Libertà di espressione:oggi si può essere contro l’aborto?

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente diritto di replica all’articolo https://www.fanpage.it/politica/via-il-divieto-di-pubblicita-sessiste-il-vero-scopo-di-fdi-e-far-tornare-i-manifesti-pro-vita-e-anti-aborto/

Esilarante il titolo dell’ articolo di Annalisa Cangemi alla quale vorrei porre una semplice domanda: come possono dei manifesti che mostrano un bimbo nel grembo materno essere definiti uno scandalo sessista? Perché una donna dovrebbe sentirsi offesa o ‘violentata psicologicamente’ nel vedere la foto di un feto di 5-7 o 12 settimane? Sarebbe forse la biologia a spaventare le donne oppure il lontano ricordo di essere di sesso femminile?
La realtà è che nessuna immagine che ritrae un bimbo nella pancia della sua mamma dovrebbe essere censurata, né tanto meno esserne considerata violenta in una società che si consideri ancora UMANA prima ancora che civile.
Invece noi di Prolife Insieme come tutte le associazioni della rete che difende la Vita Nascente ci troviamo ogni giorno di fronte a censure talvolta tacite talvolta esplicite atte solo ed unicamente a tapparci la bocca.
Ma la nostra voce non è solo la voce di alcuni attivisti che parlano per un tornaconto personale, si tratta piuttosto di DARE VOCE AI BIMBI MAI NATI gli esseri umani più indifesi perché non possono urlare, né protestare, né tantomeno votare. Di fatto sono gli ‘invisibili’ della nostra società.
Apprendiamo con grande rammarico che il mondo transfemminista si scaglia costantemente contro qualsiasi proposta sociale o politica che metta al centro il nascituro (e non la donna) definendola come una eresia ed esprimendo l’intenzione di bruciare – come testimoniano tristemente molte scritte sui muri della sede Provita – non solo i cartelloni ma anche coloro che difendono la mamma e il suo bambino e la famiglia tradizionale.
Qui il link del  servizio in rai sull’assalto alla sede Provita avvenuto nel novembre del 2023.l
https://youtu.be/zCkSojUMf94?si=ma23tvIMesU94s-e
Tale violenza è stata esplicitamente condannata dai politici di destra, ma purtroppo – come continua ad accadere ancora oggi-  questi episodi non hanno ricevuto la stessa condanna pubblica da parte della sfera politica della sinistra.
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/11/27/meloni-la-sinistra-condanni-la-violenza-contro-pro-vita-_110d3d77-93eb-4a7f-9955-4be4638defd9.html
È indispensabile, infatti, che tutti i politici condannino sempre, fermamente e ad una sola voce tutte le forme di violenza per mandare un messaggio chiaro ai cittadini che qualsiasi ideale un individuo decida di abbracciare, nessuno deve sentirsi in diritto di esercitare violenza su di lui per nessun motivo.
Purtroppo ad oggi la politica non è stata ancora in grado di essere coesa su questo punto, e stando ai fatti,  la sinistra inghiottita dalle ideologie moderne di stampo prettamente woke non sembra oggi nelle condizioni di riuscire ad esercitare una politica connessa alla realtà e basata sul ragionamento logico-deduttivo.
Un esempio lampante è il terrore del ritorno del patriarcato, fenomeno del tutto assente nella società italiana del nostro tempo.
Può una politica in favore della vita e della famiglia comportare il rischio del ritorno del patriarcato nella sua accezione prettamente negativa di oppressione e schiacciamento della figura femminile?
La risposta è no.
La famiglia che trova supporto in azioni sociali e politiche adeguate, sarà propensa a sviluppare figure paterne che garantiscono fiducia e stabilità al nucleo familiare, donne libere di vivere e non ‘subire’ la maternità e figli accompagnati da linee educative profondamente radicate nel rispetto e nell’accoglienza dell’altro.
Esattamente tutto il contrario di quello che i promotori di certe ideologie vogliono farci credere.
Tornando al titolo dell’articolo mi domando: chi ha paura dei bimbi non nati? Forse chi teme uno sguardo che va oltre all’orizzonte conosciuto e che scava dentro il nostro essere?
Ma anche di fronte a ciò che ci spaventa, la censura non può mai essere la soluzione, perché la libertà di espressione è un diritto inalienabile profondamente connesso alla dignità di ciascuno di noi.
Purtroppo i principali media danno risalto alle preoccupazioni di una eventuale mancanza di libertà  in un’unica direzione e questo non aiuta il dialogo costruttivo da entrambe le parti bensì alimenta odio sociale e una forte chiusura verso qualsiasi pensiero ‘controcorrente’.
Questo fenomeno di propaganda mediatica rischia di rendere la nostra democrazia come una barca che, in mezzo alla tempesta delle ideologie,  fa acqua da tutte le parti.
Siamo certi che anche tra i giornalisti ci sarà sempre chi si distinguerà per la volontà di ricercare la verità, non curandosi delle mode del momento e dei soli consensi ma mostrando un’onestà intellettuale capace di gettare le basi per riparare questa nostra amata ‘barca’ italiana.

Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme
www.prolifeinsieme.it