Intervista integrale al dott. Alberto Virgolino, (uno stralcio della quale pubblicato su “ La Verità”): https://www.laverita.info/alberto-virgolino-i-centri-aborto-sono-piu-di-quelli-nascita-2674184257.html
in relazione al ddl Crisanti: chrome://external-file/AS%201399%20-%20CRISANTI.pdf
Cosa pensa dell’idea di Crisanti di fare praticare aborti alle ostetriche?
Innanzitutto il pretesto di coinvolgere direttamente le ostetriche nella pratica dell’aborto, nasce da una valutazione esasperata circa i dati nazionali sui punti IVG e l’ aumento dei ginecologi obiettori di coscienza. Il dato nazionale, pur con differenze tra Regioni, dice che per ogni punto nascita, c’è ne sono 5 per le IVG. Anche il dato sul carico di lavoro settimanale per i ginecologi non obiettori è in costante diminuzione, nel 2022 è stato di 0,87 interventi chirurgici a settimana. Ci sono poi strutture che non utilizzano a pieno i ginecologi non obiettori, pur presenti nell’ organico.
Fatta questa premessa, l’ idea di coinvolgere le ostetriche in prima persona, con tutte le responsabilità che ne derivano, in un compito che snatura la originaria e precipua funzione professionale, quale quella di assistere alla nascita di un figlio (l’ etimologia del termine ostetrica lo dice in modo inequivocabile!) è davvero una forzatura ideologica! Rientra nel triste filone mediatico di facilitare in tutti i modi e con tutti i mezzi (vedi l’ utilizzo anche domiciliare della Ru486 e delle prostaglandine) la decisione, unica e indiscutibile, della donna di interrompere un processo biologico, detto IVG, del quale viene censurato il soggetto principale, il figlio, che ne diviene inesorabilmente vittima!
Può dare un parere sulla pillola abortiva, sul fatto che FDA ha approvato un nuovo farmaco più economico e che si diffondono sempre più?
L’ origine del disprezzo della vita umana nel suo momento iniziale, il concepimento, e nelle sue prime fasi di sviluppo nella tuba materna (prima settimana) prima del suo annidamento nell’ utero, risiede nella falsa e strumentale nuova ridefinizione dell’ inizio. Negli anni 60 del secolo scorso l’ American College of Obstetrics and Gynecologists, ACOG, dichiarò che l’ inizio coinciderebbe con l’ impianto dell’ embrione in utero. Tutto quello che precede non ha valore! Non si tratta di un essere umano, unico ed irripetibile con il suo DNA che lo identifica per sempre, anche dopo la morte. Quindi ogni azione medica o farmacologica che interviene prima dell’ annidamento o impianto dell’ embrione in utero non può, per questa nuova definizione, essere considerata interruzione di uno sviluppo di un essere umano, dunque abortiva. Così le case farmaceutiche hanno avuto ed hanno tutto il loro miliardario interesse ad escogitare tutti i rimedi chimici ed ormonali per agire in questa fase delicatissima della vita umana. Del resto la letteratura scientifica documenta, per chi voglia considerarla onestamente, proprio questo meccanismo di azione della pillola del giorno dopo, Norlevo, e dei 5 giorni dopo, ellaOne, ossia una alterazione della mucosa uterina, endometrio, tale che non consente l’ annidamento dell’ embrione vivo e vitale proveniente dalla tuba. L’ azione inibitoria dell’ ovulazione infatti, attribuita ai principi attivi di queste pillole post-coitali (levonoegestrel e ulioristal acetato UPA) sarebbe incompleta, cioè legata alla fase del ciclo ovulatorio della donna che assume in quel momento la pillola. Soprattutto quella dei 5 giorni dopo, UPA, ha un meccanismo di azione identico a quella della Ru486 impiegata per l’ aborto detto farmacologico: compete con il progesterone sui recettori dell’ endometrio, bloccando la formazione dell’ abbozzo placentare. Inoltre, in un recente studio pubblicato su NEJM hanno sperimentato con successo l’ uso di una doppia dose di UPA, 60 mg, per effettuare aborti volontari. Pensare che questa pillola può essere acquistata in farmacia anche dalle minorenni senza ricetta medica, non può non destare allarme per un uso, anzi un abuso, che significa una vera e propria elusione della legge 194!
Non le sembra che sia in corso una battaglia sempre più feroce contro gli obiettori?
L’ obiezione di coscienza è un caposaldo della legge 194. Forse ultimo baluardo a vera difesa della vita prenatale, considerato il fatto che gli altri articoli della legge non vengono regolarmente applicati. Sapere che un medico obietta la scelta della donna è o dovrebbe essere, di fatto, per la stessa donna un serio motivo di riflessione sulla sua scelta. Ma nella pressione ideologica sull’affermazione della propria autodeterminazione che non consente una pur ragionevole riflessione in merito alla stessa scelta, questo rappresenta un vero e proprio ostacolo. Eppure nel DDL Crisanti viene dichiarato l’ impatto emotivo anche del medico non obiettore che, magari nel tempo lo conduce a diventare obiettore di coscienza. Purtroppo sta diventando una vera e propria battaglia a tutti i livelli, contro gli obiettori di coscienza! Vengono coinvolti, come sapete, anche le istituzioni europee e l’ OMS! Vengono riservati in alcune regioni italiane, vedi ultimamente la Sicilia, concorsi solo a ginecologi non obiettori! Ci vogliono rendere una categoria destinata all’ estinzione! Del resto, non so quanto nella formazione universitaria dei medici e soprattutto degli specialisti ginecologi questo fondamentale argomento venga trattato e con quali visioni deontologiche.
Dott. Alberto Virgolino. Presidente AIGOC
Comitato Pro-life insieme