Egregio Direttore,
le chiedo la possibilità di commentare l’ articolo” La sanità in Calabria tra promesse e carenze: ” Il caso Cariati” simbolo di un servizio incompiuto”. https://www.calabriadirettanews.com/2025/12/01/la-sanita-in-calabria-tra-promesse-e-carenze-il-caso-cariati-simbolo-di-un-servizio-incompiuto/ L’ ospedale di Cariati, nell’ Alto Ionio, è stato negli anni ’80/’90 un simbolo di efficienza che ha offerto uno splendido servizio a tutta la popolazione che viveva tra la piana di Sibari e la vicina Crotone. In particolare, migliaia di bambini, o forse milioni, sono venuti alla luce proprio in quella struttura, mancando altri presidi ospedalieri a quei tempi, in numerosi paesi del circondario. Tra questi, anche quasi tutti i miei nipoti; pertanto, ricordo con gioia e commozione quando la mia famiglia si recava a Cariati per conoscere ed accogliere ogni nuovo nato. Recentemente, ho saputo che la struttura è stata convertita per ospitare alcuni servizi ai cittadini, tra cui appunto, un consultorio.
Nell’ articolo in oggetto, però si parla di “servizio incompiuto”. C’è malcontento nell’ aria. Sembra infatti che il numero dei consultori in Calabria sia inferiore al necessario ( questa è una realtà diffusa su tutta la Penisola); inoltre, nella stessa mancherebbe da due mesi, l’ ostetrica, la quale svolge un importante servizio di prevenzione oncologica attraverso gli screening. E’ presente invece un ginecologo il cui contratto però scadrebbe a dicembre…Il vero nodo, però è l’ accusa mossa da una certa parte politica al Presidente della Regione Calabria, cioè la discrasia tra le promesse fatte e la reale situazione della struttura di Cariati e la carenza del personale, che andrebbero a ” ledere il diritto alla salute e all’ autonomia decisionale” dove, con questi si cita espressamente la l.194/78. Sono moltissimi anni che non abito più in questo territorio e conosco le condizioni di quella martoriata popolazione lasciata, spesso, in abbandono nelle sue più legittime ed elementari richieste, prima fra tutte, il lavoro.
Io stessa ho dovuto allontanarmi per avere un impiego.Quando però leggo…” Il diritto all’ autonomia decisionale attraverso la l.194…, sento l’ urgenza di rispondere. Il sud Italia è da sempre stato la zona più prolifica del Paese, quella in cui i figli erano considerati una ricchezza, una benedizione, nonostante la precarietà delle condizioni di vita. Il ricorso all’ aborto, dacche’ mi ricordi, era stigmatizzato; la sua pratica, considerata imputabile solo a persone senza valori, senza criterio. Il fatto che oggi, da quella stessa parte politica, l’ uccisione di un bambino innocente per mano della stessa madre sia ( come altrove, del resto) spacciato come ” un diritto” e un valore da perseguire a tutti i costi mi fa venire la pelle d’ oca!
Mi chiedo perché codesti amministratori del” bene comune”, legittimamente eletti, non si adoperino invece per ottenere il riconoscimento dei veri Diritti, come, il guadagnarsi il pane nella propria terra per non dovere emigrare; il diritto ad essere curati (ricordiamo che la gravidanza non è una malattia); il diritto allo studio e alla costruzione del proprio futuro laddove si è nati, la cui mancanza, tanti giovani porta via; alla tutela e riconoscimento della legalità; infine ,allo sviluppo e alla valorizzazione del territorio che al sud è di una bellezza indescrivibile! Solo dopo aver ottenuto, per tutti, questi diritti nonché sacrosante possibilità descritte innanzitutto nella Costituzione, si potrà dire di aver compiuto il proprio dovere, operando per il bene comune e, soprattutto, proteggendo la vita dal suo esordio (come è sempre stato) al suo epilogo naturale.
Cordialmente.
Maria Cariati per il Comitato Prolife Insieme
www.prolifeinsieme.it
