Il Papa: “l’aborto è un omicidio!” Noi donne siamo d’accordo

Gentile direttore,
Scriviamo in replica all’intervento di Daria Bignardi, critico delle parole del Papa in merito all’aborto. https://www.vanityfair.it/article/daria-bignardi-papa-francesco-aborto-sicari-politically-correct

Vorremmo sorvolare sul dileggio implicito in riferimento all’età del Papa e al suo essere un uomo: il rispetto per chiunque parli dovrebbe essere scontato, a prescindere dal fatto che rivesta il ruolo di Pontefice della Santa Romana Chiesa.

Affermare che il “ Papa fa il Papa”, però , non rispetta la verità di quanto realmente detto durante il volo di ritorno dal Belgio.
Il Papa non ha affatto parlato da Papa, ma ha citato una verità scientifica: il bimbo concepito con l’aborto viene ucciso, quindi si tratta di omicidio. E che ci sia una vita umana lo affermano i biologi di tutto il mondo, non le encicliche.
Per quanto riguarda i “ sicari”, vogliamo rammentare che l’etimologia del termine richiama alla “ sica”, pugnale, quindi il collegamento con il bisturi è assolutamente calzante. Può darsi che i medici non obiettori si siano sentiti offesi, ma che collaborino, anzi siano gli artefici, di un omicidio, è verità e forse qualche scrupolo di coscienza potrebbero anche farselo. Sottolineiamo poi, che nessun medico è obbligato per legge a far abortire le donne, anche la legge si premura di dare la possibilità di fare obiezione di coscienza. Inoltre, se tutti i medici fossero obiettori accadrebbe una sola cosa: ci sarebbero meno aborti, nascerebbero più bambini, si creerebbe una cultura più accogliente per la maternità e per la cura dei più fragili. Certo,  chi volesse comunque abortire lo farebbe, ma come la stessa storia italiana ha dimostrato, non aumenterebbero affatto i rischi per la salute della donna.
Insomma: la legge 194 non è affatto un pilastro della vita sociale del Paese e se venisse abrogata da un giorno all’altro, semplicemente accadrebbe che l’aborto tornerebbe illegale e basta.

Se permette, però, direttore, il vulnus principale si realizza quando si richiamano i testi del passato per giustificare l’aborto.

Nel mondo greco, Ippocrate, medico del V secolo a. C., tramanda il giuramento che i medici abbracciavano e tuttora abbracciano per la propria professione, affermando: “ Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, nè suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo”.
Anche in questo caso non si ricorre ad un testo sacro, ma ad un documento di ben 25 secoli addietro, segno di una grande intuizione del mondo greco.
Si può fingere che non esista una natura femminile (e maschile), si può fingere che l’aborto non sia un atto radicalmente contro-natura; si può fingere che nel grembo di una madre ci sia solo un grumo di cellule, si può fingere che l’aborto sia un diritto. Ma presto o tardi la realtà si impone sulla finzione.
Chi tra noi ha avuto modo di incontrare donne che hanno abortito, non ha scoperto in esse gioia, sollievo, bensì rimpianto, dolore, dramma infinito. Al contrario le donne incerte se tenere il bambino e che poi hanno scelto per la vita, mai si sono pentite.
Presto o tardi la ferita profonda che l’aborto lascia nel corpo e nella psiche femminile sanguina e la natura presenta il conto.
Noi donne, per esperienza diretta, affermiamo con certezza che la legge 194 è la legge più maschilista e sessista degli ultimi 50 anni.
Noi donne vorremmo ricordare a tutti che l’aborto agisce sul corpo, sulla mente, sull’anima di chi lo subisce: ripensare per sempre il dolore di una scelta apparsa, inizialmente, ineluttabile, indica che non siamo di fronte a un diritto, ma ad una grave violenza perpetrata anche ai nostri danni, non solo ai danni dei nostri figli.
La nostra natura ci porta alla maternità, l’idea di poter uccidere il bimbo che abbiamo nel grembo è quanto di più contrario alla nostra essenza femminile. Non possiamo accettarlo. Noi donne non possiamo essere a favore dell’aborto.
Scegliere la vita è un bene per tutti.

Vittoria Criscuolo
Matilde Giunti
Diana Barigelletti
Eleonora Granata
Susanna Primavera
Francesca Romana Poleggi
Maria Antonietta Pini
Maria Sole Martucci
Maria Cariati
Angela D’Alessandro
Medua Boioni Dedé
Barbara Cinti
Marina Monagheddu
Manuela Ferraro
Wanda Massa
Milena Moro
Alberta Murra
Elisa Valmori
Maria Prassede Venturini
Laura Mauri Vigevani
Elide di Giuseppantonio
Giacomina Pozzi
Elena Parissenti
Antonella Girardi
Mary Chaves
Miriam Bergamaschi
Paola Faccin
Manuela dell’Addio
Patrizia Gamberoni
Annalisa Castelli
Lucia Manco
Loredana Fontana
Francesca Tacchi
Giovanna Acquistapace
Isalma Pighetti
Andreina Mariani
Ernesta Consalvo
Carla Arosio
Barbara Padelli
Rosanna Turetta
Raffaella Alfano
Maria Stella De Marchi
Lucia Pietra
Miriam Iesusa Pasquariello
Aurelia Tavasci
Desiree Del Re