Ed.sessuale, i giovani sul web per informarsi. Esclusa la famiglia

https://www.leggo.it/italia/cronache/sesso_giovani_autodidatti_tabu_famiglia_oggi_2_10_2025-9100904.html?refresh_ce

In un’epoca in cui i giovani navigano soli nel mare tempestoso della sessualità, l’articolo pubblicato su Leggo.it il 2 ottobre 2025 getta luce su una realtà allarmante: oltre la metà dei ragazzi (53,2%) si informa sul web, spesso anonimo e insidioso, mentre per uno su due il tema resta tabù in famiglia. L’imbarazzo (46,8%) e la percezione di un argomento “sensibile” (14,5%) sigillano le labbra dei genitori, lasciando i figli a un’autodidattica digitale che rischia di distorcere la verità sul corpo, sull’amore e sulla vita nascente. I dati dell’Osservatorio Giovani e Sessualità rivelano un calo drammatico nell’uso regolare del preservativo (45,4%, contro il 56,7% del 2019), con percentuali ancor più basse tra gli 11-13enni (37,2%), dove il 41,6% non lo impiega mai. Questo vuoto educativo non solo espone a infezioni sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate, ma erode la dignità umana, trasformando l’intimità in un atto svuotato di significato.
Da una prospettiva che valorizza la vita fin dal concepimento, questa tendenza riflette una crisi più profonda: la sessualità ridotta a impulso istintivo, priva di responsabilità e apertura alla vita. Come evidenziato nelle analisi del Comitato Pro-life Insieme, la contraccezione d’emergenza – spesso rifugio per chi affronta rapporti non protetti – non è una soluzione innocua. La pillola del giorno dopo (levonorgestrel) agisce in oltre il 50% dei casi dopo la fecondazione, impedendo la prosecuzione della gravidanza (Alegre Del Rey et al., 2015), mentre quella dei cinque giorni (ulipristal acetato) ostacola l’annidamento della blastocisti, con effetti abortivi precoci confermati da studi recenti (Winkoff et al., 2025). Questi farmaci, promossi per ridurre le interruzioni volontarie di gravidanza, celano rischi epatotossici e cardiovascolari: un raddoppio del pericolo di ictus e infarto per chi usa contraccettivi ormonali (BMJ 2025; 388: e082801). In Italia, le Relazioni ministeriali sulla Legge 194/1978 documentano un tasso di abortività tra le under 20 che, pur in calo, resta un dramma silenzioso, con oltre 5.000 casi annui, spesso frutto di educazione carente.
Il Magistero della Chiesa cattolica, nell’enciclica Humanae Vitae (1968), richiama a una sessualità integrale, vissuta nel matrimonio come dono reciproco e aperta alla procreazione responsabile. Senza questo fondamento etico, i giovani rischiano di interiorizzare una cultura utilitaristica, dove il concepito è visto come “oggetto” da eliminare se indesiderato, come accade nella procreazione medicalmente assistita (PMA). Qui, l’80-90% degli embrioni è sacrificato, con oltre 190.000 crioconservati, secondo le Relazioni del Ministero della Salute sulla Legge 40/2004. L’articolo sottolinea come l’89% dei giovani e l’80% dei genitori auspichino programmi scolastici di educazione affettiva, ma questi devono essere radicati in valori pro-life: non mera informazione tecnica, ma formazione alla bellezza della vita, al rispetto del corpo e alla genitorialità consapevole.
È urgente un’alleanza tra famiglie, scuole e comunità per rompere il silenzio, offrendo narrazioni basate su dati scientifici e testimonianze emotive di chi ha vissuto le ferite dell’abbandono alla “rete”. Solo così potremo proteggere le generazioni future da un “farwest” sessuale che mortifica l’umano, riscoprendo la sessualità come via di amore autentico e fecondo.

La Redazione del Comitato Prolife insieme

http://www.prolifeinsieme.it