichiaratamente pro-life, utilizza una terminologia così esplicita in merito alla eliminazione del bambino prima della nascita e non ricorre ad un’anti-lingua/neo-lingua di orwelliana memoria. Di solito sui media si legge “prodotto del concepimento“oppure “grumo di cellule“, mistificando la verità scientifica che parla invece di “essere vivente appartenente alla specie umana dal momento del concepimento“. Nell’articolo del quotidiano varesino invece si dice correttamente “ bambini uccisi legalmente con l’interruzione volontaria di gravidanza “.
Ai numeri dei cosiddetti “ aborti legali”, già di per sé spaventosi, bisogna aggiungere, peraltro, gli aborti che l’Istat non è in grado di certificare ma che noi, volontari per la Vita, sappiamo bene che esistono: si tratta degli aborti clandestini e, soprattutto, degli aborti determinati dalla pillola del giorno dopo e dalla pillola dei cinque giorni dopo. Le vendite delle pillole abortive (tali possono essere) sono in crescita esponenziale nel nostro Paese, nell’ignoranza più totale delle conseguenze di tali “farmaci” che non sono esclusivamente contraccettivi.
Come risulta molto ben documentato sul sito della Aigoc (l’intero comunicato si può leggere a questo link):
“…L’Ulipristal Acetato ha un’azione antiprogestinica, molto simile al MIfepristone ovvero la pillola RU486, utilizzata per l’aborto volontario farmacologico. Come gli autori Brache et al. 2010 e Stratton et al. 2010 hanno descritto, l’UPA ha un effetto esclusivo inibitorio sull’ovulazione soltanto nella fase iniziale del ciclo ovarico, prima dell’aumento dell’ormone LH che prepara l’ovulazione. Questo effetto anti-ovulatorio, a partire dall’inizio dell’aumento dell’ormone LH nel sangue della donna – indicato nel grafico con il cerchietto 3 – tende a decrescere fino al picco dell’ormone LH. Dopo prevale come unico effetto quello di inibire l’annidamento mediante la saturazione dei recettori endometriali per il progesterone da parte dell’UPA (vedi figura), che rende ipotrofico l’endometrio, per cui – qualora non venisse inibita l’ovulazione– l’embrione non riuscirebbe comunque ad annidarsi nella parete uterina. Si tratta di un effetto abortivo molto precoce. ”
Dalla relazione “ Attentati alla vita nascente” del ginecologo dott. Angelo Francesco Filardo (3/6/2023) e per sua gentile concessione, pubblichiamo i dati dei potenziali aborti riferibili alle pillole del giorno dopo e dei cinque giorni dopo, a livello nazionale ma anche con un cenno agli Stati Uniti. Su 616.358 donne che hanno preso Norlevo e Ellaone si può fare un calcolo statistico di 84.874 cripto aborti nel 2021, che si sommano ai 63.653 certificati dalla relazione ministeriale di applicazione della 194.
La somma si fa in fretta: 148.527 bambini che non hanno visto la luce.
Non dimentichiamo, poi, il dispositivo intrauterino noto come “ spirale”, mezzo anch’esso abortivo, oltre alle pillole contraccettive che possono avere anche effetto abortivo.
La verità amara è che noi non sapremo mai il numero reale di bambini che non vedono la luce a causa degli aborti.
Per “ Pro-life insieme”
Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme”
Presidente del Movimento per la Vita di Varese