Aborto: la donna tomba del proprio figlio e non tempio della vita

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente diritto di replica all’articolo https://www.giornaledelcilento.it/le-leggi-che-hanno-cambiato-la-vita-delle-donne-in-italia/

Da Donna originaria del Cilento, pro-life da sempre, resto perplessa nello scoprire che la Legge 194/78 sarebbe annoverata tra quelle che avrebbero cambiato la vita delle donne, alla stregua delle normative per la parità sul lavoro e la rappresentanza politica.
Aldilà delle opinioni personali, ciò che conta però sono i dati oggettivi: il cosiddetto “ diritto” all’aborto si è concretizzato nella eliminazione sistematica di quasi 7.000.000 di bimbi innocenti, rendendo “ legalmente” le loro madri carnefici e vittime al tempo stesso. Carnefici per aver acconsentito all’eliminazione dei propri figli e vittime di un’ideologia falsamente liberante: la sindrome post aborto è ormai un dato acclarato e gli psicologi, specializzati nell’ aiutare le donne ad elaborare il lutto, testimoniano il dolore e la solitudine che accompagnano per decenni le pazienti, ignare del “ dopo”.
A quante donne viene chiarito che l’aborto incide sulla loro essenza, che non è solo “ corpo “ ma anima e psiche?
Non tutti sanno che cosa accada alla donna dopo l’interruzione volontaria di gravidanza e non ci sono grandi divergenze tra studi psicologici:(https://www.istitutopsicoterapie.com/conseguenze-psicologiche-dellinterruzione-di-gravidanza-volontaria/)
”I sintomi principali che fanno rientrare la SPA ( Sindrome Post-aborto) nella categoria della sindrome post traumatica da stress sono:
Esposizione o partecipazione ad un’esperienza di aborto, percepita come uccisione volontaria di un bambino ancora non nato;
Rivivere in modo intrusivo l’evento dell’aborto;
Sforzi per evitare di riportare alla memoria i ricordi legati all’interruzione di gravidanza;
Altri sintomi associati all’evento come senso di colpa e sensazione di essere sopravvissuti che non erano presenti prima del trauma.”
Per chi è credente, si aggiunga la testimonianza di sacerdoti che non sempre riescono, anch’essi, a portare a perdonarsi chi accede al Sacramento della Riconciliazione. Donne che confessano e confessano sempre lo stesso peccato, pur accolte dalla misericordia di Dio, sentono sempre di essere state tombe dei propri figli, e non tempio glorioso della vita.
Sentire ancora nel 2025 parlare della donna come una sorta di contenitore da svuotare, ai miei occhi è un oltraggio e la dimostrazione che dell’universo femminile ci si occupa ben poco.
L’auspicio è che si attui una rivoluzione culturale che guardi a noi donne come privilegiate, per la possibilità di dare la vita, e guardi agli uomini, pronti a sostenere le proprie compagne qualora in difficoltà per la gravidanza. Noi del Comitato “ Pro-life insieme “ contribuiamo a questa rivoluzione tutti i giorni con i nostri articoli e le nostre repliche.

Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente del Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it