Secondo le riflessioni della segretaria del PD Cosenza città, Rosy Caligiuri, l’ emendamento di Latini ( lega) al ddl Valditara sull’educazione sessuale nella scuola, emendamento che vieta la materia sessualità nella primaria e nella secondaria di primo grado, permettendolo solo alla secondaria di secondo grado, previo consenso informato della famiglia è pericoloso, in quanto non terrebbe conto dei femminicidi di cui le donne continuano ad essere vittime.
La scuola, sempre secondo Caligiuri, dovrebbe stare in prima linea riguardo a queste tematiche ed impegnare ore extracurricolari di “educazione alle relazioni” che, detta in parole povere, si realizzerebbe con “educazione alla sessualità”.
Fare leva su concetti affettivi porterebbe ai ragazzi maggior consapevolezza di sé e degli altri e diventerebbe deterrente, sempre secondo la teoria di Caligiuri, alle tante forme di violenza.
Soprattutto al femminicidio che è il “frutto di una cultura maschilista” ancora aleggiante nel nostro Paese e che rende le donne ostaggio di maschi violenti e prevaricatori.
MA È PROPRIO COSÌ?
Mi chiedo se sia proprio questo il compito della scuola. Mi chiedo se sottrarre ore alle discipline curricolari sia fruttuoso per raggiungere l’obiettivo a cui tendono coloro che caldeggiano tale insegnamento.
È funzionale caricare la scuola italiana, che lavora già in emergenza per quanto riguarda le complesse realtà che la compongono ( extracomunitari, disabili, burocrazia, figure esterne ecc) di altro?
È corretto riservare sempre meno spazio all’insegnamento?
È giusto privare i ragazzi di ciò che spetta loro di diritto per dare spazio a temi per i quali la scuola può fare ben poco?
Viviamo infatti in una società che ci bombarda di messaggi i quali insegnano tutto l’opposto.
Ovunque si vedono violenza e sesso, nelle pubblicità, nei film, nel parlato comune, dominano incontrastati.
La rete pullula di ragazze che si vendono e di madri che le benedicono.
L’esistenza dell’uomo ha perso di valore, è questo ciò che fa emergere tanta aggressività.
Se non si considera la sacralità della vita tutto lo sforzo messo in atto per fare capire il valore del rispetto è vano.
QUALI CONTENUTI?
Cosa si vorrebbe insegnare introducendo l’educazione all’affettività? Il rispetto alle donne?
O si vuole invece insegnare come trarre piacere fin da giovani dal sesso? Si vogliono addestrare magari i ragazzi alla contraccezione parlando poi della libertà e della possibilità di abortire anche chimicamente senza ricetta, pur essendo minorenni?
È questa l’educazione a cui si tende? Questa spinta così forte sull’educazione sessuale secondo me ha come obiettivo inculcare nei giovani contenuti ideologizzati.
L’educazione relazionale, sentimentale, sessuale è di competenza delle famiglie. Se queste ultime non sono in grado di farlo perché magari carenti culturalmente o per altri problemi è necessario aiutarle, formarle, sostenerle, affinché possano svolgere questo importante compito.
Non è il caso di delegare agli insegnanti tali incombenze, non è bene.
Essi devono sopra ogni cosa passare alle nuove generazioni la cultura attraverso le discipline e la loro formazione specifica, presentando le loro materie, dando valore all’importanza del sapere oltre che del saper essere.
Potranno arricchire i contenuti con obiettivi che puntano a quei valori che sono principi fondamentali del rispetto umano.
La scuola non deve farsi cassa di risonanza delle ideologie dominanti, del politicamente corretto. Deve aspirare a creare menti libere e non fotocopiate, cittadini culturalmente preparati per affrontare le sfide della vita. Uomini e donne con intelligenza critica non omologata all’ andamento del mercato, disposti a mettersi in gioco per il bene comune.
La scuola deve essere “campo franco”, libera da obblighi politici per poter svolgere con efficacia quello che è il suo ruolo primario, cioè trasmettere la bellezza della cultura e della conoscenza.
Tutto il resto è in più se non dannoso.
Così facendo la scuola potrà appieno trarre dalle persone ( e-ducere) il meglio rendendole capaci di costruire relazioni sane e non intrise di ideologia.
Angela D’Alessandro
Prolife insieme