Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo https://www.repubblica.it/dossier/cultura/cinquanta-anni-di-repubblica/2025/10/31/news/pillola_giorno_dopo_contraccezione_farmacia_2000_reggio_50_anni_repubblica-424949012/
Sono trascorsi 25 anni dalla commercializzazione della “pillola del giorno dopo” Norlevo a base di Levonorgestrel (LNG) in Italia. E “la Repubblica” ne celebra l’anniversario riportando un articolo scritto nel 2000 dal giornalista Mario Reggio. La diffusione di questa prima pillola post-coitale, seguita poi da quella dei “5 giorni dopo”, ha avuto un crescente incremento negli anni con una lieve flessione nel 2022 (n° confezioni vendute senza prescrizione medica alle donne maggiorenni e con prescrizione medica alle minorenni: 303.137, dall’ultima Relazione del Ministero della Salute sull’applicazione della L.194 del 2024) a vantaggio della pillola ellaOne che ha avuto una forte impennata di consumi dall’ottobre 2020, dopo la liberalizzazione delle vendite senza prescrizione medica anche alle minorenni (n° confezioni vendute nel 2022: 444.730).
La questione di fondo che ha suscitato forti reazioni soprattutto nel mondo cattolico, come viene riportato nell’articolo, è sul meccanismo di azione del levonorgestrel (LNG) in dosaggio di 1,5 mg, 10 – 15 volte superiore a quello presente nelle pillole della contraccezione ormonale ordinaria.
Si tratta di una sostanza ad azione progestinica che produce effetti soprattutto sulla fase post-concepimento, agendo a vari livelli: rallentamento del trasporto dell’embrione nella tuba verso l’utero con conseguente possibilità di causare una gravidanza ectopica extrauterina o determinare l’arrivo ritardato dell’embrione in utero (dopo la breve finestra di 4 giorni dal concepimento, utili all’impianto); riduzione dei livelli di LH e di Progesterone da parte del corpo luteo, con abbreviazione della fase luteale, tale da prevenire le modificazioni dell’endometrio, necessarie per consentire l’impianto; ma anche un possibile effetto diretto sull’endometrio rendendolo inospitale all’embrione (Juan R. Vélez, Rebecca Peck. The Postovulatory Mechanism of Action of Plan B, A Review of the Scientific Literature. January 2013. The National Catholic Bioethics Quarterly 13. (Winter 2013):677-716. DOI:10.5840/ncbq201313410 https://www.researchgate.net/publication/271134726_The_Postouvlatory_Mechanism_of_Action_of_Plan_B_A_Review_of_the_Scientific_Literature).
L’effetto contraccettivo vero e proprio del LNG, che consisterebbe nell’inibire o ritardare l’ovulazione, è stato valutato anche in altri studi internazionali, come quello di Bruno Mozzanega ed Erich Cosmi (How do levonorgestrel-only emergency contraceptive pills prevent pregnancy? Some considerations. Gynecol Endocrinol. 2011 Jun;27(6):439-42. doi: 10.3109/09513590.2010.501885. Epub 2010 Jul 29.); quelli condotti da Gabriela Noè nel 2010 e 2011 (Gabriela Noé et al. Contraceptive efficacy of emergency contraception with levonorgestrel given before or after ovulation. Contraception. 2010 May;81(5):414-20.  doi: 10.1016/j.contraception.2009.12.015. Epub 2010 Jan 27. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20399948/; Gabriela Noé et al. Contraceptive efficacy of emergency contraception with levonorgestrel given before or after ovulation. Contraception. 2011 Nov;84(5):486-92. doi: 10.1016/j.contraception.2011.03.006. Epub 2011 Apr 27. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22018122/ ) che hanno, in sintesi, dimostrato quanto segue: “E’ possibile che il Piano B (l’utilizzo del LNG-EC come contraccettivo d’emergenza) possa ritardare l’ovulazione quando la pillola è assunta prima o all’inizio del periodo fertile, quando la probabilità di gravidanza è scarsa o nulla, e perciò, non è “necessario” prevenire una gravidanza.
Quando la pillola viene data dopo un rapporto nel periodo fertile e prima del picco dell’LH che innesca l’ovulazione, il Piano B fallisce nell’azione come contraccettivo nell’80-92% delle volte; agisce invece come un abortivo, eliminando tutti gli embrioni che probabilmente sono stati concepiti. Quando la pillola viene data il giorno dell’ovulazione o più tardi per prevenire la gravidanza dopo un rapporto nel periodo fertile, quasi sempre fallisce nel prevenire gravidanze già in atto”.
