Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo https://www.gazzettadimodena.it/speciale/2025/11/15/news/scuola-schlein-educazione-sessuale-sia-obbligatoria-no-attacchi-a-chi-combatte-bullismo-1.100791904
Le punizioni, viste come misure per rispondere alla violenza in generale ed ai comportamenti illegali, sono in realtà criteri che agiscono a posteriori e tentano di mettere il freno a comportamenti disfunzionali.
Non possono perciò considerarsi risolutive in quanto intervengono su comportamenti che affondano le proprie radici nella cultura e nel vissuto di chi fa della violenza il proprio modo di comunicare.
È necessario, al fine di arginare il più possibile, fino anche ad eliminare episodi di violenza, andare oltre alle sole misure punitive investendo sulla prevenzione, attraverso l’educazione al rispetto delle differenze e alla tolleranza per provare a cambiare quei riferimenti culturali che sono alla radice del problema.
Le leggi punitive da sole non sono sufficienti, intervengono infatti dopo che il reato è stato commesso e si sa che “piangere sul latte versato” non serve a mettere a posto le cose.
LA PREVENZIONE quindi deve fare parte di un movimento culturale che promuova il rispetto e la corretta relazione tra gli esseri umani.
Molti pensano, soprattutto i rappresentanti di una certa sinistra, che l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole rappresenti un deterrente, al fine di prevenire comportamenti dannosi quali la violenza ed il bullismo e ne caldeggiano l’ entrata come materia d’insegnamento, con l’obiettivo di insegnare il rispetto.
La capacità di capire, di rispettare, di come condividere un sentimento non mi pare però che c’entri molto con l’educazione sessuale e la formazione di una coscienza empatica.
Quest’ultima semmai si costruisce, in riferimento alla scuola, attingendo dalla storia, dalla letteratura, dalla filosofia che sono materie che aiutano a creare coscienze libere perché offrono prospettive diverse ed intervengono, attraverso lo sviluppo dell’empatia dei vari personaggi, a comprendere meglio sé stessi e gli altri.
Ad esempio analizzando e riflettendo sulle esperienze dei protagonisti e, attraverso il racconto delle loro esperienze di vita, si può capire quali conseguenze portino alcune scelte avendo così la possibilità di definire di conseguenza quali siano quelle giuste, finalizzate al raggiungimento di valori nobili.
QUINDI NON È IL CORPO in sé che va educato ma il legame che ha con la coscienza o con l’anima, come direbbero anche alcuni filosofi quali Platone, scrittori come Dante, pensatori come Sant’Agostino ecc.
Detto ciò non è chiaro cosa c’entri, quando si parla di formare coscienze, “l’educazione sessuale”.
Forse si intende far aprire gli occhi sul mondo della contraccezione, dell’aborto, della fluidità, del pansessualismo a dei ragazzini?
Non è che in nome di “uguaglianza di tutti e tutte” ( articolo 3 della costituzione italiana), per dirla come Schlein si sta tentando di sdoganare la teoria del gender?
Con tutti gli annessi e connessi?
Il dubbio a questo punto è più che lecito.
Angela D’Alessandro
Prolife insieme
www.prolifeinsieme.it
