Roma:patriarcato ormai estinto ma sempre vivo nelle lotte femministe

Egregio direttore,
Mi consenta di commentare l’articolo della sua testata
https://www.vita.it/roma-aperto-il-museo-dove-il-patriarcato-e-solo-un-reperto/
Un museo: per un’amante della cultura come me significherebbe un’attrazione fatale, immaginando di poter gustare messaggi di spessore, sociali, artistici… invece scopro, leggendo l’articolo, che si tratta di un esperimento distopico così inquietante da suggerire di non visitarlo. Inquietante per diversi motivi: l’obiettivo di “cancellare le disuguaglianze“ e “annientare il patriarcato“ rivela la cifra stilistica di questo intervento che non ha nulla di culturale, ma, a mio avviso, molto di disturbante. Il pensiero che in un’epoca non molto lontana, nel 2184, si possa finalmente assistere a quella che viene definita una vera uguaglianza tra generi presupponendo,però, una sorta di eliminazione del maschile, non può che spaventare se si pensa agli effetti devastanti che un messaggio del genere potrebbe caricarsi sui giovani. Questo mantra insopportabile del “patriarcato” che non sarebbe mai finito, per quanto ridotto rispetto al passato, già rivela una impostazione ideologizzata del tutto priva di cultura, dal momento che studiosi di sociologia del calibro di Ricolfi dimostrano che nel nostro Paese il patriarcato non esiste più dal XVIII secolo. Quantomeno non tra gli Italiani, se non si vuole naturalmente fare riferimento al patriarcato di importazione di Paesi integralisti islamici.
Purtroppo dall’articolo si evince invece che, in un futuro non lontano, quello che ancora non sarà da considerarsi defunto, è il 68, che tanti mali ha causato nella nostra società innanzitutto a noi donne. Perché se inizialmente il 68 era sembrato un momento di liberazione e di esaltazione della figura femminile, si è poi rivelato invece un movimento di odio di massa del maschio, considerato a prescindere individuo da sottomettere. In questa direzione va anche la scellerata approvazione della legge sul consenso nel rapporto sessuale. Tutte queste iniziative invece causeranno esclusivamente l’eliminazione dell’uomo, già oggi devirilizzato a causa sempre dei movimenti veterofemministi e in particolare della legge 194, che esclude l’uomo dalla decisione più importante che una coppia possa prendere, quella legata alla generazione di un figlio.Femminismo come causa del ruolo sminuito di uomo e donna
Siamo al rovesciamento della logica e della natura, che presuppone una complementarietà tra uomo e donna e non rivalità e aggressività.
Se dovesse realmente realizzarsi quanto prospettato dal Museo del Patriarcato, del quale si parla nell’articolo, si assisterà all’estinzione della nostra società. E non si pensi di poter essere profetici come era stato il grande Orwell: evidente è il tentativo di fare riferimento al geniale romanzo distopico 1984.
Auspico invece una mostra sull’amore, sulla bellezza, che abbia un fondamento culturale nei grandi del nostro passato, che ci orienti al bene. Basterebbe imparare da Dante Alighieri, il sommo poeta, il rispetto e la devozione nei confronti della donna. Questo i giovani dovrebbero sentire raccontare tutti i giorni, che una donna è gentile e onesta nel suo salutare gli altri, da suscitare silenzio, rispetto e venerazione.

Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente del Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it