Nel lavoro di Vivian Brache et al.(Ulipristal acetate prevents ovulation more effectively than levonorgestrel: analysis of pooled data from three randomized trials of emergency contraception regimens. Contraception. 2013 Nov;88(5):611-8. doi: 10.1016/j.contraception.2013.05.010. Epub 2013 May 22. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23809278/ ) è stato valutato e messo a confronto l’effetto anti-ovulatorio del LNG-EC, dell’UPA (pillola dei 5 giorni dopo), di un terzo Contraccettivo di emergenza (Meloxicam), del LNG + Meloxicam, e del placebo. E’ stato verificato quanto già Mozzanega/Cosmi e Peck/ Vèlez avevano considerato per il LNG, cioè che questo è minimamente efficace nel ritardare l’ovulazione se assunto nel periodo fertile immediatamente precedente l’ovulazione. Inoltre il LNG-EC era meno efficace del placebo nel ritardare/inibire l’ovulazione a causa del progesterone che induce l’ovulazione entro 48 ore.
L’effettiva azione contraccettiva del LNG è stata valutata anche da Alegre Del Rey Emilio J et al. (Effetto di Levonorgestrel postcoitale, European Journal Clinical Pharmacy, vol.17, n.6, Nov. Dic. 2015) con i seguenti risultati: “La riduzione di gravidanza ottenuta era dell’82,78% se l’assunzione di LNG è stata 24 ore dopo il rapporto sessuale e del 73,47% se dopo 72 ore dopo il rapporto sessuale. I meccanismi non-anovulatori (cioè abortivi precoci) potrebbero rappresentare il 51,2% della riduzione della gravidanza nel gruppo 24 ore dopo e il 65,4% della riduzione della gravidanza nel gruppo 72 ore dopo”.
Alla luce di tutte queste evidenze scientifiche, non di parte, sembra allora onestamente semplicistico aver attribuito a motivazioni “religiose” la non approvazione di queste pillole!
L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), in risposta ad un quesito avanzato dal MPV italiano perché venisse riportato sul foglietto illustrativo della pillola anche l’effetto abortivo precoce, ha pensato di allinearsi all’OMS la quale, seguendo l’ACOG (American Colledge of Ostetricians and Gynecologists) considera il concepimento non più il momento della fecondazione, bensì il momento successivo dell’annidamento della blastocisti (embrione) nell’utero. Pertanto, come asserisce il Prof. Carlo Flamigni, l’“intercettazione della fertilità”, cioè l’azione anti-nidatoria prodotta dalle pillole post-coitali, non sarebbe una interruzione di gravidanza già iniziata nella tuba della madre con il concepimento. Così l’AIFA ha potuto dichiarare, il 4.02.2014, che il LNG non è abortivo, pur raccomandando alle donne un uso solo occasionale della stessa pillola del giorno dopo.
Un altro assioma largamente diffuso, ben sostenuto dall’interesse miliardario delle case farmaceutiche che producono queste pillole, è il seguente: più contraccezione meno aborti volontari. A smentirlo ci sono i dati della letteratura (Raymond EG et al. Population effect of increased access to emergency contraceptive pills: a systematic review”. Obstet Gynecol. 2007 Jan;109(1):181-8. doi: 10.1097/01.AOG.0000250904.06923.4a. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17197603/ ): un maggiore accesso alle pillole per la contraccezione d’emergenza ne aumenta l’uso, ma non riduce i tassi di gravidanze indesiderate e, quindi, l’abortività. Queste le parole testuali: «Increased access to emergency contraceptive pills enhances use but has not been shown to reduce unintended pregnancy rates. Further research is needed to explain this finding and to define the best ways to use emergency contraception to produce a public health benefit».
Ma la smentita viene anche dalle statistiche nazionali dei Paesi del Nord Europa, come Francia e Regno Unito, nei quali la contraccezione sia ordinaria sia d’emergenza è diffusa in maniera capillare e massiccia, e i giovani sono bombardati, sin dalle scuole, con programmi e campagne pubbliche di educazione sessuale: non solo gravidanze indesiderate e aborti volontari non diminuiscono, ma addirittura raddoppiano e triplicano, e aumenta persino la ripetitività abortiva.
Un’ analisi del fenomeno, più imparziale e libera da pressioni ideologiche ed economiche, ci dice piuttosto che più aumenta il ricorso alla contraccezione (ordinaria e d’emergenza), più aumentano le gravidanze indesiderate e gli aborti indotti. Questo fenomeno è stato spiegato con la fallacia propria della contraccezione (a oggi non esiste un contraccettivo, nemmeno tra quelli ormonali considerati più sicuri, che abbia un indice pearl uguale a zero) unitamente al fenomeno detto “risk compensation” o “effetto cinture di sicurezza”. Risultato? Contraccezione e aborto sono due facce della stessa medaglia. Così, dopo 25 anni, si perpetua l’inganno della “contraccezione d’emergenza” soprattutto nei confronti delle giovani generazioni!
Dr. Alberto Virgolino – Presidente AIGOC
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it